Piano Nazionale della Fertilità: presentato il primo “Fertility Day”

 
di Angelo Barraco
 
Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha presentato il primo “Fertility Day”, che si celebrerà il 22 settembre 2016 e sarà una Giornata Nazionale annuale che rappresenta il fulcro delle iniziative contenute nel Piano Nazionale della Fertilità e vi saranno eventi a Roma, Bologna, Catania, Padova. Un’iniziativa che avrebbe dovuto richiamare semplicemente l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della fertilità, coinvolgendo i giovani, i medici, gli insegnanti, tutti gli ordini professionali, le associazioni e le comunità scientifiche e per tali ragioni sono state diffuse sul web delle immagini con su scritto “La bellezza non ha età. La fertilità si” o “Non mandare gli spermatozoi in fumo”, con una mano che tiene una sigaretta in mano.  Ma sono molte le immagini che circolano sul web  “Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi” riporta un’altra immagine, ma in altre si cita la carta costituzionale “La costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile” e molte altre come “La fertilità è un bene comune”. Le immagini, secondo chi ha ideato la campagna pubblicitaria, volevano essere un monito al delicato tema preposto ma hanno avuto un vertiginoso effetto boomerang e numerosi soggetti appartenenti al mondo della cultura, hanno espresso il loro dissenso e la loro indignazione. Il primo elemento che è stato messo sotto la lente d’ingrandimento riguarda questo tipo di propaganda che mira alla procreazione e che si contrappone ad un sistema che invece è con le spalle al muro poiché si trova con il 42% di disoccupazione, un dato che non da input a tale incremento demografico sponsorizzato dalla Lorenzin e che frena notevolmente  quelle dinamiche che spingono alla “creatività”.  
 
Il noto scrittore Roberto Saviano, ha scritto un lungo commento su facebook in merito a questa iniziativa “Ecco la nuova, sorprendente trovata del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: il #FertilityDay, da festeggiare il 22 settembre (per inciso, il giorno del mio compleanno… non poteva farmi regalo peggiore).
Ed ecco le cartoline costruire ad hoc per l'evento.
Le trovate nell'immagine di questo post. 
Le analizziamo insieme?
1) "La bellezza non ha età, la fertilità sì"
Vuol dire, semplicemente, affrettatevi a fare figli: non avete un lavoro stabile? Che importa. Non siete certi che il vostro partner sia quello giusto? Mio Dio quanti problemi vi fate. Forza, procreate, fatelo a cuor leggero, ché dove mangiano due mangiano tre.
2) "La fertilità è un bene comune"
Non lo è. Non è come l'acqua. La fertilità è una caratteristica fisica individuale. Il Ministero della Salute dovrebbe fare ricerca e rendere accessibile la procreazione per quelle coppie affette da sterilità e non invitare genericamente a fare figli. Research&development dovrebbe essere la tendenza e invece questi ci riportano al Medioevo.
3) "Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi"
Da ovazione, in un Paese con il tasso di disoccupazione come quello italiano, dove chi ha talento, ambizioni e speranze emigra; dove chi non ha la solidità economica di un famiglia che possa garantire studi e accesso alla professione, lascia il Paese, sembra una presa in giro. Immagino che tutti i neogenitori quarantenni avrebbero voluto avere figli a venticinque anni, ma magari al tempo si stavano facendo le ossa, stavano lavorando gratis per qualche azienda, stavano forse trovando difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e quindi, responsabilmente (loro sì, per fortuna) avranno pensato che per un figlio ci sarebbe stato tempo.
(e ultimo, tiriamo un sospiro di sollievo)
4) "La Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile"
Dove in rosso, evidenziato, non trovate "cosciente e responsabile", ma "procreazione". Per i nostalgici, un tuffo nel passato”.
 
Le immagini propagandistiche del Fertility day, fanno riferimento alla Costituzione, nello specifico “La costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile” ma anche “La fertilità è un bene comune”. La Carta Costituzionale non punta l’attenzione sull’età dei soggetti che si uniscono in matrimonio e procreano: l’articolo 29 della costituzione recita “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come societa` naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio e` ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unita` familiare”. In merito ai figli la Costituzione si limita a dire, nell’Articolo 30, che “E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacita` dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.
 
La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità”. Quindi nessun elemento oggettivo che punta il dito alla procreazione e fattori legati ad essa. Una propaganda che ha offeso molte donne, che si sono sentite venir meno del rispetto e della tutela a cui hanno sempre fatto garbatamente attenzione. Donne che hanno vissuto il dolore della perdita di un figlio, che hanno lottato per averlo, donne che hanno sentito il peso e il dolore di una delusione e di un fallimento, una gravidanza programmata e non arrivata e viceversa. Donne offese e disgustate da tutto ciò che hanno tergiversato sulle pagine del web la loro storia fatta di una fertilità che non dipende dall’età anagrafica ma da altri fattori e ritengono che dedicare un giorno alla fertilità è una mancanza di rispetto per il dolore che hanno subito in questi anni. Questa vicenda ha riportato alla mente una data che per gli italiani è storica: 24 dicembre 1933. Quando Mussolini istituii la “Giornata della Madre e del Fanciullo". Al Teatro Adriano vi erano reparti militari schierati e all’interno un copioso numero di madri con i loro figli in braccio che aspettavano l’arrivo delle più importanti autorità. In quel contesto vengono premiate le madri  più prolifiche d’Italia. Un’esaltazione alla crescita del paese, alla procreazione e all’incremento demografico che l’austero Duce di allora, divenuto poi la maschera di Piazzale Loreto, voleva enfatizzare in quell’Italia di regime.  Parliamo di un periodo storico diverso, in cui la donna curava il focolaio domestico e vi erano altri valori, malgrado vi fosse l’ombra della dittatura. Lanciare un messaggio di istigazione alla procreazione nella società odierna, in cui mancano le basi oggettive per poter sviluppare concreti e oggettivi progetti di crescita, risulta alquanto blando e fuori contesto.  Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo parlato del “Fertility Day” con la Dottoressa Mary Petrillo, Psicologa criminologa, docente universitaria e vice presidente associazione Con Te Donna Lazio e ci ha riferito che “Una campagna costosa ed inutile,  celebrativa? Informativa non direi proprio! Una campagna che ci riporta indietro, ma molto indietro col tempo, non tiene in considerazione le motivazioni alla base del fatto che le donne italiane non fanno figli, non lo sa il ministro (a me ministra non piace e non mi piace distorcere i vocaboli) che ancora oggi una donna per affermarsi e rendersi autonoma deve aspettare molto più tempo rispetto ai colleghi uomini? Non sa il ministro che a molte donne prima di essere assunte le si chiede se hanno o vogliono figli? Non tieni in considerazione il ministro la scelta di molte donne di non volere essere madri? Non considera il ministro le donne che non possono o non riescono a diventare madri? Bé questa campagna pubblicitaria a mio parere è stata gestita veramente male, seppure voleva essere un altro l'intento è risultata invece sconcertante e confusionaria”