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Roma

POMEZIA E ARDEA SPIAGGE: FRA PECORE SGOZZATE E SCAVI ARCHEOLOGICI PARALIZZATI IMPERA L'ABBANDONO

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Tempo di lettura 2 minuti il sito archeologico Castrum Inui, una piccola Pompei che a saperla valorizzare potrebbe far vivere di rendita il Comune che la ospita e non solo.

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di Maria Lanciotti

Pomezia / Ardea (RM) – Tornassero gli antichi romani ci metterebbero in croce. Loro non ci andavano tanto per il sottile, e forti del Diritto applicavano ai tempi loro la legge del taglione. Nel caso nostro, potendo, ci condannerebbero con la seguente motivazione: tu m’hai distrutto l’Impero e io ti distruggo.
Pensieri ameni camminando su una delle spiagge più belle della costa laziale, e anche fra le più disastrate, nel tratto fra Torvajanica nel comune di Pomezia e il territorio nel comune di Ardea.

Anno dopo anno la spiaggia risente di un abbandono che non si può descrivere, si deve respirare quell’aria infetta per capire, calpestare rifiuti e carogne per credere, sfiorare l’acqua satura di veleni e vuota di vita per afferrare la portata del dramma.

I pescatori per hobby continuano a raschiare il fondo, mentre i pescatori per professione campano alla giornata, appassionati del loro lavoro talvolta ereditato, amanti del mare di cui più di ogni altro conoscono lo stato di sofferenza sempre più avanzato. Conferma, uno di essi, l’impoverimento del fondo marino e delle risorse ittiche.

Da quelle parti, nei pressi della foce del fiume Incastro, emissario del lago di Nemi* (un fosso nero puzzolente fra canneti fittissimi) si trova pure il sito archeologico Castrum Inui, una piccola Pompei che a saperla valorizzare potrebbe far vivere di rendita il Comune che la ospita e non solo. Ma il fatto è che gli scavi partiti con ottimi esiti nel 1998, sembrerebbero abbandonati da almeno dieci anni, mentre tutto ciò che era venuto alla luce – il porto e la fortezza romana, una vasta area sacra – sta lì recintato e inaccessibile e mai un’anima che vi si avvicini, prossimo a tornare ad un secondo oblio, doloso e inqualificabile,  anche se c’è – fra gli addetti ai lavori – chi afferma che quegli scavi procedono ininterrottamente sebbene molto a rilento. Una questione che andrebbe certamente approfondita, poiché quel sito – posto fra Ardea e Tor San Lorenzo – rappresenta la sola eccellenza del luogo, che ahimè sempre più si va confondendo con il degrado generale che impera nella terra dei Rutuli.
 

*Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma, Roma 1848, tomo II pag. 155:
"[L'Incastro] È il fiume più considerabile che sbocchi nel mare dopo il Tevere andando da Roma fino all'Astura imperciocchè è formato in origine dallo scolo del lago nemorense e raccoglie tutte le acque, che scendono dalle pendici meridionali di Albano, Ariccia, e Genzano, e che si raccolgono insieme sotto
Ardea. […]. Il suo nome suol derivarsi dall'incastro della rifolta [N.d.R.: la "rifolta" è un sistema di chiuse destinato a regolare il flusso di acque correnti per uso industriale, come nel caso delle mole] della mola di Fonte di Papa; ma […] io sono di opinione, che [il suo nome] derivi da un fatto più antico; imperciocchè questo fiume scorre sotto le pendici dall'antica Terra di Castrum lnvi, la quale era situata non lungi dalla sua foce, cioè fra Ardea ed il mare: veggasi l'articolo CASTRVM INVI; onde si disse il fiume dell Invi-castro e poscia dell'Incastro."

Oggi, a causa dell'abbassamento del livello, non raccoglie più le acque del lago di Nemi (da almeno trenta anni), ma solamente quelle che si originano dalle pendici occidentali del vulcano laziale (Albano, Ariccia, Genzano)
 

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Cerveteri, oli esausti e rifiuti pericolosi in un’autofficina: sequestrata l’intera area e denunciato il titolare

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I Carabinieri della Stazione di Cerveteri, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Forestale di Civitavecchia, nonché del personale A.S.L. e Ufficio Tecnico e Polizia Locale di Cerveteri hanno svolto un’attività ispettiva presso un’autofficina.
Nel corso del controllo sono emersi gravi violazioni, sia sul piano amministrativo che su quello ambientale: non solo l’esercizio verificato è risultato privo delle previste autorizzazioni e comunicazioni agli Enti preposti, ma l’area ove il medesimo sorge è risultata caratterizzata dalla presenza di varie tipologie di rifiuti, soprattutto olii esausti, speciali e pericolosi, non adeguatamente trattati come invece previsto dalla vigente normativa di settore.
Il titolare dell’attività, immediatamente sospesa, è stato pertanto segnalato per i vari profili di responsabilità sia all’Autorità Giudiziaria che a quella sanitaria, mentre l’intera area interessata è stata posta sotto sequestro.

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Monterotondo, ladre in azione: arrestate 3 giovani donne

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MONTEROTONDO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, hanno denunciato tre giovani donne di origini romene, appartenenti all’insediamento spontaneo di via Tiburtina a Roma, gravemente indiziate del reato di ricettazione.
Dopo una segnalazione di furto giunta al 112, i Carabinieri sono intervenuti in un supermercato eretino dove hanno fermato tre donne nel tentativo allontanarsi, dopo essere state notate mentre cercavano di impossessarsi di alcuni prodotti dagli scaffali.
I successivi accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di rintracciare il veicolo utilizzato dalle fermate, all’interno del quale i Carabinieri hanno rinvenuto un grosso quantitativo di prodotti alimentari asportati da un altro supermercato.
Le donne, non avendo fornito una valida giustificazione sulla provenienza della merce, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Tivoli per il reato di ricettazione, ed è stato notificato loro il provvedimento di allontanamento dal comune di Monterotondo, emesso dal Questore di Roma, con divieto di ritorno per 3 anni.

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Roma

Roma, minacciato al collo con due bottiglie di vetro e costretto a consegnare lo smartphone: in manette due uomini

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ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo hanno arrestato due cittadini romani – di 31 e 36 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine – gravemente indiziati dei reati di rapina e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Un giovane, 22enne romano, ha denunciato di essere stato avvicinato da due uomini a lui sconosciuti che, in evidente stato psicofisico alterato, lo hanno afferrato al collo e minacciato con due bottiglie di vetro, facendosi consegnare lo smartphone per poi allontanarsi, in via di Boccea altezza metro Cornelia. Richiesto aiuto al 112, tramite alcuni passanti, sono interventi sul posto i Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo che grazie alla descrizione fatta dal giovane e tramite la localizzazione del telefono asportato, hanno individuato i due sospettati nei pressi della fermata metropolitana “Battistini”.
Alla vista dei militari, gli indagati hanno spintonato i Carabinieri al fine di darsi alla fuga ma sono stati bloccati. Con loro avevano ancora la refurtiva che è stata riconsegnata al 22enne.
Presso le aule di piazzale Clodio, il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e ha disposto per i due la misura cautelare degli arresti domiciliari.

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