Connect with us

Viterbo

ORTE, FACCIAMO PER CAMBIARE: “IL SENSO CIVICO E L’ATTENZIONE AL SOCIALE DEVONO TORNARE DI MODA NEL NOSTRO COMUNE”

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti Il termine ultimo per la presentazione delle domande di contributo è il 22 settembre 2014

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

di Gennaro Giardino

Orte (VT) – “Siamo giunti al punto di non ritorno oltre il quale mancano i tempi tecnici per la produzione dei documenti necessari per la richiesta di contributi relativi all’alluvione che ha colpito il Comune di Orte nel mese di novembre 2012” esordisce così la nota inviata dal gruppo civico Facciamo per Cambiare e prosegue affermando che “dato il totale disinteresse sulla vicenda dimostrato da tutta la maggioranza abbiamo ritenuto opportuno e necessario muoverci per avere informazioni utili alla comprensione del Decreto della Regione Lazio emanato in data 23 luglio u.s. n. T00235”.

Prima di tutto è necessario sottolineare alcune inesattezze rispetto quanto sinora annunciato dagli organi di stampa provinciali e da quelli televisivi locali.

Va precisato che il termine ultimo per la presentazione delle domande di contributo è il 22 settembre p.v.; inoltre il Decreto della Regione Lazio prevede la compresenza di due figure essenziali importanti: un Soggetto Attuatore, incarnato nella figura della Provincia di Viterbo, e un Commissario Straordinario per l’emergenza che è la Regione Lazio. A queste due si aggiungono i 14 Comuni, tra cui Orte, per i quali è stata prevista l’erogazione dei contributi.

In questo senso giova precisare che le competenze del Comune sono tanto ampie quanto imperative e si articolano in modo generale “sul garantire la trasparenza e la parità di trattamento” e in modo particolare su vari elementi quali: la divulgazione del Decreto (avvenuta con oltre un mese di ritardo dalla produzione degli effetti erodendo, così, più di trenta giorni dei sessanta totali previsti per la presentazione delle domande); la redazione di almeno due graduatorie relative una ai contributi da riconoscere ai privati e l’altra alle imprese ed eventualmente indicando anche le priorità (poiché non è stato fatto neanche il decreto di sgombero all’epoca dei fatti – titolo preferenziale per l’accesso ai contributi per entrambe le categorie).

Tanto premesso possiamo affermare che il nostro diretto interessamento ci ha portati ad interloquire con Amministratori di realtà sovraordinate sia a livello provinciale che regionale, particolarmente sensibili alla problema. I contatti avuti ci hanno permesso di poter formulare una modulistica unica per la quale tutte le domande possono essere presentate in modo uniforme, rendendo anche più agevole il successivo operato dell’Ufficio Tecnico Comunale che, ad oggi e sino alla data del 10 settembre p.v., si trova senza Responsabile è ciò grazie anche all’aiuto dell’Avv. Giuliani e del Prof. Madonna.

Quindi, chiunque abbia necessità di ricevere la documentazione relativa alla presentazione dei documenti per la richiesta di contributo può contattare il portavoce del gruppo “Facciamo per Cambiare” Massimo Dionisi al numero 331.4275320 che, di concerto con il consigliere di Orte Città Nuova Angelo Giuliani e il consigliere di Aria Nuova Orte Aldo Madonna, ha prodotto le domande di richiesta dei contributi.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Castelli Romani

Conflitti d’interesse e influenze familiari: il sistema Romagnoli nel Lazio

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Le vicende singolari di Carlo Romagnoli, figura di spicco nella Banca Popolare del Lazio, sembrano avere lo stesso tenore di quelle di suo figlio, Efrem Romagnoli, ex presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Latina.

Carlo Romagnoli è stato coinvolto in polemiche riguardanti conflitti d’interesse legati alla sua posizione nella Banca Popolare del Lazio, complicando ulteriormente la sua reputazione. Mentre Efrem è stato appena condannato per l’indebita assegnazione dello stabilimento Belvedere a Nettuno, un caso che ha sollevato interrogativi sulla gestione degli appalti e sull’influenza che le famiglie locali esercitano in ambiti professionali e giuridici.

Efrem Romagnoli ha ricoperto un ruolo predominante nell’Ordine dei Commercialisti per anni, consolidando una sorta di “feudo” familiare in un’area già notoriamente influenzata da reti di potere.

Dopo la sua presidenza, la sorella Raffaella ha preso il testimone, diventando la prima donna a guidare l’Ordine dei Commercialisti di Latina, il che evidenzia la continuità della presenza della famiglia in posizioni chiave. Questo legame familiare non solo solleva domande su un sistema con dinamiche che ricordano gli eredi al trono di sua maestà, ma evidenzia anche l’importanza di comprendere come le reti professionali e familiari possano influenzare le decisioni politiche e giuridiche in un contesto locale già critico.

In aggiunta, la presunta connessione tra Efrem Romagnoli e il giudice Lollo, noto per le sue controversie, alimenta sospetti su possibili collusioni all’interno del sistema giudiziario di Latina, dove i Romagnoli hanno accumulato innumerevoli incarichi. Questo scenario pone una questione cruciale: fino a che punto le dinamiche familiari possono influenzare la giustizia e la trasparenza in un territorio già segnato da scandali?

