Prima casa e riforma del catasto: una patrimoniale nascosta?

La video intervista al V. Presidente della X Commissione in Regione Lazio delle Politiche Abitative e al titolare della Ariete Immobiliare per cercare di capire cosa succede

Respinto per un solo voto l’emendamento presentato dal centrodestra in Commissione finanze che voleva cancellare l’articolo 6 della delega fiscale ovvero lo stop alla revisione del catasto con la nuova mappatura a partire dal 2026, che aggiorna i valori di mercato degli immobili.

NELLA PRIMA PARTE DI OFFICINA STAMPA ABBIAMO PARLATO DELLA RIFORMA DEL CATASTO INSIEME ALL’ON. FABRIZIO GHERA PRESIDENTE DEL GRUPPO FRATELLI D’ITALIA AL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO E VICEPRESIDENTE DELLA X COMMISSIONE POLITICHE ABITATIVE E AL DR. MAURIZIO ZAMBONI TITOLARE DEL GRUPPO ARIETE IMMOBILIARE

Una riforma che secondo il centrodestra nasconde una patrimoniale che andrà a pesare sulle tasche degli italiani.

La votazione è finita con un solo voto di scarto, 23 a 22, con Lega, Forza Italia e Fdi che hanno votato insieme per abrogare la riforma, spaccando quindi la maggioranza di governo.

L’articolo 6 della legge prevede la delega al Governo per l’adozione di norme dirette a modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da mettere a disposizione dei comuni e all’Agenzia delle entrate.
Il presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze, Daniele Franco hanno più volte spiegato che l’obiettivo della riforma è quello di facilitare l’individuazione e la corretta classificazione degli immobili che non si tradurrebbe in innalzamento automatico delle tasse. La norma indica, in particolare, i principi e i criteri direttivi che dovranno essere utilizzati per l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati.
La vera novità della riforma è la necessità di aggiornare l’archivio con gli immobili e i terreni non dichiarati. L’Agenzia delle Entrate, che ha assorbito la vecchia agenzia del Territorio, insieme con i comuni avrà quindi strumenti per andare a caccia degli immobili “fantasma” ma anche di quelli che non rispettano la reale consistenza, la destinazione d’uso o la categoria catastale attribuita.