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Roma

PD CASTEL GANDOLFO, ANCHE NUTILE SBATTE LA PORTA E SE NE VA

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Chiara Rai

Terza clamorosa uscita di scena per il Pd gandolfino: Tiziano Nutile, consigliere comunale con delega alle politiche giovanili ha prima riconsegnato la sua tessera Pd e poi ha restituito la delega amministrativa. Evaso ogni dubbio sulla grande spaccatura del Partito Democratico: da una parte i giovani e rivoltosi che ad uno ad uno stanno lasciando la barca “democratica” e dall’altra le vecchie guardie che assistono in finestra alla defezione. Tre dimissioni in pochi giorni. Paolo Gasperini, l’ex vicesindaco che lasciato sia il partito che la poltrona. A ruota libera l’ha seguito il capogruppo di maggioranza in consiglio Andrea Marroni che condivide il pensiero dell’amico Gasperini. E ieri è toccato al ventinovenne Nutile, ormai ex segretario dei giovani democratici adottato dal Pd a soli 24 anni. I tre dissidenti volevano contribuire a portare una ventata di rinnovamento per ripartire con idee nuove. Ma sono stati, a loro dire, isolati dai veterani. Ora, il candidato ufficiale del Pd è Milvia Monachesi, sostenuta dal sindaco Maurizio Colacchi, che non ha dovuto neppure affrontare le primarie perché Gasperini è uscito prima. “Si era venuto a creare uno schieramento unitario contrario alla mia persona – dice Gasperini – quindi non mi è sembrato il caso di andare a fare il tiro al piccione alle primarie che io stesso ho chiesto fin dall’inizio e che poi si sono trascinate fino all’ultimo momento utile per controllare la situazione politica di tutto il Comune”. Il Pd ora non sembra avere partiti di centrosinistra che lo appoggino e l’Idv, di fatto non ha rappresentanti. “Ho lasciato per mia decisione personale – aggiunge Nutile – per un malessere che nasce da un atteggiamento ostruttivo del partito che anziché spronare la crescita, sotterra la democrazia, ormai di democrazia c'è rimasto solo il nome sulla tessera”. Tiziano alle ultime elezioni è stato il secondo degli eletti, ha cercato con tutte le sue forze di crescere: "L'intenzione del partito – dice Nutile – non è di far crescere le persone, perché alla prima questione che sollevi o osservazione che fai, finisci per andare sulle scatole a tutti. Io vengo da Pavona di Castel Gandolfo, e mi sono battutto da sempre per dare un giusto equilibrio tra i diritti di Pavona e quelli di Castel Gandolfo centro, ho sempre detto che Pavona ha bisogno di una classe dirigente politica. Ma Pavona non ha mai avuto un sindaco o un vicesindaco, è sempre stata messa in un angolo. Io credo negli ideali delle persone e ritengo che i candidati delle liste debbano entrare nel partito. Non sono arrogante,  anzi sono sempre stato fin troppo disponibile.  E' arrivato il momento di tirare dentro la società civile con dei valori e principi e non guardare più alla convenienza, alle persone manovrabili. All'antidemocrazia dico basta e lo dico dopo aver vissuto sulla mia pelle un malessere nauseante che tarpa la voglia di costruire il futuro per i giovani che verrann. Il mio progetto non sarà col partito democratico di adesso, e non è escluso che esca dalla porta e prima o poi rientri dalla finestra".

IL TESTO INTEGRALE DELLE DIMISSIONI DI TIZIANO NUTILE

al segretario del Partito Democratico

di Castel Gandolfo  Carlo Ghenzi

 

Caro Segretario, ti scrivo perché ho deciso di restituire la tessera del Partito democratico e quella dei Giovani Democratici.

Una scelta non facile che nasce dall’esperienza di quest’ultimo periodo e dai dubbi crescenti sulla capacità del nostro circolo di proporsi come forza riformista e innovativa, come si era proposto al momento della sua fondazione.

