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PENSIONI, RENZI: "QUATTRO MILIONI DI ITALIANI AVRANNO 500 EURO A TESTA"

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Tempo di lettura 2 minuti Il premier ha voluto anticipare la soluzione che il governo porterà al Cdm come risposta alla sentenza della consulta in merito al blocco delle indicizzazioni delle pensioni

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di Angelo Barraco
 
Roma – Il premier Matteo Renzi, ospite al programma "L'Arena" di Massimo Giletti, su Rai 1, ha promesso: "Rimborseremo le pensioni di 4 milioni di italiani con 500 euro a testa in media". Il primo ministro ha parlato di molte cose, dalle pensioni al fantomatico termine dei lavori della Salerno-Reggio Calabria per il 2016, con un Giletti stupito che diceva al premier che la responsabilità di quell’impegno era enorme e infatti lo è poiché la speranza della chiusura di quei lavori ormai è diventata un’utopia.

Ma andiamo con ordine. Renzi ha parlato di pensioni e ha detto che circa "quattro milioni di pensionati, il primo agosto, avranno circa 500 euro a testa in media". Questo vuol dire che verranno rimborsate le pensioni fino a quelle di 3mila euro. Il rimborso sarà comunque a scaglioni: i pensionati con un assegno più basso prenderanno di più.

Renzi ha voluto anticipare da Giletti la soluzione che il governo porterà al Cdm come risposta alla sentenza della consulta in merito al blocco delle indicizzazioni delle pensioni. Il premier ha puntualizzato anche che nessun pensionato perderà un centesimo da tutta questa vicenda. il primo ministro ha poi aggiunto che "gli assegni superiori ai 3.000 euro saranno tenuti fuori dal rimborso".

“Scriveremo una nuova norma rispetto al blocco delle indicizzazioni – continua Renzi – che restituirà a una parte dei pensionati una percentuale dei soldi". Per rispondere alla sentenza della Consulta il governo userà i due miliardi messe da parte per le misure per il contrasto della poverta.

“Ovviamente non è un rimborso totale" conclude il premier. Il costo lordo di tutta la manovra, se si volessero restituire tutti i soldi, sarebbe di 18 miliardi. "Significherebbe tagliare la scuola, il sociale e le strade" aggiunge il premier.

Salerno-Reggio Calabria – Il primo ministro ha anche parlato del problema della Salerno-Reggio Calabria. "Ultimeremo i lavori entro il 2016 – ha commentato Renzi -, e nomineremo il nuovo Cda di Anas".

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Google, nuova era per l’intelligenza artificiale: arriva Gemini

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Google ha annunciato il lancio del suo ultimo e potente modello di intelligenza artificiale, Gemini, disponibile in tre dimensioni.

Gemini Ultra, la categoria più grande e capace, sarà il primo modello a superare gli esperti umani in MMLU (massive multitask Language Understanding) ed utilizzerà una combinazione di 57 materie come matematica, fisica, storia, diritto, medicina ed etica per testare sia per approfondire la conoscenza del mondo che le capacità di risoluzione dei problemi.

Per Google Gemini è più potente di GPT-3.5

 Gemini Pro, invece si adatterà a un’ampia gamma di attività e Gemini Nano si utilizzerà per compiti specifici e dispositivi mobili. I dirigenti di Google hanno affermato che Gemini Pro ha sovraperformato GPT-3.5 di OpenAI. La società prevede di concedere in licenza Gemini ai clienti tramite Google Cloud affinché possano utilizzarlo nelle proprie applicazioni. A partire dal 13 dicembre, sviluppatori e clienti aziendali possono accedere a Gemini Pro tramite l’API Gemini in Google AI Studio o Google Cloud Vertex AI. Gli sviluppatori Android potranno anche creare con Gemini Nano. Gemini verrà utilizzato anche per potenziare prodotti Google come il chatbot Bard e Search Generative Experience.

