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Roma

RIANO, RIFIUTI TOSSICI SOTTO LA CAVA: DOPO L’ARTICOLO DE L’OSSERVATORE LAZIALE A DISTANZA DI 20 ANNI DAL FATTO PARTE L’ESPOSTO ALLE PROCURE DI ROMA E TIVOLI

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Tempo di lettura 6 minuti si auspica un’applicazione della legge e non si vada ad inquinare ambienti già inquinati e che invece ancora non sono stati bonificati del tutto.

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A suo tempo le falde d’acqua dalle quali si approvvigionava una parte del paese, furono gravemente inquinate e molti residenti del luogo giurano che gli effetti nefasti di tale vicenda abbiano pesato gravemente sulla salute della popolazione, tanto che si dice che fino a pochi anni fa diverse persone, che abitavano nell’area in questione, si siano ammalate di cancro e leucemia e che alcune siano morte (se ne fa cenno in diverse interrogazioni parlamentari).

Intervista ad un testimone oculare, il quale fa anche cenno ad un possibile nesso fra l’individuazione di siti in Riano come discarica e la costruzione ed il cambio di destinazione d’uso di enormi strutture (capannoni) proprio in località Piana Pierina in Riano, intervista realizzata in tre parti ai seguenti link:  [PARTE PRIMA][PARTE SECONDA][PARTE TERZA]

 

Gabriella Resse

Nell’articolo de L’osservatore laziale dello scorso 4 aprile (RIANO VERITA’ SHOK: INSABBIATI RIFIUTI E POI SILENZIO. I CITTADINI VOGLIONO SAPERE LA VERITA’, ADESSO) abbiamo parlato dei fusti tossici sotterrati alla fine degli anni 80 sotto la cava di Piana Perina che in gran parte dovrebbero essere ancora lì, se non altro, sembrerebbe ci sia ancora gran parte del loro pericoloso contenuto. Il terreno circostante e le falde d’acqua sottostanti potrebbero ancora essere fortemente inquinati.  A tutt’oggi, anche se i reati connessi alla vicenda sono andati in prescrizione e l’area è stata dissequestrata, non si trova da nessuna parte ,un riferimento certo riguardo la totale bonifica dell’area.

A suo tempo le falde d’acqua dalle quali si approvvigionava una parte del paese, furono gravemente inquinate e molti residenti del luogo giurano che gli effetti nefasti di tale vicenda abbiano pesato gravemente sulla salute della popolazione, tanto che si dice che fino a pochi anni fa diverse persone, che abitavano nell’area in questione, si siano ammalate di cancro e leucemia e che alcune siano morte (se ne fa cenno in diverse interrogazioni parlamentari).

Ora Piana Perina è disseminata da giganteschi capannoni industriali e non è ancora chiara quale sarà la loro destinazione d’uso .Sarebbe opportuno chiedere nuove verifiche da parte degli organi competenti, effettuare una bonifica seria e far si che i risultati delle indagini sul suolo e sulle acque circostanti siano rese pubbliche. Essendo il territorio già gravemente compromesso dal punto di vista ambientale, a rischio Seveso, come si suol dire oggi, si auspica un’applicazione della legge e non si vada ad inquinare ambienti già inquinati e che invece ancora non sono stati bonificati del tutto.

Riano Quadro Alto e la cava di Pian dell’Olmo, sono entrambi siti che distano poco più di 2 km dalle cave di Piana Perina. E già questo fatto, oltre a tutti gli altri in discussione, li rendono totalmente ed immediatamente inidonei ad ospitare qualsiasi tipo di discarica presente e futura. Questa tesi è suffragata da una serie di documenti ufficiali, nonché da un’ampia rassegna stampa, reperibile anche sul web oltre a interviste video di un testimone oculare.

