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Cronaca

PALERMO: LUCIA BORSELLINO FINISCE SOTTO SCORTA

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Tempo di lettura 4 minuti La decisione della scorta è stata presa a ferragosto e potrebbero essere legate alle indagini sulla sanità

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di Angelo Barraco
 
Palermo – A Lucia Borsellino, figlia di Paolo Borsellino –morto nella Strage di Via D’Amelio- è stata assegnata la scorta. I motivi sono tutt’ora ignoti e la decisione è stata presa dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza. Lucia Borsellino, ex assessore alla Salute della Regione Sicilia è protetta da un’auto blindata e due uomini armati della polizia di Stato. Lucia Borsellino, ricordiamo inoltre, si era dimessa il 2 luglio per ragioni di “ordine etico e morale e quindi personale, sempre piu' inconciliabili con il mio mandato”. La decisione della scorta è stata presa a ferragosto e potrebbero essere legate alle indagini sulla sanità e agli esposti presentati dalla figlia del magistrato quando era assessore. In quell’occasione l’ex assessore ha dato la massima collaborazione agli inquirenti all’indomani dell’arresto di Matteo Tutino, ex primario dell’ospedale di Villa Sofia e medico personale di Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia.
 
 
Proprio con Tutino e Crocetta è scoppiato lo scandalo poco tempo fa in seguito ad una probabile intercettazione tra Crocetta e Tutino in cui in un conversazione con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, avrebbe affermato che l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino, "va fermata, fatta fuori. Come suo padre", il giudice ucciso nella strage di via D'Amelio. Questo quanto si apprende dal settimanale "L'Espresso". Sempre secondo il settimanale, "all'altro capo del telefono c'e' il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell'assessore della sua giunta, scelto come simbolo di legalita' in un settore da sempre culla di interessi mafiosi". Lucia Borsellino si e' dimessa pochi giorni dopo l'arresto di Tutino, che quando i carabinieri sono andati a notificargli il provvedimento giudiziario emesso contro di lui ha telefonato a Crocetta, del quale era il medico personale, per dirgli "Mi stanno arrestando". "Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro". Cosi' Lucia Borsellino, ex assessore alla Salute della Regione siciliana e figlia del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio, ha commentato ai microfoni del giornale radio regionale della Rai, la frase detta dal primario di Villa Sofia, Matteo Tutino, poi arrestato per truffa al sistema sanitario, in una telefonata con il governatore, Rosario Crocetta: "La Borsellino va fermata, bisogna farla fuori come suo padre". Crocetta, per spiegare il suo silenzio, ha sostenuto oggi di non aver sentito quelle parole. Alla domanda su cosa pensi di questa giustizificazione, Lucia Borsellino ha risposto glaciale: "Non spessa a me fare commenti al riguardo".La Borsellino si era dimessa dopo giorno dopo l'arresto di Tutino, medico personale di Crocetta. Al suo posto il governatore ha nominato assessore il capogruppo del Pd all'Ars, Baldo Gucciardi.
 
Commemorazioni Borsellino, dimissioni Crocetta: Alla vigilia della commemorazione del 23esimo anniversario per la strage in Via D’Amelio, per ricordare la morte del Giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia, le polemiche non mancano, soprattutto in seguito a quanto emerso dal Governatore della Sicilia in un’intercettazione con il suo medico Matteo Tutino. Rita Borsellino, la sorella del magistrato, ha inviato un sms a Crocetta, dicendo che la sua presenza non è ben gradita.L’intercettazione di Crocetta, pubblicata su l’Espresso, ha scosso gli animi di chi crede ancora in quel tipo di lotta e in quel tipo di giustizia che è diventata un simbolo per un’Italia ormai attorniata e piegata dalla corruzione, dal malaffare e dalla prevaricazione dell’interesse individuale a discapito dell’interesse collettivo. Sulle intercettazioni di Crocetta i pm smentiscono e dicono inoltre che di tale conversazione non vi è traccia nelle inchieste della Procura, ma il direttore dell’Espresso ribadisce che c’è, ma non h aggiunto altro. Intanto Crocetta, vista la situazione sul filo di un rasoio e le polemiche che rimbalzano come biglie d’acciaio sull’asfalto ghiacciato, si è rifugiato presso la sua casa di Castel di Tusa, tra Palermo e Messina. Non ha fatto sapere se parteciperà o meno alla commemorazione di Paolo Borsellino. Alla manifestazione vi saranno le massime autorità dello Stato come il presidente Sergio Mattarella, il guardasigilli Andrea Orlando e il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Non presenzieranno i figli di Paolo Borsellino; Lucia, Fiammetta e Manfredi. Salvatore Borsellino, fratello del magistrato, ha detto il giorno dopo la smentita: “Rita gli ha scritto dopo che si sono diffuse le prime notizie che davano per certa l'intercettazione che riguarda Crocetta. Lo stesso pensavo io. Ora però sospendo il giudizio. Se le intercettazioni fossero in realtà una macchina del fango sarebbe un atto di sciacallaggio, aspetto che lo dica la magistratura. Ma in questo momento di incertezza Crocetta farebbe bene a evitare di presentarsi”. Crocetta intanto si è autosospeso.
 
