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Cronaca

Ricorrenza strage di Acca Larenzia: Castellino e Nardulli condannati a 5 anni e sei mesi di carcere

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Condannati a 5 anni e mezzo di carcere Vincenzo Nardulli, esponente di Avanguardia nazionale e il leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino.

La condanna emessa dal Tribunale di Roma è relativa all’accusa di lesioni e rapina aggravata e minacce per l’aggressione al cronista dell’Espresso Federico Marconi e al fotografo Paolo Marchetti avvenuta al cimitero capitolino del Verano il 7 gennaio del 2019.

Il pm Eugenio Albamonte aveva chiesto condanne per 6 anni ciascuno. Al termine della lettura della sentenza Castellino ha urlato “siete una manica di buffoni”. I due reporter vennero aggrediti nel cimitero del Verano il 7 gennaio del 2019 in occasione di una commemorazione della strage di Acca Larentia.

“E’ stata una sentenza giacobina, un vero plotone di esecuzione. Non paghiamo certo reati che non abbiamo commesso, e a dirlo sono stati tutti gli agenti presenti al Verano, paghiamo la lotta a questo sistema”. Così Giuliano Castellino, militante di Forza Nuova, dopo la condanna a 5 anni e 6 mesi per l’aggressione ai giornalisti dell’Espresso. “Noi ci prendiamo questa condanna come medaglia da appuntare sul petto”, ha aggiunto.

“La sentenza di oggi dimostra che è in atto una persecuzione politica da parte della Magistratura che vede dei militanti politici condannati per reati mai avvenuti e nonostante la testimonianza a loro favorevole dei poliziotti presenti. – Ha commentato così la sentenza di oggi Roberto Fiore, leader di Forza Nuova – La causa di ciò – ha aggiunto Fiore – è un impianto di potere criminale che ricatta il giudice di Berlusconi, per ottenere la condanna, che vede uomini come Palamara parlare del proprio gruppo ‘come di una mafia più potente della mafia’ e che vede personaggi come Albamonte al centro di scandali internazionali (Obamagate e caso Shalabayeva). Noi riteniamo che con questi personaggi alla guida della Procura di Roma si sia toccato il punto più basso della giustizia in Italia dal Dopoguerra. La giustizia – ha concluso il leader di Forza Nuova – non va corretta, va rivoluzionata. Vanno inquisiti i magistrati che deviano il corso della giustizia, vanno sciolti ANM e CSM, vanno perseguiti Palamara ed Albamonte per aver creato uno Stato nello Stato e vanno istituite giurie popolari perché nessuna, ad oggi, ha più fiducia dei giudici”.

Cronaca

Paura a Faenza, due treni si tamponano: 17 feriti

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Un tamponamento a bassa velocità, che ha portato a una collisione fra due treni che stavano andando nella stessa direzione.

Ha provocato tantissima paura, ma solamente alcuni feriti lievi che hanno perlopiù riportato delle contusioni, uno scontro avvenuto fra due treni ieri attorno alle 20.20 nella zona di Faenza, nel Ravennate. L’impatto sarebbe stato fra un treno regionale e una Freccia che si sono tamponati sulla linea. Le cause e la dinamica esatta dell’incidente sono in corso di ricostruzione da parte di Trenitalia e dei Vigili del fuoco, che sono intervenuti con squadre da Ravenna e da Forlì. Evidentemente qualcosa è andato storto nelle comunicazioni e il treno che seguiva ha urtato quello che precedeva. Si suppone, ma anche questo aspetto dovrà essere appurato nelle indagini sulle cause dell’incidente, che il macchinista si sia accorto dell’ostacolo lungo i binari e, viste anche le conseguenze per personale e passeggeri, la velocità sia stata molto bassa. Le persone che sono state medicate sono infatti 17, ma nessuno di loro, a quanto si apprende, avrebbe riportato traumi o ferite serie. L’incidente ha però, inevitabilmente, provocato rallentamenti alla circolazione. Il traffico ferroviario è infatti stato sospeso tra Forlì e Ravenna e non è facile ipotizzare quanto tempo potrebbe volerci per tornare a una circolazione normale. Serviranno infatti i necessari tempi tecnici al personale del gruppo Ferrovie per gli interventi di messa in sicurezza, ma anche quelli necessari alle forze dell’ordine per i rilievi. Sono almeno quattro, intanto, i treni Freccia rossa e Intercity a lunga percorrenza, che sono fermi nelle stazioni vicine, Forlì, Cesena, Rimini, in attesa di poter partire. “Siamo lavorando a stretto contatto con la Regione Emilia-Romagna e con le forze di Protezione civile – scrive il sindaco di Faenza, Massimo Isola sulla sua pagina Facebook – un ringraziamento ai Vigili del fuoco e ai soccorsi, prontamente intervenuti”.