Inizialmente disponibile in inglese

 I maggiori progressi di Gemini arriveranno solo all’inizio del prossimo anno, quando il modello Ultra sarà utilizzato per lanciare “Bard Advanced”, una versione potenziata del chatbot che inizialmente verrà offerta solo a un pubblico di prova. L’intelligenza artificiale, in un primo momento, funzionerà solo in inglese in tutto il mondo, anche se i dirigenti di Google hanno assicurato ai giornalisti durante un briefing che la tecnologia non avrà problemi a diversificarsi in altre lingue.

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Cronaca

Bologna, la Torre Garisenda… “La salveremo” dicono gli esperti

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La Torre Garisenda e la Torre degli Asinelli hanno da sempre rappresentato la città di Bologna. Le due torri sono dense di storia, tradizione e cultura e costituiscono il punto di attrazione di molti turisti.

La Torre degli Asinelli venne edificata dalla famiglia Asinelli nell’ XI secolo e portata all’altezza di ben 97 metri. La Garisenda invece venne costruita dalla famiglia Garisendi tra la fine dell’ XI secolo e l’inizio del XII secolo. In origine era alta circa 60 metri, ma per il rischio di crollo venne abbassata a 48 metri nella seconda metà del XIV secolo. La Garisenda è definita anche la “Torre Pendente” a causa di un cedimento del terreno avvenuto durante la sua costruzione.

Le due torri rappresentano anche un’importante “spartiacque” tra le due strade principali di Bologna: Strada Maggiore e via San Vitale.

La Garisenda, inoltre, venne anche citata da Dante, per ben due volte, nella Divina Commedia, per cui detiene uno sfondo letterario di notevole rilevanza.

Ciò che desta preoccupazione negli ultimi mesi è la sorte della Torre Garisenda, motivo per cui, molti si chiedono:

“La Torre Garisenda sta cedendo?” oppure “Bisogna salvare la Torre Pendente!”.

Queste affermazioni fanno emergere, nei cittadini bolognesi, sia preoccupazione che timore per la tradizione storico-culturale di Bologna:

Riportiamo di seguito gli interventi del Sindaco Matteo Lepore e di alcuni esperti (architetti, ingegneri etc …) per capire come poter intervenire tempestivamente e tranquillizzare i cittadini.


Il Resto del Carlino dello scorso 23 ottobre riportava le seguenti affermazioni del Sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Ho sollecitato il Comitato Scientifico affinché invii una relazione definitiva così si potrà fare un intervento ad hoc per il restauro.” E ancora “… non ci sono rischi di incolumità. Non siamo in questa fase, si attendono i dati finali”

L’ingegnera Raffaella Bruni, del comitato per il restauro, sul Corriere di Bologna dello scorso 1 novembre dichiarava: “Sarà un comitato snello con specialisti nazionali. Un anello di container cinturerà l’area, poi un “girello” ingloberà la torre. Vorremmo evitare di smontarla o mozzarla.”

Sul quotidiano La Repubblica Bologna dello scorso 6 novembre l’architetto Jacopo Gresleri dichiarava: “Bologna è una città medievale costruita per cavalli, ma noi continuiamo ad usarla come una città moderna. Ora serve un progetto, non delle boutade da bar. Quindi, a cosa siamo disposti a rinunciare per salvare le Due Torri?”


La Torre Garisenda deve essere riassettata per evitare cedimenti importanti. L’ambiente attorno è cambiato: ci sono vibrazioni legate al traffico. E anche la composizione dell’aria può portare ad alterazioni chimiche. La Garisenda, essendo nata storta, è sempre stata sotto osservazione. Ora l’intervento interessa tutta l’Italia, non solo i bolognesi, e finirà nei manuali di ingegneria. La popolazione è in allarme e teme per la “sua” torre simbolo di orgoglio cittadino”. Parole queste ultime rilasciate dal Centro di Ricerca Edilizia e Costruzioni dell’Università Alma Mater al giornale la Repubblica lo scorso 14 novembre 2023. E sempre su Repubblica Bologna dello scorso 22 novembre l’architetto Pietro Maria Alemagna ha affermato: “Bisogna riuscire a fare di questo evento straordinario un momento di partecipazione collettiva. Per sentirci partecipi di questo salvataggio. La Garisenda come un’astronave: scateniamo tutti la fantasia”.

