Cronaca
Roberta Ragusa: condannato a 20 anni Antonio Logli
Tempo di lettura 5 minuti La difesa aveva chiesto l’assoluzione
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8 anni fail
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di Angelo Barraco
PISA – La sentenza che tutta Italia stava aspettando con trepidante attesa finalmente è arrivata. Antonio Logli è stato condannato a vent’anni di reclusione con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere della moglie Roberta Ragusa, scomparsa misteriosamente la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 dalla sua casa di Gello di San Giuliano Termo. L’uomo nell'arco di tutti questi anni ha sempre respinto le accuse nei suoi riguardi e si è sempre proclamato innocente. Una pena ridotta di un terzo per la scelta del rito abbreviato. La difesa aveva chiesto l’assoluzione di Antonio Logli.
“L'amore è un miraggio, un inganno, che dopo averci attirati sulla soglia d'un meraviglioso giardino si dissolve, scompare e ci lascia nel buio” scrisse il celebre scrittore Piero Chiara nel suo romanzo del 1976 “La stanza del Vescovo”. Pagine sbiadite di una storia ormai dissoluta dove il fiorire del sentimento si tramuta in silente abbandono , che lentamente si appresta a scomparire all’interno di un varco quasi invalicabile fatto di nebbie, misteri e segreti che celano ombre minacciose. Le parole dello scrittore Piero Chiara sembrano quasi un sottile e oscuro presagio di quella che poi sarebbe stata la vita di una giovane donna di Gello di San Giuliano Termo, Roberta Ragusa, donna devota alla famiglia e ai figlia, legata saldamente ai valori che costituiscono le solide fondamenta per un matrimonio e legatissima ai suoi due figli. Una donna innamorata della vita e del suo uomo con il quale da un po’ di tempo però, sembravano insorti dei problemi e quella che all’apparenza sembrava essere una storia d’amore limpida e cristallina, si interrompe bruscamente la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 quando Roberta scompare misteriosamente da casa sua. In merito alla scomparsa di Roberta Ragusa si è detto e scritto tanto, in una prima fase di è parlato di scomparsa volontaria e tale tesi è stata avvalorata alla luce delle dichiarazioni rese dal marito Antonio Logli nel corso di un’intervista alla trasmissione “Chi l’ha visto?” in cui ha riferito che la moglie poco tempo prima aveva battuto la testa e tale trauma avrebbe potuto causarle una perdita di memoria e uno smarrimento psicofisico. Puntualizza inoltre che i rapporti con la moglie sono buoni e che non vi sono problemi di alcun tipo se non i classici diverbi che una coppia affronta nella normalità, ma i riscontri oggettivi non danno credito alle dichiarazioni dell’uomo. In una prima fase vengono vagliate delle testimonianze in merito a presunti avvistamenti di Roberta, i titolari di una rosticceria vedono una donna che secondo loro corrisponde alla donna scomparsa a Gello ma dopo accurate verifiche la testimonianza risulta senza riscontro. La prima testimonianza che ha una valenza sulle indagini è quella di Loris Gozi. Gozi riferisce di aver visto e sentito litigare Logli, intorno all’01.30 di notte, con qualcuno in Via Gigli e di aver visto caricare con forza una donna all’interno di una C3 azzurra, proprio come la macchina di Roberta. La sua testimonianza è confermata dalla moglie di Gozi poiché costui si trovava prima in macchina con lui ed entrambi hanno incrociato Logli lungo quel tragitto di strada, poi Loris torna a casa, lascia a casa la moglie e porta fuori il cane e proprio in quel momento vede la scena sopracitata. Con il passare del tempo si arriva ad un numero di quattro testimoni che confermano ciò che ha riferito Gozi e un altro testimone riferisce di aver sentito anch’esso le urla di una donna. Oltre alle prove visive che inchioderebbero Logli, vi è la prova dei cani molecolari. I cani molecolari fiutarono la presenza di Roberta Ragusa tra la sua abitazione e un punto preciso di Via Gigli nei pressi della ferrovia. Ci sono degli elementi che hanno destato sospetto agli inquirenti e che hanno portato loro ad indagare sulla persona di Antonio Logli. Un elemento importante è Gozi e la sua testimonianza. Gozi racconta che giorni dopo la scomparsa di Roberta, Antonio Logli si recò da lui chiedendogli se avesse visto Roberta e si è affacciato dalla loro finestra per verificare se da lì si potesse vedere qualcosa. Un altro elemento che ha insospettito gli inquirenti è stata la scarsa collaborazione di Logli alle indagini. Antonio Logli alle 07.30 del mattino seguente, chiama la sua giovane amante, Sara Calzolaio e comunica ad essa di gettare il cellulare. Lei stessa successivamente si recherà in caserma dicendo di essere l’amante di Logli e di aver gettato il telefono, apparecchio verrà recuperato dagli inquirenti dove, tramite i tabulati, verranno trovati dei riscontri importanti che riguardano anche alcune chiamate intercorse tra i due la sera della scomparsa di Roberta.
