PARCO DELLA CELLULOSA, QUANTO DURERA' ANCORA LO SCARICABARILE?

di Daniele Rizzo

Roma – Di esempi di incompetenza amministrativa ne viviamo e vediamo moltissimi ogni giorno. Ma quello che dal 2010 succede nell’attuale XIII Municipio (ex XVIII) lascia davvero l’amaro in bocca.

Iniziamo col dire che nel quartiere di Casalotti è presente il Parco della Cellulosa, un’area protetta che nel 2006 la giunta regionale capitanata da Marrazzo istituì come Monumento Naturale. Il parco, di quasi 100 ettari, è così chiamato perché in epoca fascista fungeva da centro di raccolta e ricerca per l’Ente nazionale Cellulosa e carta, organo nato con lo scopo di sostenere economicamente la stampa italiana e sostituire l’import in logica autarchica. Dal 1935 in poi il Parco venne utilizzato da diversi enti di ricerca, fino almeno al 2013, anno in cui l’ISPRA ha abbandonato gli edifici interni al parco per trasferirsi altrove. Nonostante la presenza di organi nazionali nel parco nessuna organizzazione fino al 2005 si è preoccupata della salvaguardia o della tutela del parco stesso. Così nel mese di febbraio del 2005 si è autonomamente costituito il Comitato per il Parco della Cellulosa, che con la collaborazione di Legambiente e di ben 41 associazioni territoriali ha raccolto in pochi mesi più di 5000 firme per chiedere l’acquisizione comunale dell’intera area, la realizzazione di un parco pubblico con spirito conservativo, l’utilizzo dei fabbricati per attività socio-culturali.

Come detto, l’11 maggio 2006 Marrazzo decreta la nascita del Monumento Naturale del Parco della Cellulosa, stanziando inoltre 350.000 euro. Da questo momento però inizia il calvario del Comitato. Innanzitutto si chiede che il comune acquisisca circa 14 ettari di parco, zona in cui sono inclusi i fabbricati, e che vengano messi a disposizioni i 350.000 stanziati dalla Regione. Sull’acquisizione dobbiamo dire che il parco è attualmente proprietà della LIGESTRA2, una s.p.a. interamente controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze.

Tardando le risposte da parte dell’amministrazione, nel 2007 il Comitato comincia a “vivere” il parco, organizzando feste, mostre, fiere e raduni all’interno del parco stesso, sempre con lo scopo di vivere e tutelare l’area protetta.

Finalmente il 5 gennaio 2007 la giunta comunale delibera lo stanziamento di 2,5 milioni di euro (fondi di Roma Capitale) per acquisire l’area di 14 ettari e i relativi immobili presenti al suo interno. A testimonianza delle buone intenzioni dell’amministrazione comunale intervengono inoltre numerose memorie di giunta che raccontano dei contatti tra l’Assessorato all’ambiente e al verde e l’Ente Nazionale per la cellulosa e per la carta e la Società Ligestra Due s.r.l., al fine di contrattare l’acquisizione.

Nel febbraio 2010 inoltre l’Ente Nazionale per la Cellulosa e per la Carta e la Società Ligestra hanno confermato di aver avviato le procedure per la predisposizione e la verifica degli atti e documenti propedeutici all’alienazione dei terreni, al prezzo complessivo di 2 milioni e 100 mila euro. Con la giunta Alemanno poi da 2.5 milioni per acquisire l’area verde e l’edificio si è passati a 1.3 milioni, lasciando di fatto fuori il fabbricato dalla transazione economica.Nel dicembre 2011 si è poi arrivati alla mediazione finale sul prezzo, che con una nota della società Ligestra si apprende essere stato fissato a 1.329.025,00 euro. Un mese prima intanto il municipio aveva chiesto a Roma capitale di sbloccare i fondi per l’acquisizione. Il 22 novembre 2012 finalmente l’Assemblea Capitolina ha acquistato con voto unanime il Parco della Cellulosa. Da quel giorno però, nonostante i fondi ci siano, non si riesce a procedere con l’acquisizione del Parco.

Il presidente del Comitato promotore per il Parco della Cellulosa, Salvatore Porrello, ha quindi sollevato la questione con un appello pubblico che cerca di capire come sia possibile che dal 2012 “un assurdo scaricabarile fra gli Uffici competenti” stia di fatto rendendo impossibile “la firma dell'Atto notarile pronto da mesi presso il Notaio Salvatore Mussumeci”. Quello che si chiede Porrello – e che ci chiediamo anche noi – è perché non si proceda con l’acquisizione dell’area e quali siano i reali motivi che ostacolano il naturale evolversi del procedimento. E’ evidente che ci sia una negligenza da parte degli organi preposti, negligenza che si ripercuote sulla buona fede di tutti quei cittadini facenti parte del Comitato che da anni gestiscono sine titulo l’area del Parco e se ne assolvono sì gli onori ma soprattutto gli oneri (come ad esempio le utenze Acea acqua ed energia).

Appurato che la volontà politica di procedere con l’acquisizione c’è, appurato che i fondi per procedere sono presenti nella casse comunali e appurato che da mesi il notaio Mussumeci ha l’atto notarile pronto, chiediamo alle autorità competenti di spiegarci il perché di questo assurdo scaricabarile che ormai da anni impedisce la piena fruizione di un bene comune tanto importante per il territorio e la comunità di Casalotti.