RIFORME: SCINTILLE IN AULA, OPPOSIZIONI SU AVENTINO DOPO RISSA SEL – PD

Redazione

La situazione è sempre più tesa. Prima l’accordo sfiorato tra M5s e Pd, poi la bagarre in aula e infine la «rissa a sinistra», con scazzottata tra deputati di Sel e di Pd. È quello che ha riservato la seduta notturna della Camera dedicata alle riforme, la seconda della seduta fiume decisa mercoledì sera dalla maggioranza.

"La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente sarà con noi o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo". E' la sfida lanciata su twitter da Matteo Renzi alle opposizioni.Sulle riforme costituzionali ormai e' Aventino, 90 anni dopo quello del 26 giugno 1924. Le opposizioni hanno lasciato l'Aula della Camera. Renzi intende resistere. "Non mi faccio certamente ricattare da Grillo sulle riforme costituzionali". Lo ha detto Matteo Renzi ai deputati del Pd. Il premier ha spiegato come il Pd ha cercato sempre la mediazione con le altre forze politiche. "Le richieste del Movimento 5 stelle sul referendum non sono condivisibili". Il percorso delle riforme andra' avanti e non ci faremo bloccare da nessuno, ha ripetuto. Se le opposizioni minacciano di non partecipare al voto sulle riforme "e' un problema loro, non nostro".


Ma alle intenzioni seguono i fatti: "Lo strappo della seduta fiume e' un atto che segnera' per molti anni la cifra della democrazia in questo Paese". Ha detto il capogruppo di Sel Arturo Scotto. "Qui nessuno vuole bloccare nulla, se non pretendere di poter esprimere la nostra posizione alla luce del sole", ma "il potere esecutivo sta provando a mettere sotto scacco il potere legislativo e per questo abbandoniamo l'Aula".
Piu' diretti ancora i grillini: "Di alternativa a tutta l'opposizione non avete lasciato se non farvi votare da soli questo obbrobrio di riforme". Lo ha detto la capogruppo M5S Fabiana Dadone nell'Aula della Camera. "Avete deciso di deliberare una seduta fiume sulle riforme. Un precedente gravissimo che pesera' sulle vostre coscienze".

Subito dopo e' cominciata l'assemblea del Movimento 5 Stelle. Un breafing per fare il punto sulla situazione, viene spiegato. Nell'emiciclo solo i delegati d'Aula con i quali, a turno, si alterneranno i parlamantari strettamente necessari per non fare decadere gli emendamenti presentati.
Anche la Lega si chiama fuori: "Attendevamo – ha annunciato il capogruppo Massimiliano Fedriga – la riunione del Pd e un'eventuale chiamata della presidenza se la situazione fosse mutata e avessimo potuto riportare il dibattito all'interno dell'Aula in un clima costituente, dove e' il Parlamento il sovrano e non il governo. Purtroppo constatiamo che tale soluzione, per volere della maggioranza e del governo non si e' voluta trovare ma si e' preferito privilegiare lo scontro a favore della visibilita' mediatica del presidente del Consiglio. Noi mettiamo davanti i cittadini al presidente del Consiglio, c'e' servilismo bieco ma noi siamo servi del paese.
Prendiamo atto che la democrazia parlamentare per volere politico viene meno e non ha senso continuare a fare questo triste teatro e a malincuore la Lega abbandona lavori dell'Aula. Renzi si diverta da solo a fare il suo show".

