PARMA CALCIO: GIAMPIETRO MANENTI ALLA SBARRA

Redazione

Arrestato per reimpiego di capitali illeciti il patron del Parma Calcio Giampietro Manenti, con lui arrestate altre 21 persone. L'operazione è stata svolta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma e tra i reati contestati ci sono peculato e autoriciclaggio con l'aggravante del metodo mafioso. Oltre agli arresti, sono in corso una sessantina di perquisizioni in varie città italiane.

45 anni, di Limbiate, in Brianza, titolare della MapiGroup, piccola azienda di servizi e consulenze con sede a Nova Gorica, in Slovenia, Giampietro Manenti ha rilevato dalla Dastraso Holdings le quote della società Parma FC a febbraio (per l’esattezza il 66,5% di Eventi Sportivi, la società che controlla la squadra, pare per 1 euro) e ne è diventato presidente e amministratore unico. La sua “mission impossible”, almeno fino all'arresto di questa mattina da parte della Guardia di Finanza che lo accusano di autoriciclaggio, è stata quella di evitare il fallimento della squadra di calcio e “difenderla” dalle tre istanze presentate in Prefettura con questo obiettivo da giocatori e fornitori. Evitando anche un vero e proprio terremoto per la Serie A.
In passato anche allenatore (dell'As Molino, società brianzola di terza categoria) e giocatore delle giovanili del Milan (4 partite a 14 anni, in carriera anche un passaggio nei juniores dell'Avellino e della Salernitana, senza mai giocare; poi un infortunio che ne ha fermato la carriera), cresciuto a Senago, Manenti si è trasferito a Limbiate intorno ai 18 anni, e per nove anni a Montecatini Terme, per poi tornare a Limbiate. Nel suo curriculum scolastico un diploma alla scuola agraria di Limbiate e l'università a Milano, esperienza conclusa a tre esami dalla laurea. Tre figli, tre matrimoni, Manenti ha oggi una compagna polacca.Da registrare nel 2014 il tentativo di acquisizione della squadra delBrescia, non andato a buon fine.