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Cultura e Spettacoli

PROVACI ANCORA PROF 6: TUTTE LE ANTICIPAZIONI

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Tempo di lettura 3 minuti Cosa succederà nella puntata di questa sera giovedì 17 settembre 2015?

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Cosa succederà nella puntata di questa sera giovedì 17 settembre 2015?

Camilla, in ospedale per una visita di controllo, incontra una sua vecchia amica di nome Francesca. Ma proprio l’ospedale diventa la scena di un crimine: un paziente è stato ucciso. Iniziano le indagini e il commissario capisce che Francesca conosceva molto bene la vittima. Camilla si inserisce come sempre nelle indagini perché vuole dimostrare l’innocenza della sua amica.
Intanto però Livietta è sempre più determinata a voler ritornare a Londra dal suo amato George, nonostante le resistenze di Camilla che chiede aiuto anche al marito per convincerla a rimanere. Nel frattempo è pure tornato Tommy e Gaetano pensa di “sfruttare” suo figlio per provare ad avvicinarsi a Camilla…

La trama La vita di Camilla (Veronica Pivetti) scorre tranquillamente a Torino, dove la Prof si barcamena come sempre tra il lavoro a scuola e la sua famiglia. Con Renzo (Enzo Decaro) sembra ormai andare tutto a gonfie vele fino a quando il marito le confessa ciò che lei non avrebbe mai voluto sentire: qualche mese prima, in una trasferta di lavoro, ha trascorso la notte insieme alla sua ex, Carmen (Carmen Tejedera). 

Sarebbe stato per entrambi solo l’errore di una notte dato da qualche bicchiere di troppo, se il destino non ci avesse messo lo zampino. Carmen, infatti, è rimasta incinta e Renzo, pur innamorato più che mai di Camilla, non può far finta di niente. Deve prendersi le sue responsabilità, ma non vuole rinunciare a sua moglie. Camilla, irremovibile, lo manda via di casa. È un dolore troppo grande da sopportare, e non può fare altrimenti.

E tra le braccia di chi, Camilla, potrebbe trovare consolazione se non tra quelle del «suo» vice questore Gaetano Berardi (Paolo Conticini)? Dopo anni di corrisposta attrazione, di complici sguardi e di intima ma platonica amicizia, adesso non sembra esserci più nulla che possa impedire alla passione, finalmente, di prendere il sopravvento. Gaetano non ha mai nascosto i suoi sentimenti per la Prof, ma la strada è ancora lunga, e Camilla è una donna ferita che ha bisogno dei suoi tempi. Questo naturalmente non le impedisce di intrufolarsi, un po’ per caso un po’ per desiderio, nei casi gialli che il vice questore deve risolvere. Tutti casi molto contemporanei e di attualità, come ad esempio la violenza tra gli ultras, il femminicidio, le baby squillo o la ludopatia.

Nella vita di Gaetano, intanto, torna il figlioletto Tommy (Matteo Mequio), affidatogli dalla madre perché all’estero per lavoro. Il piccolo ha da sempre un debole per Camilla e, la nuova situazione di casa Ferrero-Baudino, gli consente di trascorrere molto più tempo insieme a lei e al padre, quasi come fossero una vera famiglia.  Renzo, però, non ha perso le speranze: è ancora innamorato della moglie, vuole riconquistarla e non ha intenzione di lasciare il campo libero… Lui e Camilla, nel frattempo, devono anche trovare il modo di affrontare la questione della loro separazione con Livietta (Ludovica Gargari) che sta per tornare da una vacanza-studio a Londra e ancora non sa nulla.

La loro «figlioletta» ha ormai definitivamente abbandonato i panni della bambina per diventare una bella ragazza dai modi sicuri e disinvolti e, all’estero, ha anche trovato l’amore: George (Luca Murphy), un ragazzo inglese che fa il deejay. Non possono sapere che, spiegare alla figlia i motivi della loro rottura, sembrerà una passeggiata rispetto a quello che Livietta ha in serbo per loro.

Al commissariato di polizia, tra un caso d’omicidio e un altro, tengono banco le vicende sentimentali tra Torre (Pino Ammendola) e Lucianona (Daniela Terreri), ormai fidanzati ma in lite perenne perché l’ispettore temporeggia il più possibile per evitare il matrimonio. La Prof, intanto, nonostante le difficoltà della sua vita privata, vive sempre con grande passione e determinazione il suo ruolo da insegnante. Lavora sempre nella stessa scuola dove, con grande dispiacere di studenti e insegnati, è diventato Preside l’odiato Prof. Ruggero Pellegrini (Luigi Di Fiore), un uomo tradizionalista e autoritario.

