QUANTITATIVE EASING: COS'E' E PERCHÉ L'EURO CEDE VALORE RISPETTO AL DOLLARO

di Maurizio Costa

Roma – Il primo giorno del 'quantitative easing' comincia a dare i suoi frutti: la Banca Centrale Europea, infatti, ha già acquistato 3,2 miliardi di titoli del settore pubblico, inserendo liquidità nei sistemi bancari dei paesi dell'Eurozona e permettendo agli istituti di credito di emettere un maggior numero di prestiti a famiglie e imprese. Lo scopo del piano di Mario Draghi è quello di portare 1.140 miliardi di euro entro settembre 2016 nelle casse delle banche nazionali dei paesi europei, avendo un occhio di riguardo per quelli in recessione, come Italia e Portogallo. La Grecia non potrà usufruire del piano del 'quantitative easing', perché le sue obbligazioni non danno sicurezza all'Europa.

Calo dell'euro sul dollaro – Il Qe ha abbassato notevolmente il valore dell'euro, dato che ne viene immesso in maggior quantità all'interno dell'economia europea. Il rapporto euro-dollaro è sceso a 1,07 per la prima volta dal 2003. Il picco è staro raggiunto nella giornata di martedì, quando un euro valeva 1,0581 dollari.

Cos'è il Qe – La Bce acquisterà entro il 2016 i titoli obbligazionari sui mercati europei. L'Eurotower di Francoforte investirà 60 miliardi di euro al mese e ogni paese europeo riceverà acquisti di titoli nazionali in base alla quota che detiene all'interno dell'Europa. Per questo, l'Italia riceverà 140 miliardi di euro, che entreranno nelle banche del nostro paese. Il pericolo è che questi soldi rimangano all'interno delle casse degli istituti, senza intaccare l'economia reale. Comunque, la Bce deciderà tutte le mosse finanziarie, ma saranno le singole banche centrali nazionali a comprare i titoli del proprio paese. In caso di default, però, le perdite non intaccheranno la Bce ma la banca centrale nazionale.

Gli obiettivi del piano – Lo scopo del Qe è quello di fermare la deflazione, cioè l'abbassamento dei prezzi, che scoraggia le imprese ad investire e le famiglie ad acquistare. Questi soldi provenienti dalla Bce aiuteranno le banche nazionali, ma con l'obiettivo finale di fare entrare liquidità nell'economia reale: gli istituti di credito, infatti, concederanno prestiti a famiglie e imprese più facilmente, esponendosi maggiormente ai rischi derivanti dai prestiti.

Mario Draghi è molto soddisfatto delle mosse della Bce e del Qe: “Le recenti misure di politica monetaria sono uno strumento valido ed efficace per portare l’inflazione più vicino al nostro obiettivo del 2%. Possono sostenere un recupero più veloce e più sostenuto. I governi possono creare un ambiente più favorevole agli investimenti rapidamente, in modo credibile ed efficace tramite l’attuazione delle riforme strutturale”.

La diffidenza dei cittadini europei è altissima. Il rischio è che i soldi restino nelle banche e non entrino nei portafogli delle famiglie. In questo caso, il Qe diventerebbe un buco nell'acqua. Intanto, nella giornata di mercoledì, il Ftse Mib, alle 13, guadagna l'1,52%, mentre il rapporto euro-dollaro continua a scendere, toccando quota 1,057.