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Redazione Lazio

PARRONCINI: “ACQUAPENDENTE NON NE PUÒ PIÙ. DALLA REGIONE UN TIRO AL BERSAGLIO IN OGNI SETTORE”

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Redazione


Le accuse del consigliere regionale del Pd Giuseppe Parroncini alla Giunta Polverini in una lettera aperta:

"Quale peccato deve espiare la comunità di Acquapendente? Di quale nefande colpe si è macchiato il territorio per meritare questo assedio da parte della Polverini e della sua giunta? Da diversi mesi stiamo assistendo a un vero e proprio tiro al bersaglio, che sta privando la città dei Pugnaloni di risorse e servizi di primaria importanza. Una vera e propria opera di demolizione e desertificazione, che si sta compiendo nel silenzio, o sarebbe meglio dire con la complicità, dei due principali esponenti di centrodestra della giunta e del consiglio regionale, l’assessore Angela Brindelli e il consigliere Francesco Battistoni.

La prima di Bolsena, il secondo già sindaco di Proceno, si stanno rendendo protagonisti di una singolare competizione: chi riesce a rappresentare nel modo peggiore gli interessi del  comprensorio di origine, a danno dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Il sindaco Alberto Bambini, con il conforto degli altri amministratori del territorio, sta facendo il possibile e l’impossibile per tutelare la propria comunità, in modo trasparente e costruttivo, adducendo ragioni a fronte dei tanti pretesti, richiamando i diritti a fronte dei soprusi.
Perché è un sopruso incomprensibile lo smantellamento dell’ospedale, la chiusura della Chirurgia, il depotenziamento del pronto soccorso (ultime notizie raccapriccianti riguardano la riduzione delle ore dell’anestesista e il dirottamento dei codici rossi).

La mancata individuazione del distretto montano, assegnato ad altri comprensori e negato all’alto Lazio è una discriminazione intollerabile e ingiustificata. La rassegna dei colpi bassi non finisce qui: la giunta Polverini si è contraddistinta anche nei settori dell’agricoltura (risorsa primaria del comprensorio), della cultura, dell’ambiente e dei servizi. Si è disposta la chiusura dello sportello agricolo di zona accampando una ragione infondata e inesistente quale quella degli oneri relativi all’affitto dei locali. Peccato che la sede sia fornita dal Comune  e in modo del tutto gratuito. Cos’è questo se non un atto di soverchieria?

La Riserva naturale di Monte Rufeno, patrimonio unico e di grande capacità attrattiva, è stato ridotto all’impotenza. I tagli sono stati talmente rilevanti da mettere a rischio anche l’approvvigionamento di carburante per i mezzi. Per non parlare delle sforbiciate di inizio legislatura per opere già finanziate dalla precedente giunta. Stessa impietosa condizione minaccia il sistema museale, abbandonato a se stesso, colpito da dannose quanto improvvide economie che, in spregio alla sua rilevanza e unicità, ne compromettono funzionalità e conservazione.

La ciliegina sulla torta poi è arrivata negli ultimissimi giorni, con la richiesta da parte della Regione Lazio della restituzione dei locali del cinema Olimpia, gestito in modo virtuoso da una cooperativa locale con un’importante ricaduta occupazionale.

Siamo di fronte ad un vero e proprio accanimento ingiustificato ed ingiustificabile. La comunità di Acquapendente si è sempre contraddistinta per la modernità e l’efficacia dell’azione amministrativa, ha sempre dimostrato civiltà e capacità di competere ai massimi livelli e nell’ambito dell’eccellenza, peraltro in una condizione doppiamente difficile, dato il carattere di marginalità socio – economica che contraddistingue il territorio.

Ecco perché la situazione è divenuta insopportabile. E’ora che chi ha responsabilità di governo regionale desista  da tale scempio. Noi continueremo a fare il mestiere per cui siamo stati eletti, quello di difendere i cittadini, anzi raddoppieremo e triplicheremo tale sforzo. Per salvaguardare una città, per tutelare i suoi cittadini, per non dilapidare un patrimonio prezioso di competenza e passione rappresentato dal lavoro quotidiano dei cittadini e dei loro amministratori."
 

Cronaca

Capranica, domenica l’inaugurazione del villaggio di Natale in miniatura

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Francesco Virgili “Da undici anni allietiamo le feste natalizie di grandi e piccini.”
 