Il Pd aveva un’obiettivo ambizioso al quale avevo aderito con entusiasmo e che ora faccio fatica a riconoscere in questo partito, in numerosi ambiti. Dalle posizioni ambigue su importanti temi etici e valoriali, ma soprattutto alle posizioni in quegli ambiti più cruciali per la crescita di Castel Gandolfo: è venuto a meno il coinvolgimento di una società civile libera e indipendente dai legami e dagli interessi politici ed economici, non c'è stato nessun rinnovamento della classe dirigente all'interno del Direttivo del Circolo, ma solo la collocazione di personaggi già visti e rivisti a seconda del loro grado di fedeltà alla persona e non ai valori.

Mi chiedo ancora se fosse stato poi così necessario fare tanto rumore sul ricambio generazionale quando è sufficiente guardare chi sta ancora in cabina di regia per capire che, in fondo, non è cambiato niente.

Inneggiare al cambiamento, all’idea di una società e di una politica nuova serve a poco se manca il coraggio di intraprendere fino in fondo le azioni necessarie a realizzare queste idee.

Sartrè diceva che noi siamo quello che facciamo. Sono le nostre azioni che ci definiscono, stare a discutere su ciò che ci piacerebbe essere serve a poco: la gente ci giudicherà per quello che abbiamo fatto. E di quello porteremo la responsabilità. 

Mi trattengo dall'essere troppo critico perchè infondo il nostro circolo non è un caso isolato come si suol dire "una mosca bianca", ma il tassello di un puzzle di un Partito Democratico Nazionale che si sta sgretolando.

Ho saputo che nell'ultimo Direttivo i ben pensanti del nostro circolo, quelli che passano la giornata a contare i piccioni della piazza, hanno reagito difronte alla scelta del Vice Sindaco Gasperini, quella di restituire la tessera, come gli inqusitori dell'800. Qualche ex AN del nostro circolo, ricordando i bei tempi, forse un goccino di olio di ricino a Gasperini l'avrebbe fatto bere volentieri.

Con grossa delusione ho appreso che molti membri del circolo hanno accusato noi giovani di non aver fatto niente per il partito, di non essere stati presenti in questi anni insomma di non essere uomini di partito, e questo mi rammarica molto.

Io ho avuto la fortuna di avere un buon esempio di uomo di partito dentro questo circolo, una figura da cui imparare, e con il quale ho condiviso molte delle iniziative fatte, questa figura è Fausto Di Bernardini, forse l'ultimo compagno rimasto a Castel Gandolfo.

Mi addolora molto sentire queste menzogne, perchè personalmente non ho mai smesso di lavorare nel partito e per il partito, e te caro Segretario lo sai benissimo quanti sacrifici ho fatto, quanti manifesti, volantini, banchetti e iniziative varie… sempre presente.

Allora vorrei chiederti a questo punto, dove erano i compagni quando nell'ultima festa dell'Unità rimasi solo per due notti a sorvegliare la piazza con le attrezzature? le mattine successive era Gasperini che mi portava la colazione! Non il compagno ex Forza Italia ..sia chiaro!!

Dove era il partito quando organizzai il memorial Fabrizio De Andrè? nelle prime file a rappresentare il partito e le istituzioni c'era il Capo Gruppo Marroni e il Vice Sindaco Gasperini.

Chi ha premiato i ragazzi con le borse di studio messe a disposizione da me con la delega alle Politiche Giovanili? (e in collaborazione con il Consiglio dei Giovani fondato sempre dal sottoscritto)  toccava al Sindaco ma per cause sconosciute non venne e al suo posto c'era Gasperini, per correttezza ricordo che nella sala c'era anche il Capo Gruppo Marroni e l'ex Segretario Fiordalice ma nessun altro compagno!