La querela: Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, chiede 10 milioni di euro a L’Espresso e sporge querela in sede civile contro Il Fatto Quotidiano, contro il giornalista Buttafuoco e anche verso Maurizio Gasparri. Intanto dal settimanale dicono che “in aula la verità”. Il suo legale, nel corso di una conferenza stampa ha detto “un'azione civile risarcitoria chiedendo a L'Espresso 10 milioni di danni, la richiesta danni riguarderà l'editoriale L'Espresso, il direttore del settimanale, e i due giornalisti che hanno scritto l'articolo in cui si parla della telefonata tra Tutino e Crocetta”. L’avvocato aggiunge inoltre che il quanto ottenuto dal risarcimento verrà devoluto in beneficienza. La direzione del settimanale replica l’azione risarcitoria dicendo che l’intercettazione esiste ed è secretata e che la secretazione è un decreto del pm e L’Espresso ha detto “Dimostreremo la verità”. Aggiunge inoltre che “La causa annunciata dai legali di Rosario Crocetta può diventare l'occasione processuale per comprovare la piena correttezza del comportamento dell'Espresso e per fare definitiva chiarezza su quanto è avvenuto” intanto il legale di Crocetta dice “L'omessa vigilanza e l'omessa verifica sulla veridicità di questa intercettazione ha letteralmente distrutto e massacrato l'immagine personale, politica e professionale di Rosario Crocetta. L'Espresso si è difeso dicendo che l'intercettazione è secretata. Ma la secretazione è un decreto del pm, lo stesso che più volte ha smentito l'esistenza dell'intercettazione sia ambientale che telefonica”. 
 
 
Intanto  la Procura di Palermo ha aperto un’indagine, i giornalisti dell’Espresso Piero Messina e Maurizio Zoppi sono indagati e accusati di “pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico”. Messina deve rispondere anche di calunnia perché avrebbe indicato una fonte che però non avrebbe confermato ma avrebbe smentito. I due sono stati ascoltati in procura e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Intanto i difensori del medico Matteo Tutino –agli arresti domiciliari per truffa ai danni del servizio sanitario- commentano l’iscrizione nel registro degli indagati dei due giornalisti: “Siamo in presenza di un'azione altamente criminale commessa con il mezzo della comunicazione di massa in danno ad un uomo innocente che è stato lapidato mediaticamente” aggiungono inoltre “E' la conferma che quella frase non esiste”.

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Da Bracciano ad Anguillara fino a Morlupo: strade pericolose e buche killer. Si corre ai ripari solo con i limiti di velocità

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Calzante l’analisi del consigliere comunale di Anguillara (Sinistra in Comune) Enrico Stronati

Buche come crateri che con la pioggia hanno l’effetto di tanto laghetti artificiali. La provincia a Nord di Roma è piena tanto che la Città Metropolitana ha dovuto prendere dei provvedimenti riducendo drasticamente i limiti di velocità. La decisione ha scatenato un fiume di condivisibili polemiche da parte dei residenti dell’area che giustamente vorrebbero si tappassero le buche anziché limitare la velocità delle auto in strade ad alto scorrimento.

Di fatto Città Metropolitana è stata chiara: «Verificato – si legge nell’ordinanza – che allo stato attuale non sono disponibili le risorse economiche necessarie per gli interventi di manutenzione necessari per la messa in sicurezza delle strade in oggetto; Considerato che le condizioni attuali delle strade pregiudicano l’incolumità per tutte le categorie di utenti anche nell’ipotesi del pieno rispetto della velocità massima consentita ed imposta di 70 chilometri orari e 90 chilometri. Preso atto della gravità della situazione».