 
Sarà inaugurato domenica 3 dicembre 2023, alle ore 16, a Capranica (VT), in via Valle Santi 3, il Villaggio di Natale in miniatura realizzato da Francesco Virgili.
 
Il consigliere comunale non ha fatto tutto da solo, ma si è avvalso della preziosa collaborazione di Maria Giuseppina Rossi, Claudio Concordia, Danilo Di Giuseppe, Roberto Mazzolini, Graziella Platti, Luigi Jaculli, Manuela Meloni, Massimo Barbarani e Mario Sortino.
 
“Anche quest’anno l’allestimento è particolarmente ricco – dichiara Francesco Virgili – con negozi, aree di svago e parchi giochi, sciatori, due mongolfiere, un trenino elettrico della Lionel, una pista delle automobili, Babbo Natale a bordo della sua slitta magica. Il villaggio in miniatura ha un quadro dedicato alla famosa base di lancio statunitense di Cape Canaveral.
 
Invito tutti i cittadini di Capranica a partecipare all’inaugurazione e a visitare assieme alle famiglie il villaggio in miniatura – conclude Virgili – abbiamo iniziato ad allestirlo il 20 settembre per terminare il 15 di novembre. Sono undici anni che allietiamo le festività natalizie di grandi e piccini e questo per noi è una grande gioia.”
 
Sono stati invitati all’inaugurazione il presidente della provincia Alessandro Romoli, il Sindaco di Capranica Pietro Nocchi, il primo cittadino di Vetralla Sandrino Aquilani, il sindaco di Morlupo Ettore Iacomussi e quello di Vejano Teresa Pasquali, il vice Sindaco di Tessennano Giorgio Gentilini, il presidente del consiglio comunale di Sutri Vincenzo Petroni, con l’assessore Antonio Tosi e il consigliere Roberto Zocchi.
 
Il villaggio di natale in miniatura, a ingresso gratuito, è visitabile tutti i sabati e le domeniche, fino al 10 gennaio 2024, con orario 10-13 e 16-19.
 
 
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Cronaca

Frosinone, il Conservatorio di Musica inaugura l’anno accademico

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Un ricco programma musicale rigorosamente ad ingresso libero animerà il fine settimana della città di Frosinone grazie al suo Conservatorio che offrirà alla cittadinanza due concerti di straordinaria bellezza. Il 30 novembre alle ore 18 presso l’Auditorium Daniele Paris della prestigiosa istituzione AFAM si terrà la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-24; in programma l’ouverture Egmont di Ludwig van Beethoven la Ballata n.4 di Fryderyk Chopin e soprattutto il sontuoso primo Concerto per pianoforte e orchestra Pëtr Il’ič Čajkovskij affidati al giovane quanto talentuoso pianista Lorenzo Marigliani, allievo del M° Giorgia Tomassi,  ed all’Orchestra Sinfonica del Conservatorio diretta dal M° Simone Genuini.

 

Un appuntamento imperdibile cui ne seguirà immediatamente un secondo altrettanto intenso il 2 dicembre sempre alle 18 con il Concerto in Omaggio al M° Mauro Paris, indimenticato docente: protagoniste le stagioni di Astor Piazzolla e la Misatango di Martin Palmeri affidate ad un ensemble d’eccezione composto da Mezzosoprano – Fabiola Mastrogiacomo, Bandoneon – Adriano Ranieri, Pianoforte – Pietro Liberati, Sax – Massimo Bettazzi, Violini – Alessio Gizzi, Brunella Bruni, Viola – Ettore Belli, Violoncello – Maurizio Simonelli, Contrabbasso – Valerio Di Lelio, Ensemble Vocale Thesaurus ,Coro dell’Accademia Gandolfina, Direttore: Alberto Galletti

 

Alle parole del Direttore del Conservatorio il  M° Mauro Gizzi è affidata la presentazione del programma che apre splendidamente la stagione didattico-artistica: “è particolare l’emozione che oggi mi pervade al termine del mio primo anno da Direttore di questa nobile istituzione Afam. E’ stato un anno intenso, ricco, anche complesso, ma foriero di soddisfazioni e di nuove sfide da abbracciare. Convegni, congressi, festival, l’open day, masterclass, una stagione concertistica sul territorio fitta di appuntamenti ed una instancabile attività didattica in forme tradizionali e rinnovate hanno animato l’anno del cinquantesimo. Tra le novità più gradite dalla cittadinanza spiccano in quest’ultimo scorcio stagionale le lauree in forma di concerto pubblico, ed ecco perché abbiamo deciso di inaugurare la nostra programmazione accademica ed artistica proprio con questo tipo di evento.

