Cronaca
Omicidio Serena Mollicone: parla la figlia di Santino Tuzi "ci sta qualcosa di più grande dietro"
Tempo di lettura 5 minutiMaria Tuzi: "secondo me era stato minacciato quindi lui per proteggerci si è tolto la vita"
Published
8 anni faon

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di Angelo Barraco
Arce – Si torna a parlare del misterioso suicidio del Brigadiere dei Carabinieri Santino Tuzi a seguito di una proroga di sei mesi nelle indagini indispensabile per chiarire una volta per tutte cosa è realmente accaduto l’11 aprile del 2008 e se gli scenari prospettati in passato corrispondono a quanto realmente accaduto. La morte del Brigadiere è una storia dai contorni poco nitidi e ruota attorno alla strana morte di Serena Mollicone, giovane studentessa di Arce uccisa barbaramente alla veneranda età di 18 anni nel giugno del 2001. Il suo corpo venne fatto ritrovare due giorni dopo la scomparsa nel boschetto dell’Anitrella. L’assassino ha prima colpito Serena alla tempia, poi ha ostruito le vie respiratorie con il nastro adesivo provocando così la morte per soffocamento, ha coperto la testa con un sacchetto di plastica anch’esso sigillato e ha chiuso caviglie e polsi con il nastro adesivo e il fil di ferro. Il killer, nel compiere questa operazione ha fatto un errore poiché ha lasciato le sue impronte digitali sul nastro e sono stati rilevati inoltre due profili genetici maschili sul corpo. Il Ris di Roma è stato incaricato a comparare e confrontare centinaia di profili genetici ma quel Dna rinvenuto sul corpo di Serena non ha oggi un volto. Chi ha ucciso Serena Mollicone e perchè? Una domanda che ancora oggi non trova risposta. Le indagini si concentrano inizialmente sull’ex fidanzato di Serena e la madre di lui poiché, secondo un’ipotesi investigativa, quest’ultima sarebbe stata sua complice nell’omicidio, la loro posizione viene archiviata nel mese di gennaio. Viene indagato anche Franco Mottola, Maresciallo dei Carabinieri di Arce all’epoca dei fatti, il figlio Marco –amico di Serena- inoltre viene indagata anche la moglie del Maresciallo e un altro Carabiniere e l’ipotesi avvalorata è omicidio volontario e occultamento di cadavere. Le dichiarazioni di Santino Tuzi avevano ulteriormente accelerato l’iter investigativo, ma il Brigadiere Tuzi muore suicida l’11 aprire del 2008, esattamente pochi giorni prima di essere messo a confronto diretto con il Maresciallo Mottola. Le dichiarazioni del Brigadiere Tuzi erano state determinanti ai fini investigativi poiché riferii che il giorno dell’omicidio, Serena Mollicone era entrata nell’edificio che ospita gli alloggi dei Carabinieri e la Caserma di Arce. A seguito di tali dichiarazioni quindi, si erano ulteriormente aggravati i sospetti sul Maresciallo Mottola inoltre erano emersi alcuni episodi che avevano fomentato dei dubbi poiché il giorno dei funerali di Serena il padre era stato convocato ingiustificatamente in caserma e trattenuto per un lungo tempo, fomentando tra i cittadini sospetti e dubbi inesistenti. La riapertura del caso Tuzi è stata fortemente voluta dalla famiglia poiché vi sono elementi poco chiari in merito alla morte del Brigadiere. Perché si è suicidato Santino Tuzi? Si tratta di suicidio o c’è dell’altro?
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo intervistato n Maria Tuzi, figlia del Brigadiere Santino Tuzi che ci ha parlato in dettaglio della vicenda.
– Le indagini sulla morte di suo padre sono state prorogate per altri sei mesi: cosa rappresenta per voi tutto ciò?
Noi abbiamo accolto questa notizia molto bene, siamo stati ottimisti perché vuol dire che dal nostro punto di vista le indagini stanno procedendo a ritmo serrato e stanno facendo secondo me un lavoro certosino e la proroga è stata fatta proprio perché alcuni punti non sono stati chiariti quindi vuol dire che stanno approfondendo e non hanno chiuso nonostante i sei mesi di indagini già passati.
– L’11 aprile del 2008 suo padre si toglie la vita: cosa ricorda di quel giorno? Come ha trascorso la giornata suo padre?
