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Redazione
Palermo – L'associazione criminale sgominata all'alba di oggi dalla Polizia che ha fermato 24 persone per una truffa di carte di credito clonate, «attraverso la creazione di ditte fittizie (prevalentemente società di autonoleggio), intestate a soggetti compiacenti, riusciva a giustificare l'apertura di conti correnti bancari per i quali ottenevano dall'Istituto di Credito il relativo Pos. Parallelamente i sodali si procuravano codici di carte di credito già clonate – per lo più di ignari soggetti stranieri americani, danesi e francesi – con i quali effettuavano transazioni fraudolente, simulando noleggi di autovetture, in realtà mai effettuati, attraverso i POS ottenuti ed appartenenti alle predette ditte fittiziamente create». È uno dei retroscena emersi dall'operazione 'Free Money' condotta dalla Squadra mobile di Palermo. Il denaro delle ignare vittime, che via via si accreditava sui conti correnti delle ditte create ad hoc, veniva immediatamente distratto verso conti correnti di comodo o verso carte di credito prepagate riconducibili ai sodali o a soggetti ad essi vicini che curavano la fase della monetizzazione attraverso il prelievo ai bancomat o agli sportelli bancari. «Una volta ottenuto il denaro contante avveniva la spartizione tra gli associati secondo una percentuale specifica e in base al »peso« del soggetto in seno all'associazione – dicono dalla Squadra mobile – Il modus operandi utilizzato si articolava secondo fasi ben determinate: il procacciamento del soggetto-complice a cui fare intestare una nuova Partita Iva, mettendolo a capo di una ditta di autonoleggio fittizia; l'affitto di un locale, dandogli la parvenza di una nuova apertura di autonoleggio (collocazione all'interno di alcuni suppellettili e di un'insegna con scritto »Autonoleggio« ed un numero di cellulare) l'apertura di uno o più conti correnti, richiesti, utilizzando la partita Iva intestata alla società di comodo già creata, con contestuale istanza di convenzionamento del POS abilitato al PAN Manuale (quello che non richiede la cd. strisciata fisica della carta di credito, ma la digitazione manuale del PAN, utilizzato per alcune categorie di esercenti commerciali – come ad esempio gli autonoleggi – che necessitano di una »pre-autorizzazione« a distanza da parte del cliente)». L'uso di tali tipi di POS ha rappresentato una costante del gruppo criminale scoperto perché questi ultimi permettono di effettuare transazioni fraudolente di maggiore entità economica. Attraverso una piattaforma internet clandestina (su base criptata), dedita esclusivamente alla vendita clandestina di codici di carte clonate, grazie alla strettissima collaborazione di alcuni rumeni che riuscivano ad operare in campo internazionale. In altri termini, la banda faceva parte, dietro pagamento di un canone mensile verosimilmente di 500 euro, di una piattaforma internet totalmente «clandestina» alimentata da hackers provenienti da tutto il mondo, funzionante mediante la predisposizione di un particolare software (proprietario) da installare sul proprio PC, permettendo così l'acquisto dei codici di carte di credito clonate.
Attraverso l'acquisto diretto da hackers sedenti in Russia o Ucraina, pagando il costo dei codici per mezzo di trasferimenti di denaro effettuati con i cosiddetti servizi Moneygram e/o West Union. Il trasferimento di fondi attraverso la Moneygram, permetteva al ricevente (in Russia o Ucraina), di poter riscuotere in tempo reale le somme di denaro, previa esibizione del cd «Reference Number»: numero che individua univocamente il mittente e viene comunicato dall'ufficio Moneygram al momento del pagamento. «Effettuato così il trasferimento del denaro pattuito per i codici di carte clonate, si provvedeva a comunicare il reference number all'hacker russo che poteva incassare le somme in tempo reale ed in cambio comunicava al gruppo criminale la lista del PAN acquistati», dicono gli inquirenti. Gli uomini della Mobile, coordinati dal pm Siro De Flammineis, hanno scoperto che il gruppo criminale operava immediatamente il trasferimento dei fondi verso altri conti correnti all'uopo attivati e/o mediante prelievi di cospicue somme di denaro contante agli sportelli bancari (o postali) oppure attraverso gli ATM utilizzando la carta bancomat legata al conto. «Le scrupolose indagini hanno richiesto anche accertamenti bancari che sono stati effettuati grazie all'abilità e alla professionalità del personale del locale Compartimento di Polizia Postale e Telecomunicazioni che ha collaborato in modo significativo alle investigazioni – dicono gli investigatori – L'attività investigativa condotta ha fatto emergere, tra l'altro, la contiguità di alcuni soggetti coinvolti nell'indagine con alcune famiglie mafiose locali. Non si può escludere, infatti, che gli ingenti proventi dei reati accertati confluiscano anche nelle casse di famiglie mafiose costituendo un nuovo, e fino ad ora inesplorato, canale di approvvigionamento della mafia».
«A ben vedere, questo fenomeno dei furti di codici di carte di credito, di recente, come apparso sulla stampa nazionale ed internazionale (New York Times), ha interessato anche le forze di polizia d'Oltreoceano, destando grande preoccupazione ed allarme sociale tra le Istituzioni e la popolazione statunitense, in quanto potenzialmente le vittime possono essere sia singoli individui che aziende – dicono gli inquirenti – L'Fbi contrasta il fenomeno del cyber-crime e del mercato dei carders, con sezioni specializzate del Bureau. Tali reati informatici, infatti, vengono perpetrati, Oltreoceano, da giovani hacker e crakers – spesso di nazionalità russa o rumena- che si impossessano di un largo numero di codici di carte di credito, colpendo i database di siti poco protetti di e-commerce o banche. Non si può, quindi, escludere che i codici delle carte di credito (in gran parte americane), utilizzati dagli odierni indagati, facciano parte proprio di quei significativi quantitativi di codici trafugati a cittadini USA negli ultimi anni in quanto il fenomeno criminale in argomento, allo stato, appare sempre più in forte espansione, suscitando allarme, in un settore, quale quello del denaro elettronico, oggi imprescindibile in qualunque forma di transazione economica di natura privata e/o imprenditoriale».
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