Sulla base di queste argomentazioni un cittadino di Riano, del quale per ora omettiamo il nominativo, ha presentato un esposto a:
– Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Tivoli – Viale Niccolò Arnaldi n. 19 / Tivoli;
– Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Roma – P.le Clodio / 00195 Roma
– Alla c.a. del Sig. Procuratore aggiunto dott. Roberto Cucchiari
– Alla c.a. del Sig. Sostituto procuratore dott.ssa Maria Cristina Palaia
– Alla c.a. del Sig. Sostituto procuratore dott. Alberto Galanti
E per conoscenza
– Al N.O.E. Comando Carabinieri Nucleo Operativo Ecologico Largo Lorenzo Mossa, 8/a 00165 – Roma

Ecco il testo originale dell’esposto :

ESPOSTO

Il sottoscritto………………………………………………

PREMESSO CHE

A Riano in località Piana Perina negli anni ’70 è stato rinvenuto un deposito nascosto sotto ad una collina contenente migliaia di fusti tossici ove confluirono illecitamente fra l’altro i rifiuti di una società farmaceutica: in particolare, come riportato dall’Osservatore Laziale in data 04/04/2012 (http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=1146) “alla fine degli anni ’70 e per gran parte degli anni ’80 la cava venne utilizzata come discarica illegale di rifiuti tossici. Furono interrati fusti di metallo contenenti scarti ospedalieri e farmaceutici provenienti dalla Liguria e dalla Lombardia. Le scorie furono anche riversate nel terreno. Tutto questo con la complicità dell’allora sindaco di Riano, successivamente arrestato nel 1989. E insieme all’ex sindaco finirono a giudizio i proprietari dell’area per aver omesso la messa in sicurezza e la bonifica dei luoghi. Dopo alcune interrogazioni parlamentari e una Commissione d’inchiesta il sito venne posto sotto sequestro fino ad una parziale bonifica. Nel 2004, la zona fu nuovamente posta sotto sequestro dalla Forestale di Castelnuovo a seguito del riscontro, dopo la parziale bonifica, di materiale tossico nocivo. Nel 2005 i rilevamenti effettuati dall’lstituto Nazionale di Geofisica stabilirono che nel sottosuolo erano presenti materiali ferromagnetici. E nello stesso anno furono chiusi i pozzi artesiani dell’area adiacente, dopo le indagini sulle acque ordinate dalla Procura di Tivoli. Nel 2010 l’area viene dissequestrata, senza che sia stata operata una bonifica definitiva del sito”;


Che secondo quanto mi ha riferito il mio medico curante, dott. Fernando Gori, sebbene gli strumenti di rilievo adoperati in quella zona non mostrino valori oggi allarmanti per metalli ed altre sostanze, tuttavia per quanto a lui possa constare tutt’oggi sembrerebbero esservi a Riano un numero di casi di tumore e leucemia superiori alla media nazionale;

Che quanto sopra – se rispondente al vero – dovrebbe ipso facto richiedere tanto una immediata bonifica definitiva quanto una particolare attenzione laddove si individui Riano come sito ove smaltire rifiuti solidi urbani;

Che io ho potuto intervistare un testimone oculare dei summenzionati sversamenti, il quale fa anche cenno ad un possibile nesso fra l’individuazione di siti in Riano come discarica e la costruzione ed il cambio di destinazione d’uso di enormi strutture (capannoni) proprio in località Piana Pierina in Riano, intervista realizzata in tre parti tutte da me pubblicate sul sito internet YOU TUBE rispettivamente alle pagine:

http://www.youtube.com/watch?v=prLwUb5HioY&feature=youtu.be (parte prima);
http://www.youtube.com/watch?v=xay5kgRAOSk&feature=youtu.be (parte seconda);
http://www.youtube.com/watch?v=yWB5sI9U-Bg&feature=youtu.be (parte terza)

RICHIEDE

Alle Procure di Roma e di Tivoli di verificare quanto sopra ed assumere le necessarie determinazioni.

Riano, addì 11/06/2012

In fede,…………………………………………………

 

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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