Mio padre quella mattina era a casa e lavorava nell’orto, era il giorno di riposo e non sarebbe dovuto andare in Caserma invece quella mattina, dopo una telefonata, dopo aver risposto ad una telefonata si è vestito e ha detto “arrivo un attimo ad Arce e torno”quindi comunque ci ha salutati e ha detto che tornava quindi non prevedeva un suicidio, non aveva questa intenzione. Praticamente è uscito, ha incontrato per strada una nostra amica di famiglia e l’ha invitato a prendere il caffè e lui gli ha detto “guarda ora vado un po’ di fretta, quando torno prendiamo il caffè” quindi ancora una volta ha detto che sarebbe tornato a casa, invece poi è arrivato ad Arce e li poi si è suicidato alla diga di Arce.
– Siete mai riusciti a individuare la persona che ha chiamato suo padre quel giorno?
No, non siamo mai riusciti perché inizialmente noi avevamo un altro Avvocato e secondo lui i tabulati telefonici non erano importanti, non era necessario richiederli perché non ci stava niente da sapere. Quando ho cambiato Avvocato abbiamo provato a chiedere i tabulati telefonici, ci siamo recati anche dal gestore, abbiamo fatto le ricerche solo che ormai erano scaduti i tempi per poter richiedere i tabulati, erano trascorsi ormai cinque anni.
– Si parlava del fatto che suo padre, prima di togliersi la vita, avesse chiamato una persona…
Si riferisce all’amante giusto? Lei ha raccontato che mio padre si era anche recato presso la sua abitazione e gli aveva consegnato anche un mazzo di fiori e una stecca di sigarette e dice che la loro relazione lei la voleva terminare e lui ha cercato di convincerla a stare insieme e lei avrebbe detto di no, era ferma sui suoi passi e aveva detto che non voleva tornare con mio padre. Quindi dice che l’ultimo momento è stato praticamente che lui ha richiamato questa presunta amante per dargli un’ultima possibilità “o stiamo insieme o mi ammazzo” lei gli ha detto che non voleva tornare con lui e in diretta, durante questa telefonata, lei ha sentito lo sparo della pistola di mio padre. Io penso che se mi telefona una persona che si sta per suicidare, anche se non ho intenzione di tornare con lui, per evitare questa tragedia lo intrattengo in un modo o nell’altro e faccio sbollentare il momento, quindi se era vera questa telefonata poteva risolverla in questo modo.
– Lei ricorda se suo padre, quel giorno, ha detto qualcosa di particolare che ha acceso in lei qualche campanello d’allarme anche in merito alla vicenda di Serena Mollicone?
No, mio padre a casa non ha mai detto niente per quanto riguarda Serena Mollicone, lui parlava poco del lavoro e addirittura quando chiedevamo del lavoro e sentivamo notizie in televisione dicevamo a mio padre se fossero vere o meno e lui rispondeva “non lo so, a volte la televisione ingigantisce le cose, stanno facendo le indagini, poi vediamo come si risolve”. Però per quanto riguarda Serena Mollicone non aveva mai detto niente e anche la sera prima era stato a casa mia, mi doveva sistemare una cosa in casa e mi disse che al primo riposo che aveva lo avrebbe fatto quindi non aveva in progetto un suicidio comunque.
– Secondo lei cosa ha indotto suo padre al suicidio o chi ha indotto suo padre al suicidio?
Secondo me, mio padre aveva assistito a qualcosa di brutto, lo hanno visto e secondo me è stato ricattato anche nei nostri confronti, secondo me era stato minacciato quindi lui per proteggerci si è tolto la vita in modo che a noi non ci succedeva niente.
– Oltre al suicidio avete avvalorato ipotesi diverse?
Io personalmente ho fatto una serie di ipotesi e abbiamo richiesto la riapertura del caso. Crediamo anche nel suicidio ma non crediamo nelle ipotesi e nelle modalità di questo suicidio, secondo noi il motivo principale non è un’amante, ci sta qualcosa di più grande dietro secondo noi ed è per questo che abbiamo chiesto la riapertura del caso e siamo disposti ad accogliere anche una realtà diversa da quella che ci siamo immaginati, però vogliamo la verità anche sul suicidio.
– Quindi secondo lei suo padre era a conoscenza di fatti legati alla morte di Serena Mollicone?
Probabilmente si, secondo me si.
– Qualcuno gli ha imposto di non parlare?
Io penso che lui non ha detto niente perché è stato ricattato e nel momento in cui, dopo tanti anni di nuovo è stato ascoltato dalla Procura sul caso di Serena io penso che a distanza di tempo ricordasse quello che è successo e per liberarsi la coscienza ha detto la verità.
– Che appello vuole lanciare attraverso il nostro giornale.
Se in tutti questi anni non hanno avuto modo di pulirsi la coscienza figurati se ascoltano me, io l’unico appello che posso lanciare è alla Procura che continui a lavorare in questo modo che secondo me stanno facendo un ottimo lavoro e voglio ringraziarli della possibilità che ci hanno dato.
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