Referendum Costituzionale: la Cassazione da il via libera. Ora tocca al Governo decidere la data

di Angelo Barraco
 
Roma – La Cassazione ha dato il via libera al referendum, in cui i cittadini voteranno la riforma costituzionale. Adesso si attende che il governo stabilisca la data della consultazione popolare, dove i cittadini saranno chiamati alle urne per esprimere un “Si” o un “No” in merito alla riforma costituzionale del governo Renzi che è stata approvata lo scorso 12 aprile in via definitiva. Ma quali sono le novità introdotte dal Ddl Boschi? Il primo punto del ddl riguarda la fine del bicameralismo paritario. I futuri Senatori saranno 100 (74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 componenti di nomina del presidente della Repubblica) e saranno scelti dai consigli regionali per mezzo di una legge elettorale che dovrà essere varata entro i sei mesi dall’entrata in vigore della riforma costituzionale. E’ previsto un arco temporale di tre mesi alle regione per adeguarsi a tale cambiamento. I cinque senatori scelti dal Colle rimarranno in carica per sette anni e non potranno ricoprire altri mandati. Gli ex presidenti della Repubblica rimarranno Senatori a vita. Allo stato attuale invece la Camera è costituita da 630 deputati ed è l’unica ad avere un rapporto di fiducia con il Governo. Un altro punto del ddl riguarda la durata del mandato dei nuovi senatori, che è uguale a quella degli organi istituzionali territoriali in cui sono stati eletti. L’immunità parlamentare rimane ma non hanno alcuna indennità in qualità di senatori, mantengono quella che hanno se sono sindaci o consiglieri. Vi è il bicameralismo per la formazione delle leggi costituzionali, leggi elettorali e trattati dell’UE, le altre leggi passano dalla Camera e poi dal Senato che entro dieci giorni può disporre l’esame se richiesto da un terzo dei componenti. A maggioranza assoluta ed entro i 30 giorni può chiedere la modifica del testo. Vi sarà nel regolamento della Camera dei deputati una disciplina che riguarda lo statuto delle opposizioni. Per il Presidente della Repubblica il vece è necessario il quorum di due terzi dei componenti dell’assemblea nelle prime tre votazioni, dalla quarta invece sono necessari i tre quinti, scende ulteriormente dalla settima. Sarà il Presidente della Camera a sostituire il Capo dello Stato e non più il presidente del Senato. L’elezione dei 5 giudici di nomina parlamentare della Corte Costituzionale avverrà sa Camera e Senato separatamente: due saranno eletti dal Senato e tre dalla Camera. Non è prevista legislazione concorrente tra Stato e Regioni e vi sarà una ridistribuzione delle materie di competenza statali e regionali. Per le leggi di iniziativa popolare basteranno 150mila firme e non più 50mila. Lo Stato di Guerra sarà deliberato dalla Camera dei deputati e la conseguente attribuzione di poteri al Governo. Abrogazione dell’articolo 99 della costituzione “Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa. E` organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l'iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”. La riforma dispone il giudizio preventivo prima della promulgazione purche’ vi sia un ricorso motivato e presentato entro dieci giorni dall’approvazione della legge “almeno un quarto dei componenti della Camera dei deputati o un terzo dei componenti del Senato della Repubblica”. 
 
Matteo Renzi è ottimista è dice che “I segnali sono davvero buoni, per stare al merito. Il quesito non riguarda la legge elettorale o i poteri del governo, che non sono minimamente toccati”. Renzi punta al “Si”. Vi sono invece gli schieramenti del “No” che invece sono molto determinati anche durante queste vacanze. Luigi Di Maio dice per esempio che “Possiamo battere i Si e anche di misura. Ma non ci riusciremo solo attraverso i media, dovremo batterli lavorando sul territorio". Renzi sottolinea inoltre che “I nostri comitati sono tantissimi, arrivano quasi a quota tremila. Abbiamo chiesto un aiuto a chi vuole darci una mano, anche a livello economico e ad oggi abbiamo ricevuto più di 88.100 euro”. I bersaniani, attraverso Gotor e Stumpo, lanciano un ultimatum: o il governo apporta delle modifiche all’Italicum prima del referendum o la sinistra Interna vota no e Stumpo sottolinea “Si tratta di una scelta non indolore ma ci appare evidente che le due cose, riforme e Italicum, si tengono insieme malamente. Noi abbiamo posto una serie di questioni, dal primo momento, e abbiamo detto che non andava bene la legge elettorale, tanto più che non la votammo”. Renzi invece sottolinea “riguarda il numero dei politici, il tetto allo stipendio dei consiglieri regionali, il voto di fiducia, il Senato, l'abolizione degli enti inutili come il Cnel, le competenze delle Regioni”. Il referendum potrebbe essere fissato o per il 27 novembre o la prima domenica di dicembre.