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RIDUZIONE SPESE MILITARI: "LA PINOTTI È SOLO UN OSPITE, COMANDANO I GENERALI"

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Tempo di lettura 3 minutiClaudio Graziano detta le regole per l'applicazione dell'articolo 1, comma 364, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014

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Redazione

"Comanda la Ministra Pinotti o i generali?" questa è la domanda che si pongono Luca Marco Comellini, Segretario del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) e Maurizio Turco, già deputato radicale al parlamento europeo ed italiano e cofondatore del Pdm, in merito alla recente circolare emanata dal Capo di stato maggiore della difesa, generale Claudio Graziano che detta le regole per l'applicazione dell'articolo 1, comma 364, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014.
"Sicuramente le decisioni in materia di riduzione delle spese militari assunte dal Governo, dalla Pinotti e, conseguentemente, del Parlamento che le ha votate favorevolmente, contano quanto il due di coppe quando regna bastoni e l'asso di mazze ce l'ha in mano il generale Claudio Graziano.
Questo è quanto si legge fra le righe della recente circolare che il generale, fresco di nomina al vertice della Difesa, ha emanato lo scorso 10 marzo per dettare le sue disposizioni in materia di riduzione delle spese militari, prevedendo delle eccezioni all'applicazione all'articolo 1, comma 364, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014 che prevede: "364. Ai fini del contenimento delle spese relative al personale militare destinato a ricoprire incarichi all'estero, ove ciò risulti possibile per lo specifico incarico in relazione alle modalità di impiego definite per l'organismo o ente internazionale di destinazione, l'impiego del personale interessato e' disposto per un periodo di quattro anni".
Con la disposizione firmata da Graziano vengono esclusi dalla previsione normativa i seguenti incarichi:

1) Cariche a "status internazionale" ai sensi della legge n. 1114/62. Il grosso dei militari italiani impiegati ai sensi di questa legge è assegnato ad agenzie internazionali (NATO e non). Le regole della NATO prevedono una permanenza fino a cinque anni. Altre agenzie quali l'OCCAR – Francoforte ne prevedono addirittura nove. Il numero di agenzie coinvolte fa ritenere che il personale fatto rientrare con un anno di anticipo (3 anni invece di 4) sia dell'ordine di centinaia di unità. La durata del mandato degli italiani per queste cariche è, di fatto decisa dall'Italia e pertanto non esistono motivi di eccezione alla regola generale dei 4 anni imposta dalla legge.

2) Incarichi a connotazione EMA/EMAC : Sono incarichi a rotazione tra Esercito, Marina e Aeronautica (EMA) e, in alcuni casi, Carabinieri (EMAC), tutti soggetti alla legge italiana, senza coinvolgimento di personale di altre nazioni. Pertanto anche in questo caso non esistono motivi di eccezione alla regola generale dei 4 anni imposta dalla legge. Anche per questa tipologia si tratta di centinaia di militari (ad esempio la quasi totalità del personale assegnato a grandi comandi quali NATO HQ Bruxelles e NATO ACO Mons).

3) Incarichi presso le Rappresentanze Diplomatiche all'estero/Rappresentanze Permanenti presso le Organizzazioni Internazionali (ai sensi dell ́art. 1809 del decreto legislativo n. 66/2010) : Sono incarichi assegnati solo a militari italiani, quindi soggetto esclusivamente alla legge italiana, senza coinvolgimento di altre nazioni. Pertanto anche in questo ultimo caso non esistono motivi di eccezione alla regola generale dei 4 anni imposta dalla legge. Tenendo conto che nella maggior parte delle Ambasciate Italiane nel mondo prestano servizio almeno 4 militari (1 Ufficiale, 2 Sottufficiali e un Carabiniere), anche in questa tipologia ricadono centinaia di militari.

In conclusione, considerato il sostanzioso numero complessivo dei militari coinvolti, è evidente che le esclusioni previste dalla direttiva in argomento di fatto inficiano significativamente la finalità ultima del già citato comma, ovvero quella di contribuire a garantire un beneficio al Bilancio dello Stato mediante il taglio di spese non necessarie.


Solo a scopo puramente informativo è utile evidenziare che durante la discussione della legge di stabilità, la Commissione Bilancio del Senato ha considerato "inammissibile" per mancanza di copertura finanziaria la proposta di emendamento n. 2.866 dei senatori De Pietro, Uras, Casaletto, Mastrangeli, volta a mantenere la durata del termine dei mandati all'estero a 3 anni.
Insomma, siamo alle solite: fatta la legge, trovato l'inganno. La Pinotti ha qualche cosa da dire in merito oppure anche questa volta preferisce tacere, come ha fatto tutte le altre volte che abbiamo posto un problema di legalità e spreco di denaro pubblico nell'ambito del Ministero della difesa che, a quanto sembra, la ospita semplicemente."