Connect with us

Viterbo

ORIOLO ROMANO, SICUREZZA STRADE: ANCORA PERICOLO NONOSTANTE LE PROMESSE ELETTORALI

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti Caropreso e Gasperini presentano una mozione per un immediato intervento da parte dell'Amministrazione comunale

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Redazione

Oriolo Romano (VT) Gabriele Caropreso, consigliere comunale di opposizione, punta l’indice contro la maggioranza comunale, rea, secondo il consigliere, di aver lasciato alcune zone in totale stato di abbandono.

”Sia la Strada Croce Nuova che quella della Castellina, sono in uno stato a dir poco vergognoso. – afferma Caropreso, che poi aggiunge -. A definirle strade ci vuole coraggio in quanto non sono presenti buche, ma vere e proprie voragini, non solo, inoltre presentano entrambe un fondo stradale completamente affossato, a tal punto che si stanno creando a causa dell’incuria dei pericolosissimi dislivelli anche lateralmente, pericolosi sia per gli automobilisti che per i pedoni. Abbiamo presentato una mozione in Comune dove chiediamo l’immediato intervento da parte dell’amministrazione affinché si adoperi al recupero, rifacimento e mantenimento di queste due strade che ormai sono densamente frequentate a causa del notevole numero di residenti”.

Gli fa eco Stefano Gasperini, altro esponente del centrodestra oriolese, il quale afferma che: “la situazione è ormai insostenibile e qualche cittadino residente in queste zone, lo ha anche esternato affiggendo su di un palo dei messaggi non proprio gratificanti verso chi dovrebbe occuparsi di risolvere il problema. Il manto stradale (se così possiamo definirlo) è in uno stato a dir poco disastroso, in alcuni tratti con enormi affossamenti e dossi.

Eppure questa strada fa parte della lista di quelle che durante l’ultima campagna elettorale l’attuale maggioranza aveva promesso di risistemare. In molti casi, come evidenziato da numerose sentenze giurisprudenziali, il manto stradale dissestato risulta un fattore aggravante della pericolosità della viabilità, costringendo l’Ente di riferimento a risarcire il danno e questo per le già disastrate casse comunali sarebbe opportuno evitarlo. Auspichiamo quindi che la nostra mozione venga approvata e che si possa così porre fine a questa spiacevole situazione che vede coinvolti dei cittadini che pagano regolarmente e salatamente le tasse”.
 

Cronaca

Soriano nel Cimino, Palazzo Chigi Albani torna ad essere del Comune

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuti
image_pdfimage_print

Il Sindaco Roberto Camilli: “Un momento importante per la nostra comunità”

Una notizia importante per la comunità di Soriano nel Cimino che è stata accolta con gioia e soddisfazione. Uno dei palazzi simbolo del paese dei Cimini torna ad essere totalmente proprietà del Comune. La decisione è stata presa all’unanimità dal Consiglio provinciale dopo un lungo confronto tra le Amministrazioni, che si è concluso con la vendita, all’amministrazione comunale di Soriano nel Cimino, dei tre quinti dell’immobile. La rimanente parte, infatti, era già di proprietà del Comune.

“Un percorso lungo che ha portato ad un risultato importante per il nostro paese. – fa sapere il Sindaco Roberto Camilli e tutta l’amministrazione comunale – L’amministrazione provinciale ha accolto con entusiasmo la proposta di acquisto, da parte del Comune di Soriano nel Cimino, al fine di recuperare e valorizzare al meglio il suggestivo palazzo”.

Un traguardo importante che rappresenta anche il primo passo verso un più ampio progetto di recupero, valorizzazione e promozione della struttura, già interessata negli ultimi anni dagli interventi di recupero messi in atto dal Comune, che si è aggiudicato l’intera proprietà dell’immobile rivalutato al netto degli interventi strutturali già eseguito nel corso di questi anni. Un esempio di buona politica tra le Amministrazioni per preservare e salvaguardare un bene storico di tutti.