L’ordinanza è dettagliata e riguarda più strade oltre le principali già dette. Infatti l’atto con effetto immediato, del limite massimo di velocità in 30 chilometri orari, riguarda tutte le categorie di utenti in transito lungo la strada provinciale 4/a “Settevene Palo II” dal chilometro 0+500 aI chilometro 14+300 e dal chilometro 16+500 al chilometro 17+746 (fine tratto); la strada provinciale 15/b “Palidoro Crocicchie” dal chilometro 0+000 al chilometro 14+000; la strada provinciale 41c “Statua” dal chilometro 0+000 aI chilometro 3+660 e dal chilometro 5+400 al chilometro 11+233 (fine tratto); la strada provinciale 493 “Braccianese” dal chilometro 0+000 al chilometro 9+320, dal chilometro 10+200 al chilometro 20+000, dal km 20+675 al chilometro 21+400 e dal chilometro 26+060 al chilometro 33+330 (fine competenza).

Anguillara una cittadina in crescita demografica accelerata dagli anni ’70, oggi sembra un bel quadro con una cornice malandata.

In largo dello Zodiaco le buche sono più grandi e visibili dello stesso battistrada. Che siano spazi privati o comunali, le buche si fanno sentire soprattutto sui pneumatici degli automobilisti e nelle scivolate dei ciclisti.

Calzante l’analisi del consigliere comunale di Sinistra in Comune Enrico Stronati: «La situazione di molte delle nostre strade è indecente, sono tanti anni – ormai – che non esiste un vero programma di manutenzione della viabilità e delle cunette che sono ormai piene di rifiuti e detriti che impediscono all’acqua di defluire aumentando l’usura e il danneggiamento del manto stradale. Le amministrazioni precedenti si sono trovate ad affrontare il baratro del default finanziario e i finanziamenti erano ridotti al lumicino. Il Covid ha portato nelle casse comunali svariati milioni di euro. Esiste un elenco di decine di opere finanziate con i fondi del PNRR. Non c’é, quindi, bisogno di impegnare i fondi del bilancio comunale per soddisfare il desiderio della politica vecchio stampo di voler dimostrare di “fare”. Peraltro è stata illusa la popolazione al momento della cessione del servizio idrico ad Acea (a spese del cittadino) affermando di utilizzare la squadra degli operai comunali, liberati dall’impegno delle manutenzioni idriche, per sistemare le strade. Come se i nostri operai disponessero dei macchinari necessari per una simile missione. Non è stata neanche sfruttata la fortunata coincidenza con i lavori per la posa delle condotte del metano e della fibra per rifare le strade oggetto dei lavori e pulire le cunette. Solo a Ponton dell’Elce, grazie alla posa delle condotte del metano in programma sin dal 2011 (non certo opera del comune) si ha una situazione decente. Sulle strade fatte a metà da Unidata spesso capita di incrociare automobilisti contro mano per sfruttare la carreggiata sistemata. La memoria collettiva spesso dimentica gli accadimenti, ma è importante ricordare che l’ultima manifestazione pubblica organizzata per protestare contro il degrado dilagante delle strade, una costante nel tempo che abbraccia le ultime 3 o 4 consiliature, fu organizzata proprio da un gruppo di persone vicinissime all’attuale amministrazione. Evidentemente costoro, oggi, si spostano per la città via aria».

Il sindaco Angelo Pizzigallo sa che quello delle buche è un problema da risolvere: «La strada dietro largo dello zodiaco è privata. comunque, noi interverremo a breve su Poggio dei pini, l’altra metà di via dei Vignali, via della Mainella, via Grazioli, via comunale di San Francesco ed altre strade.

Le strade colabrodo con buche enormi come crateri oppure piccole e profonde e la viabilità priva di sicurezza con scarsa illuminazione e segnaletica ci sono anche a Castelnuovo di Porto, Rignano, Morlupo e Monterotondo. 

A Castelnuovo è pietoso lo stato in cui versa la via che porta in autostrada. Anche la via prima della rotonda dell’autostrada è completamente distrutta e come se non bastasse le l’autovelox fa crescere la rabbia degli automobilisti: «I pneumatici si rompono un mese sì e l’altro pure – dice un pendolare – i limiti di velocità non servono da soli. C’è bisogno di rifare completamente l’asfalto». A Rignano via delle Grotte è trapuntata di crateri. A Morlupo sono diverse le strade dissestate e le segnalazioni sui social:«In via Antonio Gramsci chiamo tutti i giorni – ha detto una cittadina – ma non si vede nessuno. Fino a che qualcuno non si fa male, specialmente quando piove».