La situazione solleva interrogativi sul futuro della Banca Popolare del Lazio e sull’integrità delle istituzioni professionali e giuridiche locali, creando un quadro complesso di relazioni e responsabilità che merita un attento scrutinio. La vicenda Romagnoli non è solo una questione personale, ma riflette una più ampia rete di potere che coinvolge il settore bancario e il sistema giudiziario della provincia di Latina. Del resto, spesso per mantenere buoni gli equilibri, vige ormai una sorta di pratica consolidata delle assunzioni dei figli di personaggi chiave del mondo politico finanziario e giudiziario.

Ma chi è Carlo Romagnoli? È il padre di Efrem che è stato appena condannato e (in pratica Efrem curatore della confisca dello stabilimento balneare di Nettuno Belvedere, Efrem Romagnoli, sottratto in via definitiva a Fernando Mancini, è stato condannato dal Tribunale di Velletri per l’assegnazione dell’area demaniale, senza il consenso dello Stato ad un gestore di origine Campana. Il curatore, oltre alla condanna con sospensione della pena è stato condannato al pagamento di una multa di 1800 euro circa ed è stato rimosso dall’incarico della gestione dei beni di Mancini passati allo Stato) ha avuto un ruolo di rilievo nella Banca Popolare del Lazio, ricoprendo la carica di Presidente del Collegio Sindacale. Poi dopo alcuni fatti che lo hanno visto indagato c’è stato il passaggio di testimone da Carlo Romagnoli, ex presidente del Collegio Sindacale della Banca Popolare del Lazio, a sua figlia nel consiglio di amministrazione. Una mossa che ha sollevato dubbi sulla trasparenza e sull’equità della governance all’interno dell’istituto. Romagnoli, che ha guidato il Collegio per oltre due decenni, si è dimesso nel 2023, lasciando aperta una posizione strategica, mentre la banca affrontava polemiche per possibili conflitti di interesse. La nomina di sua figlia, che ha seguito le dimissioni di massa di alcuni membri del consiglio, è stata interpretata da alcuni come una mossa per mantenere il controllo familiare all’interno della banca, attirando critiche sull’assenza di una gestione indipendente e trasparente.
Le sue dimissioni sono state annunciate dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, Edmondo Maria Capecelatro, che ha ringraziato Romagnoli per il suo lungo servizio.
Inoltre Romagnoli e Giancarlo Natalizia della Natalizia Petroli, società cliente della BPl, non hanno brillato per dichiarazioni di conflitti d’interesse.

I collegamenti tra Carlo Romagnoli e Giancarlo Natalizia all’interno della Banca Popolare del Lazio hanno evidenziato infatti conflitti d’interesse legati alle posizioni occupate da entrambi e alle loro relazioni di affari. Romagnoli, presidente del Collegio Sindacale, ha supervisionato il lavoro del consiglio di amministrazione mentre Alessandro Natalizia, figlio di Giancarlo Natalizia (figura di spicco nella banca e presidente della Natalizia Petroli), è stato socio e amministratore della stessa Natalizia Petroli. Questo legame si è complicato ulteriormente quando Alessandro ha assunto posizioni in banca, sollevando dubbi sul conflitto d’interessi per la supervisione incrociata delle loro attività, vista anche la storica presenza della Natalizia Petroli come uno dei principali clienti della banca.

E non è una novità che le dinamiche interne alla banca sono state ulteriormente esacerbate quando la figlia di Romagnoli è stata inserita nelle liste per il Consiglio di amministrazione, una mossa che secondo alcune fonti sembra aver avuto il doppio intento di soddisfare requisiti di rappresentanza di genere e al contempo preservare l’influenza delle famiglie Romagnoli e Natalizia all’interno della struttura di governance della banca. Le preoccupazioni riguardo alla trasparenza e al controllo reciproco hanno suscitato critiche esterne, complicate anche dalle dimissioni di massa dell’amministrazione della banca.

Queste connessioni e il delicato equilibrio di potere tra le famiglie suggeriscono che i conflitti d’interesse nella gestione della banca vadano oltre semplici legami professionali, con implicazioni che potrebbero influenzare anche le scelte strategiche dell’istituto. Un istituto che storicamente chiude il bilancio in attivo ma che clamorosamente invece quest’anno ha chiuso il bilancio in perdita e questo ha implicato la mancanza distribuzione di premi di produzione al personale, riducendo il loro incentivo economico e influenzando negativamente il morale dei lavoratori. Inoltre, le riserve patrimoniali della banca potrebbero rischiare di essere intaccate per coprire le perdite, riducendo la capacità della banca di investire o offrire nuovi servizi.

Questi fatti rischiano seriamente di compromettere la fiducia dei soci e dei clienti, oltre a ridurre la competitività sul mercato.