 

Dopo gli ultimi sofferti anni di crisi globale il Conservatorio sembra aver nuovamente intrapreso la strada di una nuova fioritura artistica e didattica, come testimoniato dai nostri concerti, affettuosamente frequentati da un pubblico sempre più ampio e dalle numerose richieste per le nuove ammissioni. Questo risultato è a mio avviso merito anche di una profonda sinergia e reciproca disponibilità tra le diverse componenti dell’istituzione che desidero ringraziare: il Presidente Gualdini, il Consiglio Accademico ed il Consiglio di Amministrazione, i docenti, il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, ma soprattutto gli allievi e le loro care famiglie; così ringrazio le istituzioni cittadine che spero vorranno continuare a sostenerci con sempre maggiore partecipazione e tutti gli amici del Conservatorio che ci seguono con affetto. Ci siamo salutati lo scorso anno con la promessa di risaldare sempre più quel legame tra il Conservatorio ed il suo territorio; abbiamo ancora tanta strada da fare ma da quel che vedo, mi concedo di credere che davvero siamo sulla strada giusta.”

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Roma, il mito di Castore e Polluce in 11 sculture tra via Veneto e porta Pinciana

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Dal 1° dicembre 2023 al 1° febbraio 2024

 

Castore e Polluce, i mitici Dioscuri, i “figli di Zeus” dei Greci, venerati anche dai Romani a partire dal V sec. a. C, sono i protagonisti di una grande esposizione dello scultore Gianfranco Meggiato, in programma dal 1° dicembre al 1° febbraio a Roma. Undici monumentali sculture saranno allestite in un luogo emblematico della Capitale, nel cuore del Municipio 1, fra via Veneto e Porta Pinciana. 

 

“I Dioscuri tornano a Roma” è il titolo della mostra, promossa dal Municipio Roma 1 Centro – Assessorato alla Cultura e dall’Associazione Via Veneto. L’esposizione organizzata dalla “Fondazione di Arte e Cultura Gianfranco Meggiato” ha per curatore scientifico Dimitri Ozerkov, già direttore del Dipartimento di Arte Contemporanea dell’Ermitage di San Pietroburgo, dimessosi dalla direzione museale nell’ottobre del 2022 in segno di protesta contro l’invasione russa in Ucraina.

 

L’inaugurazione è in programma venerdì 1° dicembre alle 10 a Porta Pinciana, alla presenza dell’assessore alla Cultura del Municipio Roma 1, Giulia Silvia Ghia. Sarà presente l’Artista.

 

Le opere sono realizzate da Meggiato in alluminio, con la tecnica della fusione a staffa, e in bronzo, con la tecnica della fusione a cera persa, tutte le sculture sono poste su basi in acciaio inox. La loro altezza varia da due fino a cinque metri. È possibile percorrere l’itinerario dell’esposizione attraverso il proprio smartphone, seguendo una mappa completa di immagini e descrizione, che si attiva scannerizzando un QR code posto sui cartelli esplicativi che accompagnano ciascuna scultura.

 

Il catalogo, che sarà presentato a gennaio 2024 in concomitanza con la chiusura della mostra, è pubblicato da Editoriale Giorgio Mondadori.

 

Partendo proprio dal mito dei Dioscuri, l’esposizione indaga i significati della dualità e della duplicità, degli opposti che tendono all’Uno, così come Castore-Materia (umano) e Polluce-Spirito (Divino) sono realtà opposte e complementari che perseguono l’unione. La rappresentazione mitologica dei Dioscuri, attraverso il loro valore simbolico, per l’artista è, infatti, occasione per sottolineare il significato di unità e fratellanza, di superamento del duale, nella consapevolezza che siamo tutti parte di uno stesso insieme, cellule di un medesimo organismo, siamo tutti Uno. Il riferimento costante alla dimensione trascendente, pur dal piano della materia, ci ricorda come il riconoscersi figli di uno stesso universo e fratelli di un comune destino possa indicare un cammino che porti al superamento dei conflitti, fino all’armonia e alla pace. Il gesto artistico e la visione culturale sono anche contrassegnati dalle dimensioni delle sculture e dal loro esprimersi attraverso la verticalità, che richiama quella naturale tendenza dell’essere umano alla ricerca di una spiritualità che è interiore, alla scoperta di se stessi, e al contempo esteriore, oltre il proprio io.

