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Viterbo

ORIOLO ROMANO, ALLARME GAS TOSSICI E DEGRADO AL PARCO DELLA MOLA, SITO DI INTERESSE COMUNITARIO

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Tempo di lettura 2 minuti Gasperini all'amministrazione comunale:"Ridate ai bambini la possibilità di giocare all’aria aperta è un loro diritto ed è un vostro dovere garantirglielo"

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Redazione

«Lo stato di degrado che sta raggiungendo l’area è inaccettabile: il Comune faccia subito qualcosa». A lanciare l’allarme è Stefano Gasperini, coordinatore della locale sezione UDC di Oriolo, che è stanco di vedere il Parco della Mola così trascurato.
E’ con questo accorato appello che si pone nuovamente all’attenzione della cittadinanza e dei movimenti per l’ambiente lo stato “di salute” dell'area verde più bella dell’intero comprensorio dei monti sabatini ad un passo da Roma Capitale, un grande polmone di ossigeno, ricco di vegetazione, ridotto oggi ad un letamaio.
Un parco abbandonato – non se ne capisce il motivo – da oltre due anni. Era frequentatissimo d’ estate dai ragazzi, perché con la sua vasta area verde e le piscine di acqua solfurea costituiva una valida alternativa ai pomeriggi passati in casa. Purtroppo con la legislatura Carones-Bevilacqua, è stato abbandonato al suo destino, ai vandali, all’incuria, al degrado. E’ come se fosse stato cancellato dalle piantine del Paese. Non esiste più.
Sfortunatamente è l’amara fotografia di questo sito naturalistico, che attende un recupero che non arriva mai; divenuto un coacervo di rami e sterpaglie, rifiuti di ogni tipo, recinzioni divelte con le magnifiche vasche che sono un ricordo lontano, soppiantate da una palude melmosa. Uno squallido spaccato del livello di degrado che un parco possa raggiungere, il tutto all’interno di un’area proposta come sito di interesse comunitario a livello europeo.
Una situazione triste, indegna di un paese civile – ricorda Stefano Gasperini – proprio in un paese come Oriolo dove spesso si organizzano eventi sull’ambiente … forse quello degli altri territori.
La follia di abbandonare un’area verde di tanta rara bellezza si è aggiunta alla follia degli amministratori locali che hanno preteso a tutti i costi, tanto pagano i cittadini, la “ricostruzione” del mulino costato circa duecentomila euro, realizzando una cattedrale nel deserto con il risultato di un’enorme spreco di denaro pubblico.
Come succede di solito in Italia, l’amministrazione comunale ha già iniziato lo scaricabarile delle responsabilità addebitando la colpa dello scempio, in primis all’equipe di geologi voluta dalla giunta regionale dell’ex Presidente Marrazzo ed in seconda battuta al Prefetto di Viterbo colpevole di essersi sincerato della situazione.
Il problema però non è esclusivo del Parco della Mola – riferisce Gasperini – ma di tutte le aree verdi del Comune lasciate in abbandono. Con l’arrivo della primavera, i cittadini vorrebbero uscire per andare nei parchi, ma ad Oriolo sembra quasi un’utopia considerando che oltre al parco della Mola anche gli altri giardinetti pubblici del territorio si trovano nelle stesse misere condizioni e la tanta agoniata villa Altieri rimane chiusa.  C’è da chiedersi se gli amministratori locali siano mai venuti a toccare con mano lo stato di degrado.
Oriolo Romano non è né Barcellona, né New York ma è doveroso assicurare ai cittadini dei semplici spazi aperti, sicuri e puliti in cui i bambini e gli adulti possano distrarsi in tranquillità, trascorrendo ore di spensieratezza. E visto che questi spazi esistono – il coord. dell’UDC – chiede che vengano tutelati e salvaguardati da degrado e inciviltà. Tutto qua.
Alla coscienza dell’amministrazione comunale – Stefano Gasperini – fa un appello: ridate agli oriolesi, il Parco della Mola, quel luogo suggestivo che incanta ed attira i turisti dove svagarsi ed abbandonarsi alla natura! Ridate ai bambini la possibilità di giocare all’aria aperta.  E’ un loro diritto ed è un vostro dovere garantirglielo
 

Cronaca

Soriano nel Cimino, Palazzo Chigi Albani torna ad essere del Comune

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Il Sindaco Roberto Camilli: “Un momento importante per la nostra comunità”

Una notizia importante per la comunità di Soriano nel Cimino che è stata accolta con gioia e soddisfazione. Uno dei palazzi simbolo del paese dei Cimini torna ad essere totalmente proprietà del Comune. La decisione è stata presa all’unanimità dal Consiglio provinciale dopo un lungo confronto tra le Amministrazioni, che si è concluso con la vendita, all’amministrazione comunale di Soriano nel Cimino, dei tre quinti dell’immobile. La rimanente parte, infatti, era già di proprietà del Comune.

“Un percorso lungo che ha portato ad un risultato importante per il nostro paese. – fa sapere il Sindaco Roberto Camilli e tutta l’amministrazione comunale – L’amministrazione provinciale ha accolto con entusiasmo la proposta di acquisto, da parte del Comune di Soriano nel Cimino, al fine di recuperare e valorizzare al meglio il suggestivo palazzo”.