Mi fermo qui perchè come disse una volta il compagno Di Bernardini <> ..ma in questo caso gli altri per non dirmi bravo, davanti all'evidenza dei fatti hanno preferito strappare tutti i manifesti affissi sulle pareti del circolo, quelli delle iniziative organizzate da me.. praticamente con questo gesto hanno voluto cancellare la storia..un pò come la notte dei Cristalli a Berlino, quando i Nazzisti bruciarono nelle piazze migliaia di libri. ( è questo il Partito Democratico caro Carlo? di democratico secondo me è rimasta solo la scritta sulla tessera!)

La mia generazione se andiamo avanti così rischia di subire il furto più tremendo… quello del futuro caro segretario, e io non ci sto.. ricordatevi che noi giovani se una cosa ci appartiene o ce la danno O CE LA PRENDIAMO!!

Questo paese non è un' eredità che ci lasciano i nostri padri ma un prestito che ci fanno i nostri figli.. è così che voglio vedere Castel Gandolfo, un paese in prestito da conservare da migliorare e da tutelare per le generazioni future. 

Per quanto mi riguarda non voglio portare la responsabilità delle scelte che sta facendo questo partito che in larga parte non condivido e sulle quali non ho avuto e non ho possibilità di incidere in alcun modo. Per questo ho deciso di restituire la mia tessera e la nomina di Segretario dei Giovani Democratici.

 


 

 

 

 

 

 

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Roma, il mito di Castore e Polluce in 11 sculture tra via Veneto e porta Pinciana

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Dal 1° dicembre 2023 al 1° febbraio 2024

 

Castore e Polluce, i mitici Dioscuri, i “figli di Zeus” dei Greci, venerati anche dai Romani a partire dal V sec. a. C, sono i protagonisti di una grande esposizione dello scultore Gianfranco Meggiato, in programma dal 1° dicembre al 1° febbraio a Roma. Undici monumentali sculture saranno allestite in un luogo emblematico della Capitale, nel cuore del Municipio 1, fra via Veneto e Porta Pinciana. 

 

“I Dioscuri tornano a Roma” è il titolo della mostra, promossa dal Municipio Roma 1 Centro – Assessorato alla Cultura e dall’Associazione Via Veneto. L’esposizione organizzata dalla “Fondazione di Arte e Cultura Gianfranco Meggiato” ha per curatore scientifico Dimitri Ozerkov, già direttore del Dipartimento di Arte Contemporanea dell’Ermitage di San Pietroburgo, dimessosi dalla direzione museale nell’ottobre del 2022 in segno di protesta contro l’invasione russa in Ucraina.

 

L’inaugurazione è in programma venerdì 1° dicembre alle 10 a Porta Pinciana, alla presenza dell’assessore alla Cultura del Municipio Roma 1, Giulia Silvia Ghia. Sarà presente l’Artista.

 

Le opere sono realizzate da Meggiato in alluminio, con la tecnica della fusione a staffa, e in bronzo, con la tecnica della fusione a cera persa, tutte le sculture sono poste su basi in acciaio inox. La loro altezza varia da due fino a cinque metri. È possibile percorrere l’itinerario dell’esposizione attraverso il proprio smartphone, seguendo una mappa completa di immagini e descrizione, che si attiva scannerizzando un QR code posto sui cartelli esplicativi che accompagnano ciascuna scultura.

 

Il catalogo, che sarà presentato a gennaio 2024 in concomitanza con la chiusura della mostra, è pubblicato da Editoriale Giorgio Mondadori.

 

Partendo proprio dal mito dei Dioscuri, l’esposizione indaga i significati della dualità e della duplicità, degli opposti che tendono all’Uno, così come Castore-Materia (umano) e Polluce-Spirito (Divino) sono realtà opposte e complementari che perseguono l’unione. La rappresentazione mitologica dei Dioscuri, attraverso il loro valore simbolico, per l’artista è, infatti, occasione per sottolineare il significato di unità e fratellanza, di superamento del duale, nella consapevolezza che siamo tutti parte di uno stesso insieme, cellule di un medesimo organismo, siamo tutti Uno. Il riferimento costante alla dimensione trascendente, pur dal piano della materia, ci ricorda come il riconoscersi figli di uno stesso universo e fratelli di un comune destino possa indicare un cammino che porti al superamento dei conflitti, fino all’armonia e alla pace. Il gesto artistico e la visione culturale sono anche contrassegnati dalle dimensioni delle sculture e dal loro esprimersi attraverso la verticalità, che richiama quella naturale tendenza dell’essere umano alla ricerca di una spiritualità che è interiore, alla scoperta di se stessi, e al contempo esteriore, oltre il proprio io.

