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Papa Francesco: "la chiesa deve mettersi nella politica alta"

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Tempo di lettura 3 minuti Così Bergoglio nel corso di un convegno sulla criminalità organizzata

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di Angelo Barraco
 
“La Chiesa è chiamata a compromettersi. Si dice che la Chiesa non debba mettersi nella politica, la chiesa deve mettersi nella politica alta” è questa la frase che ha pronunciato Papa Francesco nel corso di un convegno sulla criminalità organizzata e la tratta di esseri umani avvenuto nel mese di giugno. Un concetto che esprime un’esigenza quasi viscerale di un’istituzione con potere autonomo e e forte, che sembra essere rinata con Papa Bergoglio, figura carismatica che ha portare pace, amore, umiltà in ogni angolo del mondo, una figura perfettamente disegnata ad hoc da architetti che muovono i fili di un sistema tanto grande quanto complesso. Una figura che ha saputo risollevare la chiesa cattolica da un periodo di “Crisi della fede” avuto con Papa Benedetto XVI. Bergoglio parla di una chiesa pronta a subentrare in politica, saltando la staccionata e abbattendo metaforicamente la barriera unidirezionale e di fede, una Chiesa che oggi vuole muoversi “nella politica alta”, quella politica che cambia il volto del nostro paese, della nostra Italia che ogni giorno assume dimensioni e sfaccettature sempre differenti a causa di una continua e repentina evoluzione sociale e culturale, quella politica che spesso è marcia, corrotta e collusa: Ma tale affermazione è oggettivamente concretizzabile? Partiamo da un principio fondamentale che è riportato sulla nostra Carta Costituzionale e che sta alla base della inapplicabilità di quanto dichiarato dal pontefice: Articolo 7 recita: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale”. 
 
Ciò significa che entrambi i poteri posseggono una reciproca posizione istituzionale indipendente. Il secondo comma stabilisce che “I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”. I Patti Lateranensi rappresentano un trattato/concordato che hanno dato vita allo Stato della Città del Vaticano. Furono firmati in data 11 febbraio 1929 dal cardinale Gasparri, segretario di Stato Vaticano e da Mussolini. L’accordo è racchiuso in 14 tabella, che nel corso degli anni subirono delle lievi modifiche. In un primo momento la religione cattolica viene indicata come “religione cattolica, apostolica e romana”, quindi come sola religione di Stato. Tale concordato da inizialmente alcuni privilegi agli ecclesiastici come l’esonero dalla leva militare e speciali trattamenti penali, insegnamento della religione a scuola, assistenza spirituale alle forze armate. Il tutto cambia molti anni dopo, esattamente il 18 febbraio 1984, quando il cardinale Agostino Casaroli  e il presidente del Consiglio Craxi firmano un accordo di revisione in merito ad alcuni aspetti del Concordato. Da quel momento sarà l’8×1000 a finanziare il clero e i vescovi verranno più nominati mediante l’approvazione del governo italiano. Cambiano anche le clausole che riguardano il matrimonio, l’insegnamento della religione a scuola che diventa facoltativa, la Sacra Rota. Tale modifica è avvenuta sulla base del terzo comma dell’articolo 7 della Costituzione Italiana “I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale”. Uno Stato fa fronte agli elementi oggettivi di pressione interna –quali crisi, guerre, immigrazione- attraverso l’applicazione delle leggi e l’azione repentina ai fini di poter garantire la sicurezza ai cittadini e l’efficienza dei servizi che ogni cittadino ha il diritto di ottenere grazie al contributo che versa costantemente. L’articolo 117 recita “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”. L’articolo 70 invece puntualizza ulteriormente il concetto legislativo “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”. Ciò significa che la costituzione italiana –costituzione rigida modificabile con apposito atto normativo con procedura aggravata- non apre le porte alla legiferazione se non agli appartenenti dello Stato stesso. Le affermazioni di Bergoglio, seppur piene di entusiasmo e sicuramente spinte da una un’innata voglia di avanzamento all’interno della “politica alta”, non possono però trovare riscontro oggettivo. Vi è una carta costituzionale che dimostra oggettivamente quanto sia difficile la salita per la “politica alta”. Nicolás Gómez Dávila -Tra poche parole, 1977/92-  scriveva “La Chiesa impotente di oggi dimentica che solo chi è potente può dire sciocchezze senza screditarsi”.

