PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, ORLANDO: "PER I CORROTTI PRESCRIZIONE IMPROROGABILE"

Redazione

 

"Il problema della prescrizione per i reati contro la Pa lo considero strarisolto. È difficile guardare ad altri Paesi senza tener conto delle rispettive specificità. La mediazione raggiunta tiene conto del rafforzamento della pretesa punitiva dello Stato senza scaricare addosso all’imputato l’inefficienza del sistema. Per i reati di corruzione abbiamo costruito un sistema in cui è improbabile che scatti la prescrizione grazie al combinato disposto della sospensione per tre anni, degli aumenti di pena e del riconoscimento della specificità di alcuni di questi reati". Lo afferma il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in un'intervista al Sole 24 Ore in edicola oggi.
"Se non si riesce a fare un processo in 18 o 22 anni…. Dopodiché, anche questa norma andrà sottoposta al vaglio dei fatti. Io credo che con questa riforma non ci saranno più prescrizioni per i reati contro la Pa. Verificheremo e valuteremo", prosegue.
"Ho detto che non avrei mai voluto fare una riforma del Codice penale perché lo considero la tavola del grado di riprovazione che una società esprime verso certe condotte, in un certo momento storico – sottolinea il Guardasigilli -. Perciò si scontrerebbero visioni diverse: per esempio tra chi ritiene più gravi i reati di corruzione e chi quelli di strada… Sulle intercettazioni il discorso è diverso: credo si possa essere d’accordo che sono uno strumento per accertare la verità processuale. Quindi, non bisogna pregiudicare le intercettazioni come mezzo di indagine, ma bisogna che le intercettazioni siano quanto più possibile strumento di indagine. Su questo è più facile trovare un accordo che su altri temi".
Quanto alla riforma del Csm, il ministro spiega: "Io credo sia necessaria una legge elettorale che limiti i criteri di appartenenza alle correnti ma non agevoli la creazione di feudi elettorali. Inoltre, riterrei opportuna una Sezione disciplinare separata, i cui componenti siano distinti da quelli che si occupano delle funzioni amministrative. È probabile che sia necessario un più alto numero di consiglieri ma a parità di costi. Infine, la legge dovrà garantire anche le pari opportunità. Questa consiliatura ha solo due donne".
Poi a una domanda sui casi Fincantieri e Ilva, Orlando risponde così: "Non generalizzarei: Monfalcone non è Taranto. Taranto è il frutto della difficoltà di riportare una struttura industriale all’interno della normativa ambientale attuale, Monfalcone è un intervento su un singolo segmento di attività industriale. Detto questo, non è un’opinione che il giudice si deve far carico dell’impatto delle sue decisioni, perché la legge prevede la proporzionalità dell’intervento cautelare. La legge dice che deve tener conto di come impatta la sua decisione. Ma la domanda è: il magistrato ha tutti gli strumenti? Non sempre la risposta è sì. Quindi, credo che le strade da percorrere siano due: formazione e specializzazione".