RIETI, PERIFERIA MAFIA CAPITALE: CHI POSERA' LA PRIMA PIETRA DELLO SVINCOLO DI MICIGLIANO?

Redazione

Rieti – In questo momento, in cui tutti i riflettori sono accesi sulla collusione di politica e malaffare che ormai passa sopra le differenze tra destra e sinistra, forse è opportuno che si faccia una riflessione anche qui, alla periferia di “Mafia-Capitale”, su un apparato politico-decisionale sempre opaco, spesso sganciato non solo dalle norme di legge e procedure di garanzia ma anche dal comune sentire dei cittadini e che, in determinate situazioni, ha già mostrato possibili intrecci con quello malavitoso e di corruttela.

Ci riferiamo in primis all'ormai noto "caso", rigorosamente affrontato dall'inchiesta giornalistica di Enzo Angelini, dello Svincolo di Micigliano che, nonostante ci fosse un'alternativa più economica e meno impattante (l’intersezione a raso proposta dall'Ing. Aldo Riggio dell'Università Tor Vergata e dal Prof. Cecere dell'Università "La Sapienza"), nonostante alla Società appaltatrice fosse stato ritirato il certificato antimafia e un’ordinanza di ripristino dei luoghi della Soprintendenza (in allegato, datata 05/05/2010 e mai resa esecutiva dai Carabinieri di Antrodoco a cui era stato chiesto l'intervento per inadempienza del Comune di Micigliano) ne prevedesse la demolizione, vedrà comunque la luce nella sua nuova veste in rilevato (vedi foto), sommergendo proprio quei piloni del viadotto (il cosiddetto “ottovolante”) che andavano demoliti, continuando ad occultare l’Abbazia dei Santi Quirico e Giulitta (X sec.) e dimenticando le prescrizioni impartite nel 2004 dalla Regione Lazio, di “ottimizzare” lo svincolo “individuando il viadotto piuttosto che il rilevato”, e dell’Autorità di Bacino del Tevere, di "non restringere in alcun modo le attuali sezioni di deflusso del reticolo idrografico”.

Eppure alla fine l’ordinanza della Soprintendenza in modo alquanto “originale” viene presa in considerazione tanto che, nella Determina Dirigenziale dell’Area VIA della Regione Lazio del 12/05/2014 (allegata) finalizzata all'approvazione della Variante sostanziale, si legge: “L’intervento, in seguito all'apposizione del provvedimento di tutela da parte del MIBAC, ha subito modifiche sostanziali rispetto al progetto originario (…), sostituendo l’infrastruttura dello svincolo “su piani sfalsati” con una “rotatoria su rilevato” “. Peccato che il vincolo non è stato apposto in fase di realizzazione dello svincolo come si vuole far credere nella Determina e, comunque, nessuno ha mai chiarito perchè l'ANAS ha sospeso i lavori solo tre anni dopo (il 20/07/2012) l'avvio del procedimento di tutela da parte della Soprintendenza datato 07/04/2009 e un anno e mezzo dopo l'interrogazione parlamentare del 18/01/2011 della Zamparutti.

E poi, se la rotatoria era effettivamente la soluzione ottimale in termini di impatto, fruibilità e sicurezza stradale, come sembra emergere dalla Relazione d'accompagno alla Determina dell'Area VIA, perchè si è insistito tanto per il viadotto, oltretutto più costoso anche in termini di manutenzione ordinaria?

Il dato di fatto è che oggi ci ritroviamo una rotatoria convenzionale all'imbocco del tratto scorrevole della strada statale SS4, che era considerata strategica per ridurre i tempi di percorrenza da Rieti verso l'adriatico, forse più per evitare la demolizione dei piloni (cioè per aggirare l’ordinanza di ripristino dei luoghi) e per abbattere il costo dello smaltimento delle terre e rocce scavate in galleria, come sembra far notare anche il Movimento 5 stelle nella più recente interrogazione parlamentare di questa estate. 

Siamo curiosi di vedere chi avrà il coraggio di presenziare all'inaugurazione, insieme al presidente dell’Anas Pietro Ciucci (che nessuno al Ministero ha pensato mai di mettere in discussione); indimenticabile la foto alla cerimonia simbolica di posa della prima pietra a cui parteciparono, tra gli altri, l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, l’ex presidente della Provincia di Rieti e oggi deputato Fabio Melilli, il senatore Angelo Maria Cicolani, gli ex assessori del Comune di Rieti Felice Costini e Daniele Fabbro, il sindaco di Micigliano Francesco Nasponi.