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Silenzio assoluto e oscurantismo sul centenario della nascita dell’URSS: una compagine politica fondamentale della storia dell’Occidente

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Le quindici repubbliche indipendenti e sovrane, tra cui l’Ucraina, aderirono a quella che due anni dopo divenne una Federazione destinata a durare circa settantanni

E’ indiscutibilmente una vicenda quasi irreale quella che stiamo vivendo noi cittadini europei, non solo l’acrimonia se non odio vero e proprio nei confronti della Russia ma anche il fatto che sono trascorsi un pugno di giorni dalla ricorrenza della nascita il 30.12.1922, dell’URSS, della Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, cioè della compagine politica fondamentale della storia dell’Occidente e il silenzio è stato ed è, assoluto, oscurantismo completo! Le quindici repubbliche indipendenti e sovrane, tra cui l’Ucraina, aderirono a quella che due anni dopo divenne una Federazione destinata a durare circa settantanni: era l’epoca di Lenin, il creatore del nuovo stato sovietico, la configurazione politica più significativa del pianeta, una superficie che occupava e occupa quasi tanto quanto gli Stati Uniti e la Cina messi assieme! Il 30.12.1922 nel segno di una rivoluzione di cui non si era mai visto prima l’eguale per conquiste sociali e politiche ma anche per distruzioni e morti, era il proseguimento della Russia di Ivan il Terribile, di Pietro il Grande e di Caterina II la Grande con il loro notevole apporto alla grandezza e alla civilizzazione dell’immenso Paese. Spirito, cultura rivolti verso l’Europa: l’occidentalizzazione è fino ad oggi il suo marchio e la sua fisionomia, è la maggiore nazione europea. La componente asiatica, ricca di numerose razze e lingue e civiltà, evidenzia altre caratteristiche dello sconfinato Paese.

La orribile guerra Russia-Ucraina, in verità Stati Uniti, Nato e la serva Europa contro la Russia, durerà a lungo, con investimenti sempre maggiori in armamenti e appezzentimento e miseria inevitabili dei popoli europei: il bilancio, come sempre nella storia dell’uomo, fame e miseria, distruzioni e morti. E gli autori e armatori, Stati Uniti ecc. ben acquattati dietro le quinte, mandano armi e soldi e lasciano che gli altri si ammazzino e sbudellino, sotto la guida dell’amato Zelensky! Inevitabili rancore e risentimento della Russia nei confronti dell’Europa, anni e anni saranno necessari per rimuovere tali sentimenti e tornare al rispetto e alla ripresa delle relazioni.

Per ripetere Bertrand Russell, Einstein, Papa Francesco, è somma stoltizia e follia spendere soldi per ammazzarsi e distruggere e non invece migliorare le condizioni di vita, anche dei popoli in difficoltà. Nobel, l’inventore della dinamite, scrisse: i grandi criminali che trascinano i popoli verso la guerra! Sono sotto gli occhi di tutti, impuniti, grazie ai cittadini indifferenti e masochisti: una corsa verso il baratro. E le Ursule europee e italiane, sorridenti, mandano armi e soldi, per essere ligie a Biden e alla NATO, i nemici viscerali autentici, i guerrafondai! Perché tanto servilismo a Biden & Co e tanto odio verso la Russia, la sorella europea?

Allorché la politica, come quella che ci circonda, si immischia delle cose del pensiero e della cultura non può che dimostrare inadeguatezza: i Mitterand, i Malraux, i Willy Brandt, i Kohl, i Moro sono materiale raro, pregiato, ben altre le loro condotte: l’agone politico europeo è infestato anche dalla fauna più ignorante e non di rado mazzettiera e corrotta. A nome dei popoli che disgraziatamente sono chiamati a rappresentare, come si permettono i politici europei, con quale autorità morale e culturale, di seminare odio inaudito nei confronti della Russia, non solo con le loro stolte parole ma a mezzo di iniziative quando non criminali o illegittime, chiaramente ridicole e grottesche? Come si permettono di parlare a nome dei propri cittadini di cultura e di civiltà e al medesimo tempo vilipendere questo grande paese, gloria dell’Europa, per primo promotore della giustizia sociale e della uguaglianza tra la gente, salvatore reale dell’Europa in più occasioni col sangue dei propri figli, patria di titani dell’arte di ogni genere, che hanno illuminato, e illuminano, l’intero pianeta? E allo stesso tempo sostenere i vari falstaff bombaroli, dichiaratamente nazionalisti e occultamente nazisti e fascisti? Come si permettono i vari Macron, le varie Ursule della scena europea, togliere soldi ai propri cittadini e regalarli a Zelensky affinché più razionalmente possa contribuire, senza nessuna opposizione o parvenza di contestazione, alla distruzione sistematica del proprio paese e alla gestione di cifre faraoniche di soldi? Perché? A Zelensky sì e no alle altre popolazioni del pianeta bisognevoli? Che cosa è siffatta solidarietà a senso unico? E’ palesemente solo per inginocchiarsi a Biden, prevaricatore per vocazione personale e per tradizione storica. Quanto in qualche modo contribuisce alla evidente e sfacciata improvvisa avversione alla Russia è anche il fatto che in Europa oggi è politicamente evidente una forte presenza cosiddetta di destra se non autoritaria in certi stati, da sempre per costituzione ideologica, conservatrice e reazionaria, tra l’altro nemica connaturata del comunismo: quindi la cosiddetta ‘aggressione’ della Russia, in perfetta sintonia con gli Stati Uniti è occasione di insulti e rappresaglie. Abbasso la pace, evviva la guerra! La Cina è presente e guarda solamente, per ora e, a parte i pericoli suscettibili di sfociare in qualcosa di distruttivo della intera umanità, la sola compagine idonea a fungere da arbitro fattivo e intelligente verso la pace, l’Europa dunque, è ormai dichiarato e felice stuoino di Biden e NATO, senza impedimenti, tutti d’accordo, salvo la gran parte dei cittadini! La dissoluzione dell’URSS il 26.XII.1991 a seguito delle teorie e ideali del presidente Gorbaciov, la guerra in atto, risveglia, come è stato osservato, l’atmosfera in Europa degli anni venti e trenta e cioè Stalin e la nascita di Mussolini, di Franco, di Salazar, di Hitler…