Lasciano l'emiciclo anche i deputati di Forza Italia, ha detto il capogruppo Renato Brunetta: "Con nostro grande rammarico per non potere addivenire ad un risultato condiviso, con grande dolore, comunico che ho convocato una riunione di gruppo per le 15,15 e che ci assenteremo dall'Aula". Al termine dell'assemblea azzurra rendera' note le determinazioni che saranno assunte. "C'eravamo lasciati nella capigruppo con una grande appello al senso di responsabilita'. Il Pd ha chiesto tempo, non ho sentito alcun esito quindi penso che tutto proceda da programma", che "non c'e' nessuna novita'", aveva premesso.
Anche Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale abbandona i lavori dell'Aula di Montecitorio. Lo ha spiegato Fabio Rampelli, stigmatizzando la "protervia mostrata dalla maggioranza e dal premier".
'Sull'Aventino' anche i fuoriusciti dai 5 Stelle: "Non condividiamo ne' il merito ne' il metodo, lo scontro e' stato troppo ampio per non arrivare a questo punto di non ritorno", ha detto in Aula il deputato ex M5S Walter Rizzetto ora nella componente Alternativa Libera ed ha annunciato: "noi ci allontaneremo dall'Aula".

"Non possiamo permetterci di vivere una riforma costituzionale nel modo in cui l'abbiamo vissuta nelle ultime settimane, abbiamo viste ampie prese di posizione che non si potevano sopportare. Per quanto riguarda le aperture, non le abbiamo viste, abbiamo visto qualche pausa per convocare delle capigruppo farsa", ha detto ancora Rizzetto.
e da Forza Italia, Maurizio Bianconi rincara_ "L'Aventino in via generale non e' certo il massimo. Ma l'arroganza del Pd e di Matteo Renzi, pessimo gestore di riforme costituzionali finalizzate soltanto ai suoi show televisivi, non lasciano altra strada. La prepotenza dei comportamenti sulla seduta fiume ha riunito lo sdegno dall'estrema sinistra all'estrema destra, tutti uniti contro questo aspirante autocrate, che ritiene di poter compiere il lavoro che fu di De Gasperi, Terracini, Calamandrei con un tweet e con sedute senza sonno. I danni prodotti da questo comportamento segneranno per anni la storia democratica di questo Paese".

Nel Pd, cominciano ad affiorare perplessita' sull'andare avanti cosi': "Abbiamo i numeri per andare avanti anche da soli, ma penso che sia un errore per noi, un errore per la democrazia italiana, un errore per le opposizioni". Lo ha detto il capogruppo del Pd, Roberto Speranza, stigmatizzando in particolare l'atteggiamento tenuto dai 5 Stelle, ai quali pero' rivolge un ultimo appello per tentare di trovare un'intesa.
"Vivo con grandissima sofferenza umana e personale questo momento, voglio ancora rivoggere un appello perche' penso ci sia ancora la possibilita' di evitare lo scenario" delle opposizioni che abbandonano l'Aula, ha detto Speranza.
"Dobbiamo provare a lavorare ancora, e ai a 5 Stelle dico che nella capigruppo di oggi cosi' come nel comitato dei nove l'atteggiamento del Pd non e' stato di chiusra ma disponbili ad accantonare l'art.15 sul referendum, disponbili ancora a confrontarci, perche' non sederci ancora e trovare una soluzione possibile?".

"Io non voglio rassegnarmi e penso che tutti, a partire dalla minoranza ma anche dalla maggioraza, e chiedo anche al governo, possono provare a discutere e riflettere", ha sottolineato Speranza, ma "fare opposizione non e' alzare cartelli o far rumore, noi abbiamo i numeri per andare avanti anche da soli ma penso sia un errore. Per questo voglio fare un ultimo vero e sentito appello: risediamoci immediatamente e non lasciamoci andare all'impossibilita' di un confronto. Vi chiedo di riaprire un confronto possibile, noi siamo disponibili. Con questa consapevolezza il Pd fara' ogni sforzo anche dentro il nostro gruppo, per aprire a nuove intese", ha concluso Speranza.

La rissa in Aula la notte passata. Rissa in aula alla Camera, con deputati in piedi sui banchi che si sono scagliati l'uno contro l'altro. Il vicepresidente Roberto Giachetti ha sospeso più volte la seduta. In precedenza era finito con un nulla di fatto la ricerca di un'intesa tra Pd e M5s per emendare il ddl sulle riforme. I due gruppi si erano incontrati negli uffici del governo e il Pd sembrava aver mostrato un'apertura.