Regione Lazio, manovra 2017: tra raccolta differenziata al 65% e dismissione di Lazio Ambiente

 

Redazione

 

Il punto sulla percentuale di raccolta differenziata, il futuro della società Lazio Ambiente che la Regione Lazio intende dismettere, i siti inquinati da bonificare e gli investimenti per i parchi.Questi i temi affrontati nel corso dell’audizione con l’assessore ai Rapporti con il Consiglio, ambiente e rifiuti, Mauro Buschini, il quale ha portato i numeri della manovra di sua competenza in commissione Bilancio, presieduta nella notte dal vicepresidente Daniele Mitolo (Pd).
 
Nei quattro anni tra il 2012 e il 2016 la Regione Lazio ha messo a disposizione dei Comuni 231 milioni di euro di euro, di cui 108 milioni in conto capitale per realizzare investimenti in infrastrutture e attrezzature in ambito del governo del ciclo dei rifiuti per il potenziamento della raccolta differenziata.  Buschini ha confermato che grazie a queste risorse il Lazio ha raggiunto la quota di circa il 40% di raccolta differenziata.
 
I fondi, per il potenziamento della raccolta differenziata e per l’impiantistica destinata prevalentemente al trattamento dei rifiuti organici da essa derivanti, ammontano complessivamente nel triennio a 76,1 milioni di euro, di cui 20,4 milioni di parte corrente e 55,7 milioni di parte capitale. Secondo Buschini con tali risorse si può quindi raggiungere l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata nel breve periodo. Tuttavia, su questo punto hanno avanzato dubbi i consiglieri Pietro Sbardella (Gruppo Misto) e Devid Porrello (M5s): come è possibile che si riesca a passare dal 40 al 65 per cento di raccolta differenziata con uno stanziamento così modesto, quando nel quadriennio trascorso sono stati necessari stanziamenti ben più consistenti per ottenere quote di raccolta differenziata sul totale più modeste? Nella sua replica Buschini ha spiegato che nella fase iniziale i Comuni hanno fatto investimenti i cui benefici producono i loro effetti nel tempo e si è detto convinto della possibilità di raggiungere l’obiettivo prefissato.
 
La Giunta intende avviare nel corso del 2017 la procedura di rilancio industriale e riorganizzazione della società Lazio Ambiente SpA, attraverso la dismissione della partecipazione della Regione Lazio. Lo prevede una specifica norma contenuta nella proposta di legge di stabilità 2017. Il socio unico di Lazio Ambiente, vale a dire la Regione Lazio, ha ricapitalizzato per 12,6 milioni di euro e ora si è in procinto di emanare il bando finalizzato alla messa sul mercato degli asset societari (tra i quali ci sono i termovalorizzatori di Colleferro). Su questo tema hanno chiesto chiarimenti il consigliere Daniele Fichera (Psi per Zingaretti) e Luca Malcotti (Cuoritaliani), mentre Sbardella ha annunciato un emendamento soppressivo della relativa norma nella proposta di legge di stabilità.
 
“Lazio Ambiente nasce in un momento particolare – ha dichiarato Buschini in proposito – Allora  era necessaria, ma adesso la Regione non può essere un pezzo della gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti, dato che è il soggetto regolatore del ciclo. Inoltre, la società è in perdita, ha problemi grossi nella gestione, causati anche dalla difficoltà dei comuni a pagare il servizio. C’erano anche difficoltà a pagare gli stipendi, tanto che abbiamo dovuto ricapitalizzarla. I comuni comunque hanno la possibilità di consorziarsi e subentrare anche in una parte delle attività scorporate. In ogni caso, la Regione Lazio può uscire solo con una procedura pubblica. E sull’indirizzo politico da dare al bando di gara – ha concluso Buschini – si può discutere nella commissione competente”.
 
La discussione è stata attraversata anche dal piano rifiuti – per il quale il consigliere Antonello Aurigemma (Pdl-FI) ha auspicato una discussione nell’Aula consiliare -, dalla "tariffazione puntuale", dalle modalità di trattamento e dal rischio emergenza a Roma nel periodo natalizio, oggetto di una lettera dello stesso Buschini alla sindaca Virginia Raggi. Eugenio Patanè (Pd) ha sottolineato la necessità di non fermarsi agli aspetti quantitativi della raccolta differenziata, ma di porre l’attenzione sugli aspetti qualitativi del materiale ottenuto dal trattamento dei materiali raccolti.
 
In materia di bonifica e messa in sicurezza delle aree inquinate vengono destinati alle amministrazioni locali in conto capitale 2 milioni di euro per ciascuna annualità del triennio 2017/2019, per attività per esempio quali gli interventi sostitutivi in danno dei soggetti responsabili dell’inquinamento che si rendano inadempienti agli obblighi di legge, e ad altri siti che non siano ex discariche comunali. Ai comuni sono destinati per le opere di bonifica delle discariche dismesse 3,5 milioni di euro per il 2017, 3 milioni di euro nel 2018 e 2 milioni di euro per il 2019. Sono previsti fondi per la chiusura e capping definitivo della discarica di proprietà della Bracciano Ambiente, da poco entrata in procedura fallimentare e i fondi relativi alla procedura di infrazione per le cosiddette "discariche abusive”, per la messa in sicurezza di siti contaminati e discariche comunali ancora in procedura di infrazione.  Inoltre, 16,5 milioni di euro sono destinati alla bonifica del SIN “Bacino del Fiume Sacco”. Alle somme da capitolo regionale si devono aggiungere le risorse pari a 10 milioni di euro derivanti dalla legge 208/2015 a cui si aggiungeranno anche le somme derivanti dalle disponibilità della contabilità speciale relativa alle attività di competenza dell’ex ufficio commissariale Valle del Sacco per un importo pari ad euro 10 milioni circa.
 
Per il triennio 2017/2019 lo stanziamento previsto per le spese di gestione degli enti parco ammonta a 16,5 milioni di euro, ai quali si vanno ad aggiungere 400 mila euro in conto capitale per investimenti desinati alla sentieristica. Stanziamento quest’ultimo giudicato modesto dalla consigliera Gaia Pernarella (M5s). La proposta della Giunta prevede inoltre: 9,75 milioni di euro nel prossimo triennio per lo sviluppo economico, ambientale e sociale degli enti territoriali; 180 mila euro per il parco dell’Appia antica; 300 mila euro per indennizzi per danni da fauna selvatica e 250 mila euro in conto capitale per il 2017 per la prevenzione di tali danni all’interno delle aree protette; 300 mila euro per iniziative di educazione ambientale; 200 mila euro per la tutela delle foreste e del patrimonio faunistico e floristico; 130 mila euro per programmi e progetti di sistema in materia naturalistica e ambientale; 100 mila euro per il progetto “Il Lazio regione dei bambini e delle bambine” (che ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle città). Su quest’ultimo progetto ha manifestato apprezzamento la consigliera Valentina Corrado (M5s) la quale ne ha ricordato i risultati positivi anche in altri paesi europei.