 

Il Mito dei Dioscuri presentato in un contesto contemporaneo è sottolineato dalla coppia di sculture poste a Porta Pinciana, che richiama le due divinità: Il Volo (alta 5 metri) e L’Attimo Fuggente (4 metri) sono due opere verticali che dialogano tra di loro, rappresentando idealmente Polluce e Castore. Il Volo rappresenta idealmente Polluce il fratello divino, nella consapevolezza che l’uomo non possa accontentarsi della sola materialità, ma possa “volare alto” per sentirsi vivo, per crescere, anche grazie alle difficoltà. L’Attimo Fuggente simboleggia Castore, il fratello mortale, e ci ricorda che la vita va vissuta appieno, poiché è un attimo e ciò che è perduto non ritorna. Questa scultura con un accenno di afflosciamento rappresenta Castore, colto nell’attimo del passaggio tra la vita e la morte. Nella scena, Il Volo-Polluce allunga dolcemente una sfera di immortalità e consapevolezza da condividere con il fratello mortale L’Attimo Fuggente-Castore. Nel mito greco, quando il fratello mortale Castore fu ucciso dagli Afaridi, Polluce pregò Zeus che gli concesse di rinunciare a metà della propria immortalità in favore del fratello. Così i due vissero insieme alternativamente un giorno nell’Olimpo e un giorno nel regno dei morti.

 

In via Veneto in esposizione saranno: Sfera Quantica (h 2,20 m), che richiama la forza da cui trae origine ogni grado di materia; Taurus (h 3 m), che indica la componente istintiva in armonia con l’essenza interiore; Cubo con Cubo (lato 1 m), che ricorda le chiusure, esteriori e interiori e la possibilità di guardare a sé stessi secondo una nuova luce; Fiore d’Oriente (d 1,50 m) che può germogliare in noi anche a seguito di esperienze negative; Scorpius (h 3 m) che è protesa verso l’alto a simboleggiare l’attivazione di un’energia in noi; Doppio totem (h 2,60 m), che ci ricorda come le esperienze, positive o negative, possano far apparire la nostra parte luminosa; Cono Energia (h 2,20 m): un cono energetico punto di incontro fra visibile e invisibile; Colonna Energia: una colonna di luce sfida il tempo e tende verso l’Alto (h 2,25 m); Disco Orione (d 1,28 m) che richiama la brillantezza di questa costellazione.

 

Con la mostra di Meggiato a Via Veneto sottolinea l’assessore alla Cultura del Municipio Roma 1, Giulia Silvia Ghiasi sta proseguendo su quanto scritto nelle linee programmatiche di questo Municipio. L’arte contemporanea è un veicolo straordinario per riconnettere le persone ai territori, per ricercare un nuovo senso, una nuova fruizione più rispettosa di questa meravigliosa città.

 

Questo progetto sul ritorno a Roma dei leggendari fratelli gemelli Castore e Polluce evidenzia il curatore scientifico Dimitri Ozerkov si apre in un momento difficile per il mondo. Adornando una delle strade principali di Roma, le sculture astratte di Gianfranco Meggiato parlano del nostro tempo attraverso lo spazio che ci circonda. Sono esse stesse la dualità del pieno e del vuoto, della morte e dell’immortalità, della materia e dello spirito. Ma non appena si pronunciano i nomi dei Dioscuri, queste immagini si riempiono di nuova vita, assumono un nuovo contenuto. […] Meggiato parla della necessità di ripristinare l’equilibrio, che per lui come scultore ha un significato sia diretto che figurativo. Ogni sua scultura è individuale e unica, come ognuno di noi. Ma ognuna trova il proprio posto senza invadere l’altra. Come i leggendari fratelli gemelli, queste sculture sembrano sforzarsi di essere inseparabili e ci parlano oggi della necessità di un vero amore fraterno di cui tutti abbiamo disperatamente bisogno.

