OZPETEK E AMENDOLA: SFIDA ALL'ULTIMO BOTTEGHINO

di Christian Montagna

I cineasti stavolta propongono una sfida molto ardua. A combattere il duello saranno il regista turco Ferzan Ozpetek e l’attore e regista Claudio Amendola. Due uomini, due grandi figure del cinema italiano che raccontano due storie diverse. Un misto tra dramma e commedia è quello proposto da Ozpetek in ”Allacciate le cinture” definito da lui stesso il film sulla vita. Nel cast: Smutniak, Arca, Scianna, Scicchitano, Crescentini, Ranieri, Elena Sofia Ricci e Paola Minaccioni. Il regista torna a girare nella Lecce che aveva fatto già da sfondo al famoso “Mine Vaganti” raccontando l’amore tra Elena e Antonio.
Scritto da Gianni Romoli, con il suo solito stile un pò melodrammatico non mancano nel film famiglie disfunzionali, amici gay, uomini rozzi e razzisti.
Una storia che parla di amore, amicizia e sofferenza dovuta alla più brutta delle malattie: il cancro. E’ proprio nel momento della scoperta di questa malattia il regista non risparmia nessuna scena: dalla sala della
chemioterapia, alla perdita dei capelli, alla parrucca e alla storia vissuta in ospedale con il marito incurante dell’aspetto della moglie malata. Il film, criticato per mancanza di colpi di scena, sin dall’inizio presenta una evoluzione dei fatti chiaramente: lei (Kasia Smutniak) di buona famiglia, con aspirazioni imprenditoriali e un migliore amico omosessuale e socio in affari (Filippo Scicchitano) si innamora di lui (Francesco Arca) proletario, meccanico, omofobo e vagamente razzista. E’ il caso di dire che gli opposti si attraggono. Ad affiancare la drammaticità delle tematiche affrontate alcuni siparietti comici. Claudio Amendola invece debutta con una commedia sportiva ambientata ai tempi della crisi. Nel cast de “La mossa del pinguino” Ricky Memphis, Edoardo Leo, Antonello Fassari, E. Fantastichini e F. Inaudi.
Amendola debutta dietro la macchina da presa evitando con grande umiltà di inserirsi tra i protagonisti. Racconta una storia di amicizia in un tempo in cui sembra veramente difficile poter sognare.I protagonisti però lo fanno, cercando di poter diventare una squadra di curling e andare a disputare le olimpiadi a Torino. Per raggiungere questo obiettivo si servono di trucchi e stratagemmi. Definito dalla critica come un film di attori, una commedia di caratteristi e caratterizzazioni, sui valori della famiglia e sulla precarietà dei sogni. Già, perché purtroppo anche i sogni al giorno d’oggi sono precari.
Grande abilità del regista è quella di giocare sul paradosso, a cominciare dalla scelta di uno sport così misterioso come il curling. Un film dunque in cui le risate non mancheranno, in cui lo sport è metafora di vita e rinascita.
Due storie totalmente differenti ma entrambe specchio della nostra società. La sfida al botteghino è cominciata. Che vinca il migliore!