Continua a leggere

Castelli Romani

Righini e la compagna “veggente”: fondi stradali annunciati sui social prima della delibera

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

L’assessore al Bilancio della Regione Lazio e l’annuncio premonitore della compagna agitano la politica laziale: l’opposizione denuncia opacità nella gestione dei fondi e chiede indagini in commissione

È esplosa nelle ultime ore una nuova bufera politica attorno alla giunta Rocca e all’assessore al Bilancio Giancarlo Righini (FdI), dopo che la compagna Lorella Biordi, senza alcun ruolo istituzionale in Regione, ha anticipato sui social l’arrivo di 400mila euro per le strade di Monte San Giovanni Campano, suo paese di origine in provincia di Frosinone, con una delibera regionale che non era stata ancora ufficialmente discussa.

A innescare le critiche, non solo l’anticipazione del provvedimento ma anche la partecipazione di Biordi a missioni istituzionali, sollevando interrogativi su trasparenza e opportunità politica.

Dopo che il post è stato rimosso, esponenti di vari schieramenti hanno espresso dubbi sull’operato della giunta.

Claudio Fazzone, coordinatore di Forza Italia nel Lazio, ha commentato: «È grave dal punto di vista dell’etica e della riservatezza degli atti amministrativi. Dobbiamo chiarire chi può avere accesso a certe informazioni e in quali circostanze». La dichiarazione riflette la tensione interna alla maggioranza, con Forza Italia sempre più critica e attenta al proprio ruolo all’interno del governo regionale.

In parallelo, il Partito Democratico ha annunciato che richiederà l’intervento della commissione trasparenza per verificare la regolarità dell’assegnazione dei fondi ai comuni laziali, denunciando quella che definiscono un’assegnazione “a sportello”. «È curioso il modo di procedere della giunta Rocca. Sembra che la lista delle priorità dei finanziamenti segua logiche opache, dove i rapporti personali potrebbero avere più peso delle reali necessità del territorio», ha dichiarato Massimiliano Valeriani, presidente della commissione trasparenza.

Dal Movimento 5 Stelle si è aggiunta una ferma richiesta di spiegazioni: «Serve un sistema trasparente e regole chiare, altrimenti il rischio è che i cittadini perdano fiducia nelle istituzioni», ha dichiarato la consigliera Gaia Pernarella, sottolineando la necessità di evitare favoritismi in un settore, quello delle opere pubbliche, delicato per l’equilibrio del territorio.

Anche il presidente della Regione, Francesco Rocca, ha assicurato che la vicenda sarà chiarita nel prossimo Consiglio, affermando che «il rispetto delle norme è e resterà la nostra priorità». Tuttavia, i rapporti all’interno della coalizione sembrano farsi più tesi, con Forza Italia e Fratelli d’Italia che rivendicano posizioni diverse su gestione e organizzazione degli incarichi.

La vicenda sta inoltre suscitando reazioni anche per il ruolo “non ufficiale” di Biordi, che, pur non avendo incarichi formali, è spesso al fianco dell’assessore Righini in occasioni istituzionali e missioni all’estero, come i recenti viaggi in Germania e a Parigi. «Siamo di fronte a una situazione in cui i rapporti privati sembrano sovrapporsi a quelli pubblici, in un modo che richiede chiarimenti», ha aggiunto Mario Ciarla, consigliere regionale dem.

Mentre la giunta regionale si prepara ad affrontare il dibattito in consiglio, la questione della trasparenza sui finanziamenti pubblici e il rispetto delle procedure istituzionali restano al centro del dibattito, con la maggioranza che difende la bontà delle proprie decisioni e l’opposizione determinata a far luce sulla vicenda.

Continua a leggere

Viterbo

Furto d’acqua a Vasanello: denunciato un residente settantenne

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Vasanello – I Carabinieri della locale Stazione, in collaborazione con la società che gestisce il servizio idrico, hanno smascherato un settantenne del paese per furto d’acqua. L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo per il reato di furto aggravato, dopo essere stato scoperto mentre prelevava illegalmente acqua potabile dall’acquedotto pubblico tramite un allaccio abusivo.

La vicenda è emersa grazie a una serie di segnalazioni che avevano indicato anomalie nei consumi idrici della zona. I tecnici incaricati di effettuare i controlli hanno individuato il sistema fraudolento durante un’ispezione, a seguito di un danno segnalato all’acquedotto e di un abbassamento anomalo del livello dell’acqua. Scavando più a fondo, è stato scoperto un allaccio abusivo, seminterrato, che portava direttamente all’abitazione del settantenne.

“Non avrei mai immaginato che qualcosa del genere potesse accadere qui. Il furto d’acqua è una cosa molto grave”, ha dichiarato un residente di Vasanello. Un altro abitante ha commentato: “Questi comportamenti sono inaccettabili, soprattutto quando tutti cerchiamo di risparmiare risorse preziose come l’acqua”.

L’intervento dei Carabinieri ha suscitato un misto di sconcerto e preoccupazione tra i residenti, che ora sperano in una risoluzione rapida e giusta della vicenda. Le autorità hanno ribadito l’importanza di segnalare immediatamente eventuali anomalie nei servizi pubblici, garantendo la massima vigilanza per tutelare i beni comuni e prevenire simili episodi.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti