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di Christian Montagna
Una vera e propria battaglia quella che ogni giorno devono combattere gli otto milioni di italiani che cercano di salire sui treni. Puntualità, efficienza e comfort sono ormai in via di estinzione. La crisi negli ultimi due anni ha infoltito il numero di coloro che si servono di autobus e treni delle ferrovie dello stato. Si stimano ogni anno cento ore di ritardi che gravano sui pendolari. Nonostante i costi alti dei biglietti diventa dunque un'utopia viaggiare su un treno puntuale. Per non parlare delle condizioni igieniche ormai latitanti da anni. Il governatore della Toscana Enrico Rossi ha cominciato a percorrere alcune tratte insieme a chi tutti i giorni usa i treni per raggiungere i posti di lavoro. " E' un modo per sollevare l'attenzione sui pendolari e sullo stato indecoroso dei treni locali. – Ha detto Rossi – Non sono più ammissibili i carri bestiame regionali". Solo nell'ultimo triennio sono stati tagliati settecento milioni, di contro però ogni anno duecento mila passeggeri in più affollano stazioni e fermate. Ma come è possibile tagliare risorse laddove aumentano le richieste? Secondo i dati del ministero dei Trasporti ci sono circa sessantotto mila utenti dell'alta velocità contro un milione trecentosettanta mila utenti dei treni regionali. Una differenza abissale. Anche in questo settore l'Italia si divide: c'è chi viaggia nelle carrozze con tutte le comodità possibili e chi invece a mò di bestia nei carri sporchi, sui treni fatiscenti ad unico binario. Si sa non tutti hanno la possibilità di accedere alle tariffe dell'alta velocità ma non per questo bisogna riservargli simile trattamento. Perché allora non optare per una soluzione nel mezzo, magari concentrandosi ad investire anche sulle linee maggiormente frequentate? Le accuse dei pendolari sono rivolte al numero uno delle ferrovie dello stato Mauro Moretti. Purtroppo la crisi ci ha messo con le spalle al muro e molte persone hanno preferito lasciare le autovetture a casa per affidarsi ai servizi dello Stato. Uno Stato però troppo spesso distratto rispetto alle esigenze dei cittadini. Per fare un esempio, la regione Lazio nel 2012 ha stanziato trentadue milioni di euro per l'acquisto di nuove carrozze contro i trentacinque milioni destinati alle spese folli dei gruppi consiliari. Mentre c'è chi si muove in auto blu, l'altro lato della medaglia è rappresentato da milioni di lavoratori onesti in fila nelle stazioni per accaparrarsi un posto a sedere su un treno. Nel biennio 2010-2012 la Campania è stata dichiarata la regione con più alta percentuale di tagli nei trasporti pubblici, circa il ventisette percento. Una soluzione, forse l'unica, ci sarebbe. Magari ci si potrebbe maggiormente aprire alla concorrenza come è stato fatto nel caso di Italo e come avviene a Londra ed in Germania e magari si potrebbero portare le tariffe al livello europeo rendendo i servizi maggiormente accessibili anche ai meno facoltosi.
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