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Il Capo della Polizia Giannini avvia il suo corso sull’antiterrorismo all’Università degli Studi della Tuscia

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Nell’aula magna della sede di Santa Maria in Gradi, oltre duecento studentesse e studenti hanno assistito alla lezione del Prefetto Lamberto Giannini, Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e docente dell’Università degli Studi della Tuscia.
Il Capo della Polizia ha tenuto una lezione dal titolo “Evoluzione della minaccia terroristica: strumenti di prevenzione e contrasto. “Siamo molto onorati di poter annoverare tra i nostri docenti il Prefetto Giannini che, nonostante i gravosi impegni istituzionali, continua a incoraggiare le nuove generazioni a occuparsi di un tema delicato che merita un approccio scientifico” ha dichiarato il Rettore Stefano Ubertini, secondo il quale “l’Ateneo ha costruito una grande capacità di unire riflessione teorica ed esperienze professionali che permettono ai nostri giovani di comprendere meglio come muoversi in un mondo sempre più interessato da cambiamenti veloci e radicali”.
La lezione di venerdì è stata l’avvio del corso di Diritto dell’antiterrorismo e dell’antimafia che Lamberto Giannini tiene per la laurea magistrale del corso “Scienze della politica, della sicurezza internazionale e della comunicazione pubblica” insieme al Vice Prefetto Andrea Nino Caputo. Percorrendo molte vicende del terrorismo italiano e internazionale, la lezione ha messo a fuoco il legame tra la complessità dei rischi e la necessità di trovare strumenti di azione sempre inseriti nel solco del diritto costituzionale. “È fondamentale per coloro che lottano contro il terrorismo avere una profonda conoscenza dei fenomeni, della loro evoluzione e delle modalità con cui si manifestano. Solo così riusciamo ad adottare misure efficaci per contrastarli.
La lotta contro il terrorismo non può e non deve essere limitata alle operazioni di polizia, ma richiede una cultura che fornisca gli strumenti adeguati a prevenire gli attacchi” ha sottolineato il Prefetto Giannini a conclusione della sua lezione. Sul tema della sicurezza, l’Ateneo viterbese ha molto investito in questi anni con un indirizzo dedicato sia nella laurea triennale in Scienze politiche che in quella magistrale e con un nuovo Dottorato di ricerca. Di recente, inoltre, è nato anche il Laboratorio di criminologia e criminalistica che permette a studentesse e studenti di svolgere esercitazioni in materia di balistica e ricostruzione della scena del crimine.



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Civitavecchia, escalation di furti nei negozi: arresti

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CIVITAVECCHIA (RM) – Prosegue l’attività dei Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia volta a contrastare i reati predatori. Nell’ambito di un più ampio piano strategico di controllo del territorio su tutta la provincia, disposto dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma, sono stati intensificati i controlli nella fascia costiera.In particolare i Carabinieri della Sezione Radiomobile di Civitavecchia hanno arrestato due persone, un 55enne ed un 41enne, entrambi già noti alle forze dell’ordine, sopresi in flagranza di reato, mentre tentavano di asportare da un esercizio commerciale denaro e altri oggetti. I fatti sono accaduti nella notte tra martedì e mercoledì scorso, in pieno centro a Ladispoli, ove veniva segnalata la presenza dei due individui che, mediante effrazione della saracinesca, erano entrati all’interno di un chiosco. L’immediato intervento dei militari ha permesso di fermare i due soggetti, che nel tentativo di sottrarsi all’identificazione, hanno ingaggiato una violenta colluttazione con i militari, che sono riusciti comunque ad avere la meglio arrestandoli. L’attività d’indagine condotta dai militari ha poi permesso di accertare che i due avevano, nella stessa giornata, effettuato altri tre furti sempre nel comune di Ladispoli. La refurtiva è stata recuperata dai militari e restituita ai commerciati, vittime dei furti.Gli arresti sono stati convalidati, presso il Tribunale di Civitavecchia, che ha poi disposto il trasferimento del 41enne presso il carcere di Civitavecchia mentre per il 55enne l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

 

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