Prevenzione da Covid-19, Polizia Penitenziaria: Il SIPPE diffida Bonafede, Basentini e Tuccillo

Il SIPPE – Sindacato Polizia Penitenziaria – ha diffidato e messo in mora il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini e il Capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità Gemma Tuccillo, invitandoli a far eseguire, a livello nazionale, a tutto il personale di Polizia Penitenziaria il test del tampone faringeo per la ricerca del coronavirus Covid-19, in considerazione del fatto che il personale della Polizia Penitenziaria è quotidianamente esposto ad un alto rischio contagio, con avvertimento che, in difetto, si presenterà ricorso all’Autorità competente, nelle Sedi più opportune, per la tutela del diritto all’integrità psico-fisica, nonché a quello ad un ambiente salubre, delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria, degli interessi della O.S. istante e dei propri associati.

Un atto, quello del SIPPE, che arriva dopo le notizie che in diversi istituti penitenziari italiani, le diverse rivolte dei detenuti hanno pregiudicato la sicurezza e l’incolumità del personale penitenziario, tanto da fare emergere in maniera solare un quadro agghiacciante del sistema penitenziario italiano e la carenza delle strutture carcerarie.

Questa la maschera data in dotazione per la protezione contro il Covid-19 (Fonte e foto SIPPE)

“In tali occasioni – si legge sull’atto di diffida – si è constatato, con vivo imbarazzo, che la dotazione a disposizione del personale atta a fronteggiare sommosse o proteste da parte dei detenuti è del tutto inadeguata, addirittura neanche più in uso alle altre forze di polizia, che l’hanno dismessa da moltissimi anni. In tale difficile contesto i poliziotti penitenziari operano in molti istituti penitenziari senza neppure i previsti dispositivi di protezione sanitari, talché sono nell’oggettiva impossibilità di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, benché ne abbiano fatto più volte richiesta”.

Dal Sindacato Polizia Penitenziaria – SIPPE – si invoca dunque l’articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, nonchè l’articolo 2087 del codice civile che obbliga il datore di lavoro ad adottare tutte le misure necessarie per tutelare la integrità fisica dei lavoratori.

Secondo il SIPPE, le varie disposizioni emesse recentemente dalle Autorità diffidate non garantiscono, in concreto, un’adeguata sicurezza alla salute delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria che operano negli istituti e nei servizi penitenziari per adulti e minori, rendendo potenzialmente vana la possibilità di contrastare il virus Covid-19.

I Poliziotti penitenziari – ha dichiarato Alessandro De Pasquale Presidente del SIPPE – sono giornalmente costretti a lavorare in ambienti poco salubri e senza adeguati strumenti di protezione individuale. Inoltre – ha proseguito De Pasquale – le note rivolte dei detenuti richiedono strategie diverse e l’istituzione di squadre antisommossa a livello nazionale, regionale e locale al fine di fronteggiare eventuali sommosse o proteste dei carcerati”.