Un traguardo importante che rappresenta anche il primo passo verso un più ampio progetto di recupero, valorizzazione e promozione della struttura, già interessata negli ultimi anni dagli interventi di recupero messi in atto dal Comune, che si è aggiudicato l’intera proprietà dell’immobile rivalutato al netto degli interventi strutturali già eseguito nel corso di questi anni. Un esempio di buona politica tra le Amministrazioni per preservare e salvaguardare un bene storico di tutti.

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Cronaca

Il Capo della Polizia Giannini avvia il suo corso sull’antiterrorismo all’Università degli Studi della Tuscia

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Nell’aula magna della sede di Santa Maria in Gradi, oltre duecento studentesse e studenti hanno assistito alla lezione del Prefetto Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e docente dell’Università degli Studi della Tuscia.
Il Capo della Polizia ha tenuto una lezione dal titolo “Evoluzione della minaccia terroristica: strumenti di prevenzione e contrasto. “Siamo molto onorati di poter annoverare tra i nostri docenti il Prefetto Giannini che, nonostante i gravosi impegni istituzionali, continua a incoraggiare le nuove generazioni a occuparsi di un tema delicato che merita un approccio scientifico” ha dichiarato il Rettore Stefano Ubertini, secondo il quale “l’Ateneo ha costruito una grande capacità di unire riflessione teorica ed esperienze professionali che permettono ai nostri giovani di comprendere meglio come muoversi in un mondo sempre più interessato da cambiamenti veloci e radicali”.
La lezione di venerdì è stata l’avvio del corso di Diritto dell’antiterrorismo e dell’antimafia che Lamberto Giannini tiene per la laurea magistrale del corso “Scienze della politica, della sicurezza internazionale e della comunicazione pubblica” insieme al Vice Prefetto Andrea Nino Caputo. Percorrendo molte vicende del terrorismo italiano e internazionale, la lezione ha messo a fuoco il legame tra la complessità dei rischi e la necessità di trovare strumenti di azione sempre inseriti nel solco del diritto costituzionale. “È fondamentale per coloro che lottano contro il terrorismo avere una profonda conoscenza dei fenomeni, della loro evoluzione e delle modalità con cui si manifestano. Solo così riusciamo ad adottare misure efficaci per contrastarli.
La lotta contro il terrorismo non può e non deve essere limitata alle operazioni di polizia, ma richiede una cultura che fornisca gli strumenti adeguati a prevenire gli attacchi” ha sottolineato il Prefetto Giannini a conclusione della sua lezione. Sul tema della sicurezza, l’Ateneo viterbese ha molto investito in questi anni con un indirizzo dedicato sia nella laurea triennale in Scienze politiche che in quella magistrale e con un nuovo Dottorato di ricerca. Di recente, inoltre, è nato anche il Laboratorio di criminologia e criminalistica che permette a studentesse e studenti di svolgere esercitazioni in materia di balistica e ricostruzione della scena del crimine.



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Cronaca

Comuni della Tuscia e Comitati insieme contro le scorie nucleari

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Trentacinque comuni della Tuscia hanno sottoscritto una richiesta di incontro con il Ministro dell’Ambiente sul tema del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. “Questa richiesta, così ampiamente condivisa dalle Istituzioni locali, aggiunge un ulteriore elemento di fondamentale importanza alla vertenza.” – Dichiarano i portavoce di “Biodistretto della Via Amerina e delle Forre AssoTuscania”, “Biodistretto Lago di Bolsena”, “Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Corchiano e della Tuscia”, “Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Montalto e della Tuscia Montalto Futura”, “Italia Nostra Sezione Etruria”, “Comitato Maremma Viva”, “Verde Tuscia” e “Associazione italiana cultura e sport”.
“Il sostegno delle istituzioni alle nostre ragioni, così perfettamente sintetizzate nella lettera, – proseguono i portavoce – è un punto di forza di cui sia il Ministero che il Governo dovranno tenerne conto nelle scelte che prenderanno in futuro.”
“Quando ad inizio 2021 arrivò la notizia che Sogin individuò, tramite uno studio discutibile, ventidue aree potenzialmente idonee su sessantasette ad ospitare il deposito qui nella Tuscia, – proseguono ancora – fummo colti alla sprovvista. In piena pandemia ci fu dato poco tempo per capire cosa avesse portato la società incaricata dello smantellamento dalle centrali nucleari a fare tali scelte, ci fu un intenso lavoro di ricerca da parte di tutti quelli che tenevano a questo Territorio che portò ad una conoscenza approfondita di aspetti che fino ad allora sembravano scontati. Oggi queste conoscenze aggiornate ci hanno fatto comprendere meglio le fragilità e le meraviglie del luogo che abitiamo e adesso ce lo fanno guardare con uno sguardo più consapevole. Abbiamo inutilmente rappresentato tutte le nostre ragioni di contrarietà al sito di scorie nucleari al Seminario nazionale organizzato dalla Sogin, un seminario formalmente democratico, ma sostanzialmente privo di qualsiasi utilità.  Ora, qualora fosse accolta dal ministro la loro richiesta e sarebbe molto grave, se così non fosse,  saranno i Sindaci a rappresentare nella sede istituzionale del Ministero dell’Ambiente le ragioni dell’intera Tuscia che rifiuta con determinazione il deposito delle 100 mila tonnellate di scorie nucleari. Un territorio il nostro  che vuole essere conosciuto per quello che è, un luogo d’Arte e di Storia , un luogo di eccellenze nella produzione agricola e di straordinarie bellezze naturali,  non un terreno da occupare con nuove servitù che sono in radicale contrasto con le vocazioni del nostro territorio.”



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