RICANDIDATURA DI BERLUSCONI: "FORZA ITALIA!"… ALLONTANATI DAL CAVALIERE

Chiara Rai

Roma – Il lettore è il vero padrone e quando si cerca di fare una critica, almeno per quanto mi riguarda, è per cercare di rappresentare le voci di quanti silenti annuiscono ai brutti tempi politici che dobbiamo sopportare. Quando Montanelli agli albori della prima scesa in campo di Berlusconi diceva: "Con lui la parola destra diventerà impronunciabile nei prossimi cinquant'anni", non lo faceva certo alla luce della volontà di “rinnovare” il Giornale dopo il consiglio del giornalista di non scendere in campo.

Alla luce di quello che diceva Montanelli, nulla è cambiato, anzi si cerca ancora quella destra liberale che rimane una voce afona rispetto al frastuono dei partiti frantumati e riciclati. E adesso alla luce dell’ennesima scesa in campo del Cavaliere, che il suo tempo l’ha fatto eccome (e ce l’ha fatto soprattutto subire) l’unica frase che mi sovviene è proprio quella del buon Montanelli, quando ironicamente declinò l’offerta di Berlusconi di garantirsi un posto vicino a Previti, Dell’Utri e Berlusconi stesso: "Domine, non sum dignus", che vuol dire “o signore non sono degno”.

E’ vero non siamo proprio degni, ora più che mai, di sostenere quest’ennesima scesa in campo. Ci meritiamo un Paese che intende rispolverare dignità ed onore. Sotto la lente giuridica, la concezione "dell'onore sentimento" guarda all'onore come "opinione" che il soggetto ha del proprio valore o che gli altri hanno del valore del soggetto. Ecco Berlusconi, definito da Montanelli “parabolano”, “grande ciarlatano” ha, oggi, la stessa opinione che il Popolo italiano ha nei suoi riguardi. E’ per questo che non ha possibilità di tornare a governare. La testa ce l’abbiamo sbattuta tutti, con più coscienza chi non l’ha votato e con posticipata consapevolezza chi si è affidato a lui.

Ad esortare “Forza Italia” siamo tutti noi, quando decidiamo di allontanarci e rincorrere quell’onore calpestato. Tra lui e Mussolini c’è un abisso. E Montanelli lo sapeva bene nella sua concisa analisi: “Mussolini in fondo odiava i fascisti, li usava ma li disprezzava e ne diffidava. A fare il governo ha chiamato i liberali, i nazionalisti e qualche ex compagno. Berlusconi invece ama i berluscones, perché lo adorano….. Gli unici uomini di qualità che ha avuto intorno sono Confalonieri e Gianni Letta. Gli altri sono soltanto servi e killer». Servi e killer da cui vuole tardivamente sbarazzarsi perché il cavaliere stesso crede ciecamente alle verità del suo ego. E non ci stà.