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Cronaca

Operazione cyberspionaggio verso i politici: cambia il capo della polizia postale

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Tempo di lettura 2 minutiTra i motivi alla base della decisione anche l'aver sottovalutato la portata dell'indagine sullo spionaggio dei politici senza informare i vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza

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ROMA – Cambia il capo della Polizia postale alla luce dell’inchiesta sul cyberspionaggio. Il capo della polizia Franco Gabrielli ha disposto l’avvicendamento al vertice, e all’attuale direttore, Roberto Di Legami, è stato assegnato un nuovo incarico. Tra i motivi alla base della decisione anche l’aver sottovalutato la portata dell’indagine sullo spionaggio dei politici senza informare i vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza. Alla fine dell’estate un primo scivolone di Di Legami sul caso Cucchi.

Spiati politici e figure istituzionali come l’ex premier Renzi, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale. Lo ha scoperto la Polizia che ha smantellato una centrale di cyberspionaggio che per anni ha raccolto notizie riservate e dati sensibili. L’indagine, condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla procura di Roma, ha portato all’arresto di due persone, l’ingegnere nucleare Giulio Occhionero, di 45 anni, e la sorella Francesca Maria, residenti a Londra ma domiciliati a Roma e conosciuti nel mondo dell’alta finanza capitolina.

“Il mio assistito nega di aver fatto attività di spionaggio, i server all’estero li aveva per lavoro”. E’ quanto affermato dall’avvocato Stefano Parretta, difensore di Giulio Occhionero, prima di entrare nel carcere di Regina Coeli dove è previsto l’interrogatorio di garanzia dopo gli arresti di ieri. “Oggi risponderà alle domande del gip – aggiunge – ha cose da chiarire: questa è una vicenda ancora tutta da scrivere e lui nega di aver fatto alcunchè di illecito”.

Ai due vengono contestati i reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche. Le indagini degli investigatori del Cnaipic, il Centro nazionale anticrimine informatico della Polizia postale, hanno accertato che i due fratelli gestivano una rete di computer (botnet) – infettati con un malware chiamato ‘Eyepyramid’ – che avrebbe loro consentito di acquisire, per anni, notizie riservate e dati sensibili di decine di persone che, a vario titolo, gestiscono la funzione pubblica e delicati interessi, soprattutto nel mondo della Finanza.

 

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