PARCO DEI CASTELLI ROMANI: "VIENI C'È UNO SFASCIO NEL BOSCO"

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di Chiara Rai

Parco dei Castelli Romani (RM) – E la mente ritorna indietro a quella celebre canzone che canticchiavano le nonne ai nipoti "Vieni c'e' una strada nel bosco". Noi invece nel bosco abbiamo trovato altro. Il Parco Regionale dei Castelli Romani non è nell’occhio delle critiche soltanto da parte de L’Osservatore d’Italia. Le insoddisfazioni viaggiano in lungo e in largo, dai cittadini alle istituzioni la musica non cambia: l’Ente Parco regionale dei Castelli Romani sembra proprio inerme e impermeabile ai disagi, incuria e degrado che ormai dominano il territorio naturale protetto alle porte di Roma. Proprio per questo il nostro diritto di cronaca e di critica si farà ancora più assiduo raccogliendo malumori e testimonianze. Come l’ultima di un rinomato e celebre albergatore e ristoratore conosciuto nell’area castellana che sul social network del nostro quotidiano ha delineato con brevi tratti quella che è una annosa situazione che si consuma proprio di fronte ai suoi occhi.

L’albergatore scrive: “Ho una attività alberghiera nel parco , nel comune di Velletri e al confine con me ( zona Alberghiera da piano regolatore) opera uno sfascio di automobili , mascherato da officina , senza autorizzazione alcuna del Comune di Velletri, e il Parco non la vede, anzi,…….. Qualcuno potrebbe chiedere ai responsabili del Parco se nel Parco si possono esercitare tali attività”. Tutto questo continua a persistere di fronte ad un silenzio assordante nonostante sotto l’enorme “sfascio” scorra l’acqua del Simbrivio che arriva nelle case dei residenti.

Uno scenario che ha dell’assurdo con tanto di fotografia che rende meglio l’idea: sì proprio così, nel Parco ci sono disseminate automobili, una vera e propria officina/rimessa/ sfascio che opera in un ambiente naturale protetto e per di più in una zona classificata come alberghiera.

A questo punto una semplice bonifica non basta bisogna attuare una politica risolutiva anziché tenere in vita un baraccone che non serve a risolvere i problemi.

Ma questa situazione non sembra essere l’unica perché anche il sindaco di Ariccia Emilio Cianfanelli ha commentato la situazione in cui versa il Parco dei Castelli Romani e segnalato che proprio nel territorio di Ariccia ci sarebbe nel Parco una costruzione abusiva che addirittura tratta scarti organici. L’Osservatore d’Italia prenderà bene le coordinate per farci presto un salto.

Intanto ecco cosa dice il primo cittadino ariccino: “Il Parco dei Castelli nasce da un patto scellerato tra pseudo fondamentalisti e speculatori pubblici e privati. Basta vedere come è stato disegnato. Doveva comprendere tutto il territorio del Vulcano Laziale tenendo conto delle attività dei cittadini dei Castelli. E' sorto invece un baraccone partitocratico. La Regione Lazio ha tutta la responsabilità della scarsa efficacia del Parco. Francesco Storace lo ha fatto diventare una clientela regionale marginalizzando definitivamente i Comuni. Chiaramente non funziona e non può funzionare,sono anni che è commissariato ed è ormai un altro ente che chiede balzelli e afferma la sua autorevolezza cercando di proibire alle persone normali,facendo finte di non vedere tagli dei boschi speculativi,discariche,abusi,L'Assessore all'ambiente ha promesso ai Sindaci recentemente a Rocca di Papa di intervenire sul carrozzone ,stiamo a vedere”.

E stiamo a vedere anche noi che per il momento non possiamo far altro che raccontare lo scempio in cui versa un’aerea protetta. Va bene la tanto sbandierata prevenzione sui temi ambientali e sulle brochure dell’Ente. Ma come mai questi grossi fenomeni non vengono arginati una volta per tutte?