Operazione liberazione dall’inferno libico, arriva la confraternita della misericordia italiana: “Alzatevi, armatevi, partite”

L’ordinanza del Gip Alessandra Vella, giudice per l’indagine preliminare presso il Tribunale di Agrigento, inerente al caso della capitana Rackete, depositata lo scorso 2 luglio e l’emergenza umanitaria degli emigranti nei lager in Libia, scuotono le coscienze ed esigono dall’Italia e dalla sua centenaria generosità e la sua innata vocazione umanitaria, un’iniziativa  a favore di quei sofferenti, in virtù del principio giurisprudenziale testé sancito a Lampedusa e cioè, il diritto ad atti violenti umanitari.

Nelle 13 pagine dell’ordinanza, il Gip, dott.ssa
Alessandra Vella, compiendo una lunghissima e meticolosa disamina, percorre il
diritto Costituzionale, la convenzione SAR, le convenzioni internazionali, il
diritto consuetudinario e la convenzione delle Nazioni Unite sulle leggi del
mare. Un’esauriente documentazione che illustra gli obblighi del capitano in
ordine alle operazioni di soccorso in mare.

Quando poi la
dottoressa arriva a fare delle valutazioni del caso in esame, convinzioni ed
opinioni personali prendono il soppravvento ed 
accantonano la documentazione.

L’interpretazione
personale sembra volere dominare il ragionamento dell’ordinanza

Si fa
riferimento al decreto sicurezza bis,  si
commenta il fatto dei porti chiusi, si legittima  la scelta di un comandante di nave che
soccorre migranti in zona Sar libica di fare rotta verso l’Italia e non spiega
perché si esclude Malta, si legittima l’attraversamento irregolare della
frontiera, nega la  natura di nave da
guerra alla barca della finanza e altre valutazioni. Il tutto sorretto in nome
del “sovrano diritto umanitario”.

Ciò nonostante, le sentenze, si dice, vanno rispettate e la presente non fa eccezione. Comunque, questa ordinanza farà giurisprudenza e avrà dei lunghi strascichi.

Per “l’inferno libico” tre sono le considerazioni da fare: l’emergenza, gli strumenti per affrontarla, le persone e le volontà disponibili

A raccontare l’orribile scenario
dei campi di concentramento in cui si tengono segregati gli emigranti che dal
subsahariano arrivano continuamente con la vana speranza di approdare in
Europa, non c’é solamente Human Rights Watch perché altri, come Avvenire,
parlamentari vari, giornalisti ,la maggior parte dei talk show televisivi e
tante omelie dei parroci e alcune pastorali dei vescovi,  tutti sono concordi a certificare gli  orrori di quell’inferno. Le torture e le
sevizie raccontate dagli emigranti fortunatamente  riusciti ad arrivare salvi  in Italia, sono delle testimonianze oculari
di quel inferno libico dove, dicono,  ci
sia un “vero sterminio di popoli sub sahariani”.

Quale persona con un
minimo di sentimento di pietà potrebbe mai rimanere indifferente al grido di
dolore che s’innalza da quei lager?

Le ragioni per una
iniziativa umanitaria ci sono tutte e l’ordinanza di Agrigento segna il
percorso da seguire. Aspettare aiuti dall’Europa è solo un sogno, interventi da
parte  dell’Onu è una chimera,
l’assistenza delle istituzioni internazionali è un’ingenuità..

L’unica speranza resta
nella  buona volontà degli italiani che
non manca. L’Italia per la sua storia, per la sua cultura civile, sempre aperta
alla solidarietà, all’accoglienza, anche se oggi non si può più dire cattolica
al cento per cento  essendo  la stragrande maggioranza diventata laicista,
pro aborto, pro divorzio, pro unioni civili, pro eutanasia, PERO’ questa grande
maggioranza rimane più che mai sensibile a un’emergenza umanitaria e certamente
non si tirerà indietro se viene chiamata a prestare aiuto a quei sfortunati.

L’ordinanza di Agrigento del 2.7.2019 sta offrendo un’opportunità unica, un  valido strumento a tutti quegli italiani che fino ad ora hanno riempito piazze, social network, giornali, ore pomeridiane di talk show, prediche sui sacrari delle chiese e delle cattedrali, sedi di partiti e movimenti sociali, tutti pro “porti aperti”, tutti pro accoglienza, tutti pro altri gommoni stivati di povera gente verso Lampedusa, altre navi Ong che trasferiscono disgraziati dalla povertà africana all’indecenza italiana.

Un’opportunità unica
anche per don Paolo Farinella che chiuse la chiesa a natale per protestare
contro Salvini. Anche per don Armando Zappolini che per protestare gettò il
presepe dentro la spazzatura.

Sulla squadriglia navale delle Ong: la Sea Watch 1-2-3, La S.O.S. Mediterranee, la Proactive Open Arms, la Sea Eye, la Mission Lifeline con Fratoianni, Magi, Orfini, Del Rio,Faraone e friends si spera di vedere Saviano, Toscani, Leuluca Orlando, Zingaretti e Matteo Renzi. L’augurio di tanti italiani è di vedere in questa crociata Famiglia Cristiana, baluardo dell’accoglienza.

 Cari migranti sub sahariani, sofferenti in
cattività, la vostra liberazione è vicina. Arriva la confraternita della
misericordia italiana e vi riporterà tutti a casa vostra.

Suonate lo shofar! Si
parte. Barra dritta. Direzione Tripoli, Zuara.

Alzatevi, Armatevi,
partite.