 

Il Mito dei Dioscuri presentato in un contesto contemporaneo è sottolineato dalla coppia di sculture poste a Porta Pinciana, che richiama le due divinità: Il Volo (alta 5 metri) e L’Attimo Fuggente (4 metri) sono due opere verticali che dialogano tra di loro, rappresentando idealmente Polluce e Castore. Il Volo rappresenta idealmente Polluce il fratello divino, nella consapevolezza che l’uomo non possa accontentarsi della sola materialità, ma possa “volare alto” per sentirsi vivo, per crescere, anche grazie alle difficoltà. L’Attimo Fuggente simboleggia Castore, il fratello mortale, e ci ricorda che la vita va vissuta appieno, poiché è un attimo e ciò che è perduto non ritorna. Questa scultura con un accenno di afflosciamento rappresenta Castore, colto nell’attimo del passaggio tra la vita e la morte. Nella scena, Il Volo-Polluce allunga dolcemente una sfera di immortalità e consapevolezza da condividere con il fratello mortale L’Attimo Fuggente-Castore. Nel mito greco, quando il fratello mortale Castore fu ucciso dagli Afaridi, Polluce pregò Zeus che gli concesse di rinunciare a metà della propria immortalità in favore del fratello. Così i due vissero insieme alternativamente un giorno nell’Olimpo e un giorno nel regno dei morti.

 

In via Veneto in esposizione saranno: Sfera Quantica (h 2,20 m), che richiama la forza da cui trae origine ogni grado di materia; Taurus (h 3 m), che indica la componente istintiva in armonia con l’essenza interiore; Cubo con Cubo (lato 1 m), che ricorda le chiusure, esteriori e interiori e la possibilità di guardare a sé stessi secondo una nuova luce; Fiore d’Oriente (d 1,50 m) che può germogliare in noi anche a seguito di esperienze negative; Scorpius (h 3 m) che è protesa verso l’alto a simboleggiare l’attivazione di un’energia in noi; Doppio totem (h 2,60 m), che ci ricorda come le esperienze, positive o negative, possano far apparire la nostra parte luminosa; Cono Energia (h 2,20 m): un cono energetico punto di incontro fra visibile e invisibile; Colonna Energia: una colonna di luce sfida il tempo e tende verso l’Alto (h 2,25 m); Disco Orione (d 1,28 m) che richiama la brillantezza di questa costellazione.

 

Con la mostra di Meggiato a Via Veneto sottolinea l’assessore alla Cultura del Municipio Roma 1, Giulia Silvia Ghiasi sta proseguendo su quanto scritto nelle linee programmatiche di questo Municipio. L’arte contemporanea è un veicolo straordinario per riconnettere le persone ai territori, per ricercare un nuovo senso, una nuova fruizione più rispettosa di questa meravigliosa città.

 

Questo progetto sul ritorno a Roma dei leggendari fratelli gemelli Castore e Polluce evidenzia il curatore scientifico Dimitri Ozerkov si apre in un momento difficile per il mondo. Adornando una delle strade principali di Roma, le sculture astratte di Gianfranco Meggiato parlano del nostro tempo attraverso lo spazio che ci circonda. Sono esse stesse la dualità del pieno e del vuoto, della morte e dell’immortalità, della materia e dello spirito. Ma non appena si pronunciano i nomi dei Dioscuri, queste immagini si riempiono di nuova vita, assumono un nuovo contenuto. […] Meggiato parla della necessità di ripristinare l’equilibrio, che per lui come scultore ha un significato sia diretto che figurativo. Ogni sua scultura è individuale e unica, come ognuno di noi. Ma ognuna trova il proprio posto senza invadere l’altra. Come i leggendari fratelli gemelli, queste sculture sembrano sforzarsi di essere inseparabili e ci parlano oggi della necessità di un vero amore fraterno di cui tutti abbiamo disperatamente bisogno.

 

 “Portare questa grande mostra con 11 opere nel centro della Capitale spiega Gianfranco Meggiato ci consente di riferirci alle radici di Roma Antica per trasmettere una visione di estrema attualità: come Castore e Polluce che erano fratelli diversi, l’uno mortale e l’altro divino, così anche noi, oggi, siamo invitati a riflettere sul valore di quello che ci appare diverso da noi stessi, per riconoscerlo come fonte di arricchimento per la comunità, con la consapevolezza che siamo tutti foglie dello stesso albero, siamo tutti onde dello stesso mare. È questa per me l’essenza della vera fratellanza”.

 

Gianfranco Meggiato, scultore di origini veneziane, dal 1998 partecipa ad esposizioni in Italia e all’estero e ad eventi internazionali. È ospite, nei padiglioni nazionali, a due edizioni della Biennale di Venezia (2011, 2013). L’artista modella le sue sculture ispirandosi al tessuto biomorfo e al labirinto, che simboleggia il tortuoso percorso dell’uomo teso a trovare sé stesso e a svelare la propria preziosa sfera interiore. Meggiato inventa, così, il concetto di “introscultura”, in cui lo sguardo dell’osservatore viene attirato verso l’interiorità dell’opera, non limitandosi alle sole superfici esterne. Cercando di realizzare complicate forme astratte, sceglie non tanto di scolpire la pietra, ma modellare la morbida e fluida cera d’api, per poi fondere a cera persa. Utilizzando la più antica tecnica di fusione del mondo, crea un proprio stile Meggiatesco, riconoscibile e contemporaneo.

 

Dice l’Artista: “Le mie, sono forme di luce vibranti nello spazio, la mia è una ricerca di sublimazione della materia. Non faccio mai un disegno preparatorio, ma lavoro di getto, attimo per attimo, modellando la cera calda, libero da condizionamenti o progetti precostituiti. Non voglio rischiare di diventare, riproducendo un progetto, un artigiano di me stesso”.

 

Dal 2017 Gianfranco Meggiato realizza opere urbane e installazioni di grande potenza e nello stesso anno riceve il Premio Icomos-UNESCO “per aver magistralmente coniugato l’antico e il contemporaneo in installazioni scultoree di grande potere evocativo e valenza estetica”. Sue mostre vengono allestite negli anni in diverse città italiane e in varie parti del mondo: Canada, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Principato di Monaco, Ucraina, Russia, India, Cina, Emirati Arabi, Kuwait, Corea del Sud, Taipei, Australia, Londra, Montecarlo, Singapore, e in alcune città degli Stati Uniti. In Italia, fra le altre, si ricorda l’installazione “La Spirale della Vita” (2018), nell’ambito di Manifesta 12 Collateral, allestita nel centro di Palermo (quindi, nel 2022 a Prato e nel 2023 ad Altamura) e dedicata alle vittime innocenti di mafia, con i loro nomi impressi su centinaia di sacchi di juta. Nel 2019, con il progetto ‘’Il Giardino di Zyz” che parla di fratellanza e unità tra i popoli, l’artista viene invitato a Matera, dove realizza la più grande installazione di “Matera Capitale Europea della Cultura”. Nel 2021, la Valle dei Templi di Agrigento ospita “L’Uomo quantico – Non c’è futuro senza memoria”, grande esposizione personale contrassegnata dalla ricerca dell’Uno oltre spazio e tempo: l’uomo antico e quello contemporaneo accomunati in un’indagine irrisolta da secoli, quel conosci te stesso che già era presente sul frontone del tempio di Apollo a Delfi e che è la medesima domanda dei moderni esperimenti di fisica quantica. Dopo questa grande mostra, nel 2022 dà vita, a Pisa, a “Il Respiro della Forma”, promossa dal Comune, con il patrocinio, fra gli altri della Scuola Normale Superiore, che vede l’esposizione di 14 opere monumentali nel cuore della città. Il 24 febbraio 2023, in occasione del primo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina, viene posta nella centralissima piazza Cavour di fronte al palazzo di Giustizia di Roma, l’installazione “L’incontro simbolo di Pace”, che si ispira alle parole di Papa Giovanni Paolo II: “Non c’è pace senza giustizia, non c’e giustizia senza perdono”.