Continua a leggere

Cronaca

Il Capo della Polizia Giannini avvia il suo corso sull’antiterrorismo all’Università degli Studi della Tuscia

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

Nell’aula magna della sede di Santa Maria in Gradi, oltre duecento studentesse e studenti hanno assistito alla lezione del Prefetto Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e docente dell’Università degli Studi della Tuscia.
Il Capo della Polizia ha tenuto una lezione dal titolo “Evoluzione della minaccia terroristica: strumenti di prevenzione e contrasto. “Siamo molto onorati di poter annoverare tra i nostri docenti il Prefetto Giannini che, nonostante i gravosi impegni istituzionali, continua a incoraggiare le nuove generazioni a occuparsi di un tema delicato che merita un approccio scientifico” ha dichiarato il Rettore Stefano Ubertini, secondo il quale “l’Ateneo ha costruito una grande capacità di unire riflessione teorica ed esperienze professionali che permettono ai nostri giovani di comprendere meglio come muoversi in un mondo sempre più interessato da cambiamenti veloci e radicali”.
La lezione di venerdì è stata l’avvio del corso di Diritto dell’antiterrorismo e dell’antimafia che Lamberto Giannini tiene per la laurea magistrale del corso “Scienze della politica, della sicurezza internazionale e della comunicazione pubblica” insieme al Vice Prefetto Andrea Nino Caputo. Percorrendo molte vicende del terrorismo italiano e internazionale, la lezione ha messo a fuoco il legame tra la complessità dei rischi e la necessità di trovare strumenti di azione sempre inseriti nel solco del diritto costituzionale. “È fondamentale per coloro che lottano contro il terrorismo avere una profonda conoscenza dei fenomeni, della loro evoluzione e delle modalità con cui si manifestano. Solo così riusciamo ad adottare misure efficaci per contrastarli.
La lotta contro il terrorismo non può e non deve essere limitata alle operazioni di polizia, ma richiede una cultura che fornisca gli strumenti adeguati a prevenire gli attacchi” ha sottolineato il Prefetto Giannini a conclusione della sua lezione. Sul tema della sicurezza, l’Ateneo viterbese ha molto investito in questi anni con un indirizzo dedicato sia nella laurea triennale in Scienze politiche che in quella magistrale e con un nuovo Dottorato di ricerca. Di recente, inoltre, è nato anche il Laboratorio di criminologia e criminalistica che permette a studentesse e studenti di svolgere esercitazioni in materia di balistica e ricostruzione della scena del crimine.



Continua a leggere

Cronaca

Comuni della Tuscia e Comitati insieme contro le scorie nucleari

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

Trentacinque comuni della Tuscia hanno sottoscritto una richiesta di incontro con il Ministro dell’Ambiente sul tema del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. “Questa richiesta, così ampiamente condivisa dalle Istituzioni locali, aggiunge un ulteriore elemento di fondamentale importanza alla vertenza.” – Dichiarano i portavoce di “Biodistretto della Via Amerina e delle Forre AssoTuscania”, “Biodistretto Lago di Bolsena”, “Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Corchiano e della Tuscia”, “Comitato per la Salvaguardia del Territorio di Montalto e della Tuscia Montalto Futura”, “Italia Nostra Sezione Etruria”, “Comitato Maremma Viva”, “Verde Tuscia” e “Associazione italiana cultura e sport”.
“Il sostegno delle istituzioni alle nostre ragioni, così perfettamente sintetizzate nella lettera, – proseguono i portavoce – è un punto di forza di cui sia il Ministero che il Governo dovranno tenerne conto nelle scelte che prenderanno in futuro.”
“Quando ad inizio 2021 arrivò la notizia che Sogin individuò, tramite uno studio discutibile, ventidue aree potenzialmente idonee su sessantasette ad ospitare il deposito qui nella Tuscia, – proseguono ancora – fummo colti alla sprovvista. In piena pandemia ci fu dato poco tempo per capire cosa avesse portato la società incaricata dello smantellamento dalle centrali nucleari a fare tali scelte, ci fu un intenso lavoro di ricerca da parte di tutti quelli che tenevano a questo Territorio che portò ad una conoscenza approfondita di aspetti che fino ad allora sembravano scontati. Oggi queste conoscenze aggiornate ci hanno fatto comprendere meglio le fragilità e le meraviglie del luogo che abitiamo e adesso ce lo fanno guardare con uno sguardo più consapevole. Abbiamo inutilmente rappresentato tutte le nostre ragioni di contrarietà al sito di scorie nucleari al Seminario nazionale organizzato dalla Sogin, un seminario formalmente democratico, ma sostanzialmente privo di qualsiasi utilità.  Ora, qualora fosse accolta dal ministro la loro richiesta e sarebbe molto grave, se così non fosse,  saranno i Sindaci a rappresentare nella sede istituzionale del Ministero dell’Ambiente le ragioni dell’intera Tuscia che rifiuta con determinazione il deposito delle 100 mila tonnellate di scorie nucleari. Un territorio il nostro  che vuole essere conosciuto per quello che è, un luogo d’Arte e di Storia , un luogo di eccellenze nella produzione agricola e di straordinarie bellezze naturali,  non un terreno da occupare con nuove servitù che sono in radicale contrasto con le vocazioni del nostro territorio.”



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

SEGUI SU Twitter

I più letti