Da cittadina bolognese sono preoccupata del destino della torre Garisenda, ma allo stesso tempo invito tutti i cittadini e la nazione intera a riflettere sulle parole dei nostri esperti. Loro rappresentano il sapere scientifico di una città che deve essere custodita nella sua unicità. Tuttavia, per preservare la storicità medievale del capoluogo emiliano dobbiamo “curarlo e coccolarlo”. Ciò che contribuisce alla straordinarietà di Bologna sono le sue origini medievali che vanno conservate e tutelate. Pertanto tutti insieme, esperti e non, dobbiamo credere e non sperare nel verbo “salveremo” la Torre Garisenda.

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Cronaca

Covid, aumentano i ricoveri ma solo il 3% va in terapia intensiva

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Ricoveri Covid ancora in crescita negli ospedali: in una settimana il numero dei pazienti è salito del 25,3%, secondo la rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso.

Si tratta per la stragrande maggioranza di pazienti ricoverati nei reparti Covid ordinari; solo il 3% del totale degli ospedalizzati, infatti, è in terapia intensiva. 

I dati rivelano ancora una volta come negli ospedali solo il 26% sia ricoverato per Covid ovvero con sindromi respiratorie e polmonari mentre il 74% è ricoverato con Covid cioè in ospedale per curare altre malattie ma trovato positivo al coronavirus.

“I numeri dell’ultima rilevazione confermano il trend in crescita – spiega il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore -. Assistiamo a una maggiore circolazione del virus che impatta, seppur in minima parte, sugli ospedali incrementando i ricoveri. L’età media dei pazienti, tuttavia, rimane elevata, pari a 76 anni, questo evidenzia come il Covid in questa fase sia pericoloso soprattutto per anziani affetti da altre patologie che il virus contribuisce ad aggravare. Di contro, la campagna vaccinale registra ancora una adesione molto bassa: a essersi vaccinati poco più di un milione di persone”.

“Solo il 7% degli ultrasettantenni è stato vaccinato contro il Covid-19 e, tra i malati fragili, le percentuali sono ancora più basse. Questa settimana la mortalità per Covid è ulteriormente aumentata del 24% rispetto alla settimana precedente con una proiezione su base annua di più di 15mila morti, destinata purtroppo ad un progressivo sensibile aumento”. È l’allarme lanciato dal presidente della Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi (Foce) Francesco Cognetti.

“Nonostante vi siano ben 7 milioni e mezzo di dosi già disponibili da circa due mesi e molte altre in arrivo, in tutto il Paese le vaccinazioni sono state solo circa un milione, con le Regioni del Sud e il Lazio che fanno registrare numeri molto bassi”, aggiunge Cognetti, secondo cui “le cause di questi risultati fallimentari sono la completa assenza di qualsiasi programmazione ed organizzazione, da parte del sistema di prevenzione del nostro Paese, di una vera e propria campagna di vaccinazione rivolta a diverse decine di milioni di cittadini italiani e la completa assenza di una campagna informativa su questa vaccinazione di massa”.

Il presidente Foce punta inoltre il dito contro” la diffusione, purtroppo anche da parte di alcune autorità sanitarie del Paese, di messaggi confusi e spesso contraddittori sulle dimensioni del contagio e sulla sua letalità, quindi con l’effetto di ulteriormente demotivare e scoraggiare una popolazione già parzialmente restia”. Per gli esperti Foce è necessario che “tutte le autorità sanitarie del Paese, governative e regionali” imprimano “una rapida e decisa svolta alla campagna vaccinale con un concreto rafforzamento strutturale e organizzativo, accompagnato da un vero e proprio sistema di diffusione capillare dell’informazione sulla sua enorme utilità”.

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