 

 “Portare questa grande mostra con 11 opere nel centro della Capitale spiega Gianfranco Meggiato ci consente di riferirci alle radici di Roma Antica per trasmettere una visione di estrema attualità: come Castore e Polluce che erano fratelli diversi, l’uno mortale e l’altro divino, così anche noi, oggi, siamo invitati a riflettere sul valore di quello che ci appare diverso da noi stessi, per riconoscerlo come fonte di arricchimento per la comunità, con la consapevolezza che siamo tutti foglie dello stesso albero, siamo tutti onde dello stesso mare. È questa per me l’essenza della vera fratellanza”.

 

Gianfranco Meggiato, scultore di origini veneziane, dal 1998 partecipa ad esposizioni in Italia e all’estero e ad eventi internazionali. È ospite, nei padiglioni nazionali, a due edizioni della Biennale di Venezia (2011, 2013). L’artista modella le sue sculture ispirandosi al tessuto biomorfo e al labirinto, che simboleggia il tortuoso percorso dell’uomo teso a trovare sé stesso e a svelare la propria preziosa sfera interiore. Meggiato inventa, così, il concetto di “introscultura”, in cui lo sguardo dell’osservatore viene attirato verso l’interiorità dell’opera, non limitandosi alle sole superfici esterne. Cercando di realizzare complicate forme astratte, sceglie non tanto di scolpire la pietra, ma modellare la morbida e fluida cera d’api, per poi fondere a cera persa. Utilizzando la più antica tecnica di fusione del mondo, crea un proprio stile Meggiatesco, riconoscibile e contemporaneo.

 

Dice l’Artista: “Le mie, sono forme di luce vibranti nello spazio, la mia è una ricerca di sublimazione della materia. Non faccio mai un disegno preparatorio, ma lavoro di getto, attimo per attimo, modellando la cera calda, libero da condizionamenti o progetti precostituiti. Non voglio rischiare di diventare, riproducendo un progetto, un artigiano di me stesso”.

 

Dal 2017 Gianfranco Meggiato realizza opere urbane e installazioni di grande potenza e nello stesso anno riceve il Premio Icomos-UNESCO “per aver magistralmente coniugato l’antico e il contemporaneo in installazioni scultoree di grande potere evocativo e valenza estetica”. Sue mostre vengono allestite negli anni in diverse città italiane e in varie parti del mondo: Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Taipei, Australia, Londra, Montecarlo, Singapore, e in alcune città degli Stati Uniti. In Italia, fra le altre, si ricorda l’installazione “La Spirale della Vita” (2018), nell’ambito di Manifesta 12 Collateral, allestita nel centro di Palermo (quindi, nel 2022 a Prato e nel 2023 ad Altamura) e dedicata alle vittime innocenti di mafia, con i loro nomi impressi su centinaia di sacchi di juta. Nel 2019, con il progetto ‘’Il Giardino di Zyz” che parla di fratellanza e unità tra i popoli, l’artista viene invitato a Matera, dove realizza la più grande installazione di “Matera Capitale Europea della Cultura”. Nel 2021, la Valle dei Templi di Agrigento ospita “L’Uomo quantico – Non c’è futuro senza memoria”, grande esposizione personale contrassegnata dalla ricerca dell’Uno oltre spazio e tempo: l’uomo antico e quello contemporaneo accomunati in un’indagine irrisolta da secoli, quel conosci te stesso che già era presente sul frontone del tempio di Apollo a Delfi e che è la medesima domanda dei moderni esperimenti di fisica quantica. Dopo questa grande mostra, nel 2022 dà vita, a Pisa, a “Il Respiro della Forma”, promossa dal Comune, con il patrocinio, fra gli altri della Scuola Normale Superiore, che vede l’esposizione di 14 opere monumentali nel cuore della città. Il 24 febbraio 2023, in occasione del primo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina, viene posta nella centralissima piazza Cavour di fronte al palazzo di Giustizia di Roma, l’installazione “L’incontro simbolo di Pace”, che si ispira alle parole di Papa Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia, non c’e giustizia senza perdono”.

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