Fortunatamente Camilla può contare sempre sull’amicizia della sua collega Anna Ronco (Elisabetta Pellini), professoressa di inglese e finalmente mamma di un bambino a lungo desiderato, ma in crisi con il marito. Fanno il loro ingresso per la prima volta il vice preside Matteo Maffei (Arturo Muselli), giovane e affascinante professore di matematica appassionato del suo lavoro, e la Prof. di ragioneria Annalisa Torchio (Elena Cantarone), donna simpatica e ironica, prossima alla pensione.  

Il più grande confidente di Camilla resta, in ogni caso, l’adorato cane Potty, a cui la Prof racconta tutti i suoi turbamenti e con cui fa sempre grandi discorsi… in attesa di un consiglio.

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Musica contemporanea e poesia: Paolo Cavallone presenta il suo libro “Suoni Ulteriori”

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10 aprile, alle ore 15, a Roma nella sede dell’Associazione Stampa Romana
 
 
Un viaggio nella “poesica” del compositore Paolo Cavallone, tra musica contemporanea e poesia. E’ quanto prevede la presentazione di “Suoni Ulteriori”, il volume scritto dallo stesso Cavallone, tra i compositori italiani più apprezzati a livello internazionale, che sarà presentato mercoledì 10 aprile, alle ore 15, a Roma nella sede dell’Associazione Stampa Romana (Piazza della Torretta, 36 – 1° Piano).
 
L’ingresso è libero. All’incontro, oltre all’autore, interverranno il presidente della Consulta uffici stampa dell’Associazione Stampa Romana, Antonio Ranalli, il musicista e filologo Valerio Sanzotta e rappresentanti delle istituzioni. Alcuni estratti del volume saranno letti dal giornalista Angelo Martini.
 
L’opera, edita dal Gruppo Santelli Poetica, contiene 46 testi poetici che l’autore ha composto nell’arco di 24 anni. L’opera si arricchisce della presentazione del giornalista e scrittore Giuseppe M. Gnagnarella e della prefazione del musicologo Renzo Cresti.
 
È difficile separare la poesia dalla musica perché in Paolo Cavallone prendono vita contemporaneamente: non vi è un prima e un dopo, un distacco, ma si formano insieme. Potremmo azzardare il termine “poesica”, poesia/musica contratte in un’unica parola, arti che pur conservando le loro naturali caratteristiche si penetrano attraverso il suono e il ritmo, indistinguibili e imprescindibili l’una dall’altra. Dal suono di una vocale o di una frase nasce la musica, la quale è già contenuta in quella parola e in quel verso. Non è una questione di creare una poetica o una drammaturgia, il fatto è che poesia/musica sono connaturati alla sensibilità, alla forma mentis di Cavallone o meglio egli diviene la sua poesia/musica. Un suono senza tempo (“Spirali”), intrasonico polifonico (“Madrigale”), ci regala Cavallone, corpo dello spirito (“Corpo”), vivo raro (“Sorriso”). “Per onestà / nella purezza dell’intenzione / dell’immaginazione” (“Ero Dandy e non sapevo”), ci dona la dolcezza delle emozioni (Stanze), in “Rivelazioni” meditate e fulminee, in un percorso di vita e d’arte più unico che raro, profondo e originale. Il libro si arricchisce della copertina tratta dall’opera “Il vento dell’ovest” della pittrice Emma D’Alessandro.
 
Paolo Cavallone (Sulmona, 1975) è uno dei maggiori compositori di oggi. Affianca a una formazione musicale di alto prestigio la laurea in Lettere all’Università dell’Aquila dove studia Letteratura Italiana con Walter Siti. L’apertura di senso del suo pensiero compositivo, nell’ideazione del concetto di possibilità applicato alla creazione musicale, è divenuta canone estetico di riferimento. Fra le collaborazioni ricordiamo: Siemens Foundation, Dilijan Music Series di Los Angeles, Orchestre National de Bretagne, Orchestra della Toscana, EOC ensemble, Pascal Gallois, Rohan De Saram, Roberto Fabbriciani, Magnus Andersson, Marco Guidarini, Daniel Kawka e Andrea Lo Vecchio. In qualità di regista ha realizzato il film di animazione d’arte “Magasin de métaphores”. Già collaboratore di ricerca all’Università di New York e professore di orchestrazione alla Victoria University di Wellington (Nuova Zelanda), è titolare della cattedra di Elementi di Composizione al Conservatorio Vivaldi di Alessandria. I suoi lavori sono pubblicati da RAI COM e da MEP e sono disponibili su dischi Tactus e Albany Records.
 
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Viterbo, grande successo per il concerto di Pasqua

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Grandissima risposta della città che ha accolto l’invito a partecipare al concerto di Pasqua organizzato dall’Associazione XXI secolo. In una chiesa della Verità gremita, gentilmente accolti da don Elio, si sono accomodate centinaia di persone, tra cui l’assessore Patrizia Notaristefano e Marcello De Marchi, fratello di Rosanna, scomparsa due mesi fa, a cui era dedicato il concerto e in particolare il Requiem.
 
