PALERMO: SEQUESTRO PATRIMONIALE AL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE VETERINARIA

di Angelo Barraco

Palermo –  E’ stato effettuato un sequestro patrimoniale a Paolo Giambruno, il direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp. Le accuse contro Paolo Giambruno sono di violazione della deontologia professionale e legami con personaggi di cosa nostra. Ad emettere il provvedimento è stata la sezione misure di prevenzione del Tribunale su iniziativa della Procura della Repubblica e su esecuzione della Polizia. Sono state eseguite delle indagini preliminari che hanno portato al coinvolgimento di 29 persone che sono: funzionari, dirigenti dell’Asp, imprenditori del settore alimentare, l’attività investigativa è stata svolta dalla Digos. Queste persone sono accusate di reati con la pubblica amministrazione e violenza della normativa e tutela della salute pubblica. Gli imprenditori, in merito alle indagini svolte, hanno detto che è venuto fuori: “un sistema di cointeressenze, a livello imprenditoriale, intrattenute dal funzionario pubblico con un noto esponente mafioso, Salvatore Cataldo, uomo di spicco di cosa nostra nell’importante centro di Carini". Sarebbero "emerse numerose irregolarità nell'ambito dei controlli sanitari dal Dipartimento di prevenzione veterinario dell'Asp, sulla qualità delle carni da destinare al consumo. Sono state segnalate, condotte illecite del direttore del dipartimento che sarebbero state realizzate, violando dettati normativi e deontologici, pur di tutelare gli  interessi di un allevatore senza scrupoli che avrebbe voluto commercializzare capi di bestiame infetti. Solo l’intervento tempestivo della Polizia ha scongiurato l’immissione sul mercato di tali carni nocive per la salute pubblica". In merito alla posizione di Paolo Giamburo le forze dell’ordine aggiungono: “sarebbero emerse responsabilità penali del funzionario e dell’esponente mafioso, in ordine al delitto di interposizione fittizia di beni, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale, con l’aggravante di avere agito al fine di agevolare esponenti del sodalizio criminale appartenenti alla famiglia mafiosa di Carini, negli anni che vanno dal 2005 a tutto il 2013”.