Patto del Nazareno. Si dimette il relatore di Forza Italia, Paolo Francesco Sisto

di Silvio Rossi

 

Lo aveva annunciato l’altro giorno Silvio Berlusconi: per Forza Italia il patto del Nazareno può considerarsi concluso, da oggi in poi voteremo solamente le riforme che ci piacciono.
Il primo atto di questo cambio di posizione è rappresentato dalle dimissioni da relatore del testo sulle riforme dell’onorevole Francesco Paolo Sisto, uno degli elementi più dialoganti nel panorama del partito di centrodestra, che fino a ieri condivideva parte del percorso col governo.
Con le dimissioni odierne si ufficializza il passaggio di Forza Italia da una forma intermedia di “opposizione ma non troppo”, a una più decisa avversione rispetto alle scelte dell’esecutivo, azione attesa dopo lo strappo in seguito all’elezione del Colle, ennesimo “coup de theatre” dell’ex Cavaliere, sempre pronto a sparigliare il tavolo, chiunque sia il suo interlocutore.
Ora bisogna vedere quali saranno le conseguenze a questa decisione. Il governo, da parte sua, per voce del ministro Boschi ha affermato che le riforme non si bloccheranno, e che la maggioranza ha i numeri per proseguire il cammino. Il rischio, per Berlusconi è la sostituzione del suo partito con altre formazioni (potrebbero essere avvicinati i parlamentari di SEL o i dissidenti grillini), con la modifica del testo previsto, in particolare per l’Italicum, verso scelte non facilmente digeribili a Piazza San Lorenzo in Lucina.
Se da una parte la rottura rischia di mettere in discussione i punti di mediazione raggiunti negli incontri al Nazareno, la posizione di netta opposizione permette a Berlusconi di partire all’attacco contro il governo a 360 gradi, riaprendo quel clima da perenne campagna elettorale in cui il leader del centrodestra si trova molto a suo agio.
Oltretutto, proseguire gli incontri con Renzi avrebbe rischiato di far perdere quella parte di elettorato più radicale, che stava allontanandosi dalle scelte “soft” per avvicinarsi al polo che si stava organizzando intorno a Salvini e la Meloni, che stanno crescendo nei sondaggi, proprio a scapito di Forza Italia.
A questo punto ci s’interroga sulle scelte che farà Denis Verdini, colui che è stato il collante del patto, e che conta su alcuni suoi fedelissimi, come Luca D’Alessandro, Massimo Parisi, Altero Matteoli, e secondo alcune indiscrezioni anche un collaboratore stretto di Berlusconi come Gianni Letta.
L’ex sottosegretario all’epoca dei governi del PDL è uomo di mediazione, non certo a suo agio nella contrapposizione. Verdini e i suoi hanno poco gradito la scelta di Berlusconi, tanto da dichiarare "Matteo non fa prigionieri, lo ammazza".
Tra breve, dopo il passaggio in aula della riforma elettorale, prevista per il prossimo sabato, le posizioni delle fazioni interne al partito si delineeranno più chiaramente, e le possibili alleanze con la parte più estrema dello schieramento o con le componenti più centriste legate idealmente ad Alfano e al Nuovo Centro Destra, rischiano di dare uno scossone tale da far ipotizzare una scissione.