Un altro elemento che ha fatto parlare molto è stato che Logli, non molto tempo dopo, porta ufficialmente a casa sua Sara e quest'ultima convive con lui allo stato attuale. Per gli inquirenti anche questo atteggiamento dimostra che Logli è sicuro che Roberta non tornerà e ciò è dimostrato dal fatto che ha portato Sara con se e da come si comporta anche durante la prima fase delle indagini, freddo e distaccato. Durante questo iter si viene a conoscenza di lettere scritte da Roberta (tramite la trasmissione “Chi l’ha visto?”) in cui la donna manifesta il suo malessere nei confronti di un marito che la ignora come donna e si evidenzia una situazione tragica e al limite poiché la donna tenta di salvare un rapporto che il marito ignora. Una lettera anonima segnala che Logli, il giorno dopo la scomparsa si mobilità presso il cimitero di Orzignano. Logli dice che va lì per verificare se Roberta è andata in quel luogo per piangere sulla tomba della madre che è sepolta lì, ma questa versione non convince gli inquirenti, soprattutto per il fatto che nel cimitero vi sono sei botole vuote. Il 2 di dicembre si è tenuta davanti al giudice Elsa Iadaresta l’udienza in cui è stata formulata la richiesta di condanna per Antonio Logli. Prima ha parlato il procuratore capo Crini, poi il sostituto Mantovani ovvero il magistrato che sin dall’inizio ha seguito la vicenda.
Per Antonio Logli sono stati chiesti 30 anni di carcere, ma con l’effetto della riduzione prevista dal rito abbreviato la sua pena si totalizza in 20 anni. L’accusa non ha dubbi: “Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa, è colpevole e va condannato a 30 anni di carcere”, la difesa invece ha marcato una tesi differente “Roberta è viva e molto probabilmente ha bisogno di aiuto. Per questo bisogna continuare a cercarla perché forse in giro per l'Italia, spaesata”, la difesa di Logli si è poi espressa in merito ai supertestimoni Loris Gozi e Silvana Piampini definendoli “non credibili perché il primo mente e la seconda una donna con evidenti difficoltà psicologiche”. La difesa aveva chiesto l’assoluzione. Esattamente il 25 novembre, il supertestimone Loris Gozi ha scritto il seguente post sulla sua pagina facebook “Ciao amici volevo darvi una notizia se io sono il supertestimone questa persona e il super super super testimone sapete che io ho tante conoscenze 3 giorni prima del mio arresto una persona vicino alla famiglia di….. mi avrebbe fatto una confidenza Robera è stata cremata al cimitero di pisa.Io speravo in un processo ordinario così potevo togliermi qualche altro sassolino dalle scarpe ma la difesa a scelto il rito abbreviato anch'io avrei voluto sentire il collabboratore della scuola guida per fargli due domande ma non posso farlo spero che il giudice accetti di ascoltarlo e che veramente si arrivi alla verità.Un grande abbraccio al mio avv.Antonio Cozza e al nucleo dei carabinieri che Dio vi benedica”. Un messaggio che ha fatto il giro del web ma che lo stesso Gozi ha ulteriormente confermato il 1 dicembre “Mi riferisco a quello che ho scritto giorni fa quello che ho detto è tutto vero il mio avv.Antonio cozza è informato e anche i carabinieri sanno chi è.Un grande abbraccio a tutti i miei amici”.
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