Regionali, dilettanti allo sbaraglio verso l’estinzione mentre pareggiano centrodestra e centrosinistra

Risultati elettorali disastrosi per i pentastellati ormai avviati sulla via del tramonto e che per il momento stanno trovando una valida stampella nel partito Democratico. Un Di Maio che sfoggia il solito sorriso stampato sulla faccia mentre annuncia il risultato referendario come storico – di che non si capisce – e intanto glissa sul fallimento delle regionali. Un movimento ormai ridotto ai minimi termini mentre invece viene decretato il ritorno dei partiti tradizionali.

Finisce 3-3 la partita delle Regionali, secondo le proiezioni. Ma, viste le premesse, per il centrosinistra è molto più di un pareggio. Zaia vola verso il bis con il 75,9% dei consensi, mai un governatore tanto votato dall’istituzione delle Regioni. Secondo mandato anche per De Luca in Campania con il 64,9%, Toti in Liguria con il 54,9% e Emiliano in Puglia che batte Fitto 436,8% contro 38%.
Vince in Toscana Giani per il centrosinistra con il 48%. “Adesso governa per il bene dei toscani” , scrive Susanna Ceccardi in un sms inviato al suo rivale. Le Marche vanno al centrodestra: ad Acquaroli il 49,6% dei voti. “Trionfo Marche! – scrive sui social Giorgia Meloni – Grazie a Francesco Acquaroli e a Fratelli d’Italia un’altra roccaforte della sinistra sarà amministrata dal centrodestra. Da nord a sud Fratelli d’Italia è l’unico partito che cresce in tutte le regioni al voto”.