Tre le parti dello spettacolo pasquale: la prima con la sola orchestra sinfonica EtruriÆnsemble che, diretta dal maestro Fabrizio Bastianini ha proposto la Sinfonia n. 40 di Mozart con la consueta esecuzione impeccabile e coinvolgente; è poi venuto il momento della dedica, con l’ingresso dell’ensemble vocale Il Contrappunto, la quale, accompagnata all’organo da Fabrizio Viti e alla viola da  Nico Ciricugno, sempre diretti dal maestro Bastianini, ha pregato in note in onore dell’amica Rosanna, con il meraviglioso Requiem di Puccini, composto per ricordare il grande Giuseppe Verdi. Un’emozione palpabile che si è riflessa negli occhi dei presenti.
 
Il concerto si è chiuso con l’esecuzione straordinaria di uno Stabat Mater realizzato con l’opera di ben otto compositori, Bononcini, Dvorak, Frank, Jenkins, Kodaly, Pergolesi, Poulenc, Verdi. Un vero mosaico di note spiegato Anna Rollando, nel doppio ruolo di violista dell’orchestra e mediatrice musicale. “Lo Stabat Mater richiama come ‘stava la madre dolorosa davanti alla croce’ – ha precisato Anna -, una preghiera davanti al mistero della morte del figlio, vissuto però con la speranza della fede. L’eccezionale esecuzione odierna presenta varie composizioni, di varie epoche, che vanno a comporre la preghiera completa. Immaginate un insieme di colori che vanno a dipingere una magia, raccontando qualcosa di intimo. Si parte con Pergolesi, in una sorta di cornice che apre e chiude le esecuzioni, per poi affrontare tutti gli altri compositori, dedicate sempre a Cristo sulla croce fino ai contemporanei, che si spingono alla ricerca di Dio e al confronto dell’uomo con la morte. Tanti stili diversi che insieme creano qualcosa di migliore, come la musica può creare, davvero, un mondo migliore”.
 
Parole seguite dalla musica, che ha confermato la straordinarietà del progetto del Maestro Bastianini, un incanto per il pubblico che ha seguito e apprezzato decretando un lunghissimo applauso finale.
 
Privo di virus.www.avast.com

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Roberto Rossellini, un maestro del cinema italiano

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Tra i suoi film più celebri: “Roma, città aperta” (1945), considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano

Roberto Rossellini, uno dei più grandi registi del cinema italiano e mondiale, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema con la sua visione innovativa e il suo approccio rivoluzionario alla narrazione cinematografica.

Nato l’8 maggio 1906 a Roma, Rossellini ha contribuito in modo significativo allo sviluppo del neorealismo italiano e ha influenzato generazioni di cineasti con la sua ricerca di autenticità e verità sullo schermo.

Il contributo di Rossellini al cinema è stato caratterizzato da una profonda sensibilità umana e da una volontà di esplorare le complessità dell’esistenza umana attraverso storie realistiche e vicine alla vita di tutti i giorni. I suoi film sono spesso ambientati in contesti sociali e politici tumultuosi, e riflettono le sfide e le contraddizioni del mondo contemporaneo.

Tra i suoi film più celebri vi è “Roma, città aperta” (1945), considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano. Il film, ambientato durante l’occupazione nazista di Roma, segue le vite di un gruppo di persone coinvolte nella Resistenza contro il regime fascista. Con “Roma, città aperta”, Rossellini ha introdotto una nuova forma di narrazione cinematografica, caratterizzata da una fotografia cruda e realistica, da una recitazione naturale e da una trama focalizzata sui personaggi e sulle loro esperienze individuali.

Un altro capolavoro di Rossellini è “Paisà” (1946), una raccolta di episodi che raccontano le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale in diverse regioni italiane. Attraverso storie di speranza, dolore e resilienza, il regista offre uno sguardo profondo e umano sulla realtà post-bellica del Paese.

Nel corso della sua carriera, Rossellini ha continuato a sperimentare e a innovare, esplorando nuove forme di narrazione e abbracciando nuovi temi e generi. Con “Stromboli” (1950), ha portato il neorealismo sullo sfondo di un’isola vulcanica, esplorando il conflitto tra la natura e la civiltà. Con “Viaggio in Italia” (1954), ha creato un ritratto intimo e psicologico di un matrimonio in crisi, aprendo la strada al cinema d’autore europeo.

Rossellini ha dimostrato una straordinaria abilità nel cogliere l’essenza umana e nel portare sullo schermo le emozioni e le contraddizioni della vita quotidiana. Il suo contributo al cinema italiano e mondiale rimane senza pari, e la sua eredità continua a ispirare e influenzare i cineasti di oggi. Con la sua visione audace e la sua sensibilità unica, Roberto Rossellini rimane un gigante del cinema, il cui lavoro continuerà a essere ammirato e studiato per generazioni a venire.

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