Si legga quanto scritto sul Muro di Berlino, il simbolo della cortina di ferro, della divisione tra le nazioni, e si ricordino le parole di Kennedy del 26 giugno del 1963 a Berlino Ovest: Ich bin ein Berliner, sono un berlinese, a sottolineare la comunità delle genti e non i conflitti o addirittura le guerre!

Noam Chomsky, sempre univoco, ha scritto ripetutamente che l’Europa “è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile….una brutta copia degli Stati Uniti, anche se ancora più tragico perché hanno una sensazione di grande indipendenza. Gli intellettuali d’Europa…..hanno subito dagli Stati Uniti un totale lavaggio del cervello”. E il da poco defunto presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha scritto: “…oggi abbiamo bisogno di Europa, di un’Europa che sia e diventi uno strumento di pace”. “La pace è amicizia tra i popoli, è cooperazione tra gli Stati, condivisione di sovranità con gli organismi internazionali”. Tutto saltato in aria “..dalle armi che sparano, dalle bombe che esplodono, dal riarmo sul nucleare….”.

La sola speranza sono i cittadini europei e il loro dissenso, partecipativo.

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Strage di Acca Larenzia: chi fu il mandante?

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Tanti passaggi di mano per la mitraglietta Cz 61 Skorpion calibro 7.65 usata per la strage di via Acca Larenzia, per il rapimento di Aldo Moro, per gli omicidi dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffilli.

Oggi dopo 45 anni da quei fatti ci si chiede ancora: chi è il mandante? Riproponiamo la video intervista del 2018 a uno dei sopravvissuti – Maurizio Lupini – e il video servizio che ripercorrere il clima politico di quei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano.

La video intervista a Maurizio Lupini [Cliccare sulla foto per guardare]

Il video servizio che ripercorre quello che era clima politico dei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano [Cliccare sulla foto per guardare]

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Giustizia pilastro della democrazia, Lucarella: “Si intervenga sulle storture”

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Il referendum sulla giustizia è alle porte. Si voterà il prossimo 12 giugno. Nel mezzo c’è la riforma del Ministro Cartabia che, dopo il primo passaggio alla Camera dei Deputati, è
incardinata al Senato della Repubblica.

Questo il commento a caldo di Angelo Lucarella, vice coordinatore della commissione giustizia del Ministero dello sviluppo economico, che L’Osservatore d’Italia ha raccolto per i lettori.
“Il referendum è un istituto costituzionalmente sacro del nostro Paese. Non si tratta di essere pro o contro la magistratura o sostenere una iniziativa di colore politico. Si tratta di riconoscere che esiste un problema e di non sottovalutare che la democrazia si deve esprimere, soprattutto, con la chiamata del popolo al voto.

Illustri giuristi come Nordio, Cassese, ecc. hanno sposato la questione perché siamo ad un punto cruciale della vita del sistema giudiziario.
Ecco, sebbene il referendum non risolva tutti i problemi di certo ne evidenzia quelli indifferibili da trattare. Porte girevoli in primis. Anzi, poiché c’è un limite oggettivo di natura costituzionale si dovrebbe anche intervenire con una revisione puntuale che includa un nuovo assetto del giusto processo e che fissi una volta per tutte la separazione delle carriere (che ad onor del vero, se passasse oggi il referendum, porrebbe un problema di politica giudiziaria ulteriore ovvero come pensare i percorsi sin dalle Università).


In sostanza siamo tutti per una magistratura sana, perché ci sono tanti giudici seri, coraggiosi, garantisti. È anche per loro, oltreché alle circa 30 mila persone colpite da ingiuste carcerazioni dagli anni 90 in poi (dati pubblicati dall’Osservatorio ErroriGiudiriari in collaborazione con l’Unione Camere Penali d’Italia) che occorre rispettare il voto referendario.
In ultimo è da tener conto che il Ministero della Giustizia ha riportato che nel 2021 ci sono stati circa 24 milioni di euro di risarcimenti per ingiusta carcerazione preventiva (nel 2020 il totale fu 37 milioni) e che 43 mila euro, invece, è la media-importo per caso.
Ad ogni modo l’importante è andare a votare (a prescindere dall’orientamento per il Si o per il No) perché più forte è la voce dei cittadini, migliore più essere il dialogo tra i poteri dello Stato”.

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