Privo di virus.www.avast.com

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Metropoli

Palombara Sabina: scoperto magazzino dello spaccio

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A Palombara Sabina i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo (RM) hanno arrestato un 40enne italiano gravemente indiziato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti.

I fatti risalgono alla mattina del 23 novembre quando, i militari, insospettiti dagli strani movimenti nei terreni circostanti l’abitazione dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine, ed hanno eseguito una perquisizione domiciliare. Ed è stato così che i Carabinieri hanno scoperto un magazzino adibito ad essiccatoio dove la marijuana era stipata per la successiva fase di imballaggio e smercio; 19 kg della stessa sostanza, invece, era già pronta per essere immessa sul mercato illegale, che avrebbe fruttato un introito di oltre 90.000 euro.

La droga ed il materiale per il confezionamento sono stati sequestrati, mentre l’uomo è stato accompagnato presso le aule del Tribunale di Tivoli che ha convalidato l’arresto ed ha disposto per lui la misura dell’obbligo di firma in caserma.

L’attività di contrasto agli stupefacenti condotta dai militari del Comando Compagnia di Monterotondo continua incessante, con particolare attenzione al fenomeno della detenzione e produzione di sostanze stupefacenti.

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Cronaca

Zagarolo e Monte Compatri: sgominata rete di spaccio. Un boss sinti nel giro della coca

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I Carabinieri del Gruppo di Frascati hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 persone (di cui 9 in carcere e 4 agli arresti domiciliari), gravemente indiziate dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, spaccio di sostanze stupefacenti ed autoriciclaggio, nel territorio di Zagarolo, nella località Valle Martella e Montecompatri, a sud est della Capitale.
Le indagini, condotte da settembre a dicembre 2021 dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frascati e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, traggono origine da una serie di singoli arresti, effettuati a Valle Martella, per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti che hanno spinto gli inquirenti ad approfondire la provenienza e la gestione dello stupefacente nell’area.
I successivi approfondimenti investigativi, svolti tramite pedinamenti, servizi di osservazione e attività tecniche, hanno consentito di raccogliere elementi indiziari  in ordine all’esistenza di un’associazione diretta e gestita, quale capo promotore, da un ragazzo di origine sinti di 21 anni, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Il ragazzo si avvaleva della stretta collaborazione della cognata, anche lei di origine sinti di 33 anni, nonché di altri soggetti per la cessione a terzi. L’attività di spaccio veniva svolta dalla tarda mattinata fino a tarda notte.
Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Frascati, rese difficoltose dal contesto territoriale e dall’impiego di “vedette” che con il “passa parola” informavano della presenza di forze dell’ordine in zona, hanno consentito di documentare l’organizzazione in turni dello spaccio da parte dei sodali, a cui oltre allo “stipendio” era garantito il pagamento delle spese legali in caso di arresto.
L’attività di spaccio, pur avvenendo in diverse zone, si concentrava soprattutto in due piazze di spaccio di Valle Martella e Zagarolo.
I due soggetti a capo dell’associazione, inoltre, avevano reinvestito parte dei proventi derivanti dall’attività illecita in una pizzeria, anch’essa sequestrata preventivamente dai Carabinieri.
Si precisa che il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari per cui gli indagati devono ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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