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Cronaca

Treni Milano – Chiasso: passeggeri nel caos. I nuovi convogli sono troppo alti per la galleria che porta in Svizzera

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I nuovi convogli Caravaggio a due piani non sono autorizzati a passare dal tunnel di Monte Olimpino per questioni di altezza. Creando molti disagi ai passeggeri.

Non sono i treni nuovi a essere troppo alti, ma è la galleria verso la Svizzera che è troppo bassa e non adeguata all’alta velocità.

Trenord giustifica così la decisione, che sarà operativa entro due anni, di spostare il capolinea della tratta Milano-Chiasso a Como San Giovanni. I nuovi convogli Caravaggio a due piani, che hanno sostituito i loro predecessori guasti e obsoleti, non sono infatti autorizzati a passare dal tunnel di Monte Olimpino per questioni di altezza. Una situazione che, sempre più spesso negli ultimi mesi, ha costretto i passeggeri a scendere a Como e sperare nella coincidenza con i Tilo ticinesi.

La replica di Trenord

 Inevitabili le polemiche, alle quali Trenord ha replicato prontamente, come riportato da La Provincia di Como. “Nessuna beffa o sorpresa per il nuovo Caravaggio ‘troppo grande’ per passare nella galleria che collega Como a Chiasso”, si legge in una nota. “Il modernissimo treno, acquistato da Regione Lombardia per il servizio regionale, è stato concepito innanzitutto per le linee suburbane che collegano le province lombarde all’area metropolitana. La Como-Milano-Rho è una di queste e richiede convogli ad alta capienza. Va da sé quindi che non è il treno, ma è la galleria di Chiasso a essere inadeguata alle esigenze della mobilità ferroviaria lombarda”.

La decisione di spostare il capolinea a Como

 La decisione di spostare il capolinea a Como è stata presa di conseguenza. Sempre nel comunicato ufficiale si legge che “la galleria in questione non consente il transito dei treni ad alta capacità” e che “non risulta l’esistenza di piani di adeguamento della stessa galleria da parte dei gestori dell’infrastruttura ferroviaria”. Il piano del servizio ferroviario regionale prevede infatti “da anni che la linea verso Chiasso si attesti a Como con i nuovi treni a due piani”.

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Cronaca

Ferrara, aggressioni con spry per la baby gang di sole donne: presa la boss di 11 anni

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La squadra mobile di Ferrara ha fermato una gang (tutta al femminile) che, in trasferta da Bologna, aveva messo a segno due rapine (una delle quali violenta) utilizzando lo spray urticante. 

Cose che, purtroppo, capitano. Quel che, nel caso specifico, fa la differenza, è l’età del “capo banda”: una bambina di 11 anni. Con lei, tre amiche, leggermente più grandi: dodici e tredici anni.

Come riportato dal Resto del Carlino, le adolescenti – tutte residenti nel Bolognese, sia italiane che di seconda generazione – lo scorso lunedì mattina si trovavano nella zona della stazione di Ferrara, quando hanno deciso di aggredire due vittime per rapinarle degli smartphone. La prima, una studentessa ventunenne, avvicinata con una scusa nella zona delle mura, è stata colpita con lo spray urticante, che le è stato spruzzato in faccia da una delle bambine, mentre le altre le rubavano il cellulare. L’altra ragazza è stata invece accerchiata e derubata dello smartphone nel parco Coletta.

Subito dopo i due colpi, le terribili bambine si sono dileguate, salendo su un treno diretto a Bologna, dove risultano residenti. Intanto però, la prima vittima aveva chiamato la polizia e nel giro di pochissimo, grazie ai video ripresi dall’impianto di sorveglianza della zona dove sono avvenute le rapine, gli agenti sono riusciti a individuare le giovanissime bulle e capire dove erano finite. Ossia, su un regionale, dove sono state bloccate dalla Polfer e identificate. Avevano ancora al seguito i telefoni rubati. Della vicenda è stata subito informata la Procura dei minori, benché le ragazzine non siano imputabili. Riaffidate ai genitori, non rimarranno, comunque, impunite.

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