QUIRINALE: MATTARELLA E' IL NOME DEL PD

di Silvio Rossi

Era il nome che era facile immaginare se non ci fosse stato il Patto del Nazareno a condizionare le consultazioni per l’elezione del prossimo Presidente. Sergio Mattarella è un uomo dello Stato, un lavoratore della Repubblica che ha sempre anteposto il bene pubblico alla gloria personale.
Una carriera trentennale nelle istituzioni. Il nome legato alla legge elettorale, nata per riavvicinare i cittadini alla politica dopo lo scandalo di Mani Pulite. Operazione effettivamente riuscita, i candidati eletti nelle tre legislature successive alla promulgazione del “Mattarellum” (termine coniato dal politologo Sartori per definire la paternità del provvedimento) hanno mantenuto effettivamente un legame col territorio di elezione che difficilmente, a parte alcune eccezioni, si è ripetuto nelle consultazioni successive.
Mattarella forse non è il candidato che stimola gli entusiasmi di molti, ma certamente è la persona, tra tutti i nomi che sono stati “gettati allo sbaraglio” in questi giorni, che ha la carriera politica più immacolata. Non può essere accusato d’inciuci o d’implicazioni negli scandali della Prima o della Seconda Repubblica, è difficilmente attaccabile anche dal Movimento Cinque Stelle.
Figlio d’arte (il padre Bernardo fu ministro democristiano nel dopoguerra), e fratello di Piersanti, il Presidente della Regione Siciliana ucciso nel 1983 dalla mafia, è stato incaricato da De Mita di “ripulire” la DC siciliana dopo gli scandali legati a Salvo Lima e Vito Ciancimino. Fu tra i promotori dell’elezione a sindaco di Palermo di Leoluca Orlando.
Negli anni successivi è stato eletto deputato nei Popolari e nella Margherita, ricoprendo diversi incarichi nei ministeri, tra cui la Pubblica Istruzione nel 1989 e la Difesa nel 1999.
L’assemblea dei grandi elettori PD ha approvato all’unanimità la scelta del segretario Renzi, anche SEL e i centristi concordano, mentre Berlusconi si è preso una pausa di riflessione. Certamente la candidatura di Mattarella non è stata pienamente gradita al Cavaliere. Il giudice costituzionale ha in passato spesso assunto posizioni molto distanti, ma rompere su questo nome potrebbe far cadere la scelta su candidati meno graditi da Arcore (dopo la consultazione delle parlamentarie grilline Romano Prodi è la possibile alternativa).
Probabilmente dovremo attendere sabato mattina per verificare se il nome di Mattarella è stato speso per un’effettiva possibile elezione, o è servito solo per coprire il vero candidato. Oggi i parlamentari democratici hanno detto che è il vero candidato, ma anche due anni fa Prodi fu approvato all’assemblea dei grandi elettori, prima che i centouno…