Parco Archeologico di Paestum e Velia, iniziative post lockdown: l’intervista al direttore Zuchtriegel

Johannes Gabriel Zuchtriegel, uno dei super direttori nominati nel 2015 dall’allora Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, a soli 34 anni, Direttore responsabile del Museo Archeologico Nazionale di Paestum e nel gennaio 2020 Direttore di Elea-Velia ha rilasciato un’intervista esclusiva a L’Osservatore d’Italia in merito ai nuovi progetti del Parco Archeologico di Paestum e Velia.

Il Parco è stato tra i primi luoghi d’interesse culturale d’Italia ad aprire dopo il lockdown, quali iniziative future per i fruitori?

Lavoriamo per rendere fruibili altre zone sia del sito di Paestum sia di quello di Velia, per il quale abbiamo sviluppato anche un ambizioso progetto di accessibilità, che vorremmo candidare per un finanziamento. Inoltre procedono ricerche e scavi, speriamo che presto anche le università potranno riprendere le loro attività sul campo. Paestum e Velia sono un grande laboratorio di archeologia e arte, e l’obietto nostro è di rendere i visitatori partecipi di questo processo, anche attraverso i social e la digitalizzazione.

Il Parco (secondo i dati del Mibact) e per due anni è risultato 16esimo nella classifica dei trenta musei più visitati d’Italia, nel 2018 con 427 339 utenti e nel 2019 con 443 451 di presenze. Lei ha dichiarato, ad un noto giornale, che gia prevede il calo del 70 % di “viaggiatori”, con la differenza di 5mila visitatori, con la media attuale di  700 presenze al giorno, ed inoltre  il Parco ha perso già 100mila presenze, come vede dal punto di vista economico? quali misure prenderà? Ci saranno altri eventi (parlo di rilevanza mediatica e anche di bellezza) come “Le via dell’amicizia”?

Per fortuna, grazie a finanziamenti del Ministero dei beni culturali e anche da alcuni sostenitori privati, riusciamo quest’anno a portare avanti la gestione ordinaria, la manutenzione, restauri e attività di indagine archeologica. Anche i servizi ai visitatori e la fruizione dei siti in sicurezza sono garantiti. Il concerto di Riccardo Muti, sostenuto dalla Regione Campania e dalla Camera di Commercio di Salerno, che ringraziamo, è stato un momento eccezionale e non può essere ripetuto, andrà in onda su RAI5 il 23 luglio. Ma stiamo lavorando su varie ipotesi per offrire qualcosa al pubblico durante l’estate, anche se ovviamente i programmi pre-Covid sono saltati e la disponibilità finanziaria è quella che è al momento. Ritengo tuttavia importante contribuire, nei limiti del possibile, al rilancio della attività di spettacolo, concerti e cinema, che sono stati colpiti duramente dalla pandemia.

È stato nominato Socio onorario archeologia friulana, c’è qualcuno in particolare che dedica questo onorificenza?

E’ un gesto che mi ha sorpreso, positivamente ovviamente, e onorato. Sono molto felice di questa onorificenza perché la considero espressione dei rapporti proficui tra società civile e beni culturali. Negli anni scorsi, gli amici del Friuli hanno dato un grande contributo alla manutenzione del sito, ma anche alla sensibilizzazione dei giovani per la tutela del patrimonio, la storia e l’archeologia. Un’esperienza virtuosa.

Vive ancora con la sua famiglia nel centro storico di Napoli? Cosa le piace del capoluogo partenopeo? (se può raccontare la sua esperienza di vissuto nella città di Partenope)

Qualche tempo fa ci siamo trasferiti in campagna, non lontano da Paestum. Ma Napoli, che è una città unica al mondo, la porterò sempre nel cuore. Non sarei in grado di descrivere Napoli, né di raccontare a qualcuno che non la conosce cosa significhi. Ma oggettivamente è una delle città d’arte dove il centro storico è ancora pieno di vita, di famiglie e di quotidianità, mentre in altri casi ci sono rimasti solo alberghi, ristoranti e uffici.