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Cronaca

Roberta Ragusa, parla l'Avvocato Nicodemo Gentile: "Solo Antonio Logli sa dov’è Roberta Ragusa"

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Tempo di lettura 4 minuti L'avvocato: "Contro Logli ci sono tutte le sue contraddizioni e bugie"

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di Angelo Barraco
 
Pisa – Quanto realmente accaduto a Roberta Ragusa la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 a Gello di San Giuliano Terme è ad oggi un vero e proprio mistero. Una donna legatissima ai figli che resisteva ad un’evidente crisi matrimoniale in corso ponendo dinanzi a tutto l’amore incondizionato per i figli che con amore aveva messo al mondo, un sentimento che non avrebbe mai smesso di cessare dinnanzi ad una crisi matrimoniale ne tantomeno avrebbe arrestato il suo corso bruscamente per lasciare spazio ad un’ipotetica fuga ben distante dai solidi sentimenti che la ancoravano per un proseguo vitae. Una scomparsa che ha gettato nello sconforto un paese intero che nel corso di questi lunghi anni si è chiesto cosa sia realmente accaduto quella notte e se Roberta fosse stata realmente capace di mollare tutto per intraprendere una nuova vita altrove o, ipotesi più tragica ma attualmente la più dibattuta nei salotti televisivi e nelle aule di Tribunale, se fosse stata uccisa dal marito Antonio Logli e nascosta o distrutta per sempre.
 
 
Sul caso abbiamo intervistato l’Avvocato Nicodemo Gentile, legale dell’Associazione Penelope attiva nella tutela delle persone scomparse che si è costituita parte civile nel procedimento giudiziario contro Antonio Logli.
 
– L’accusa ha chiesto 30anni. Come avete accolto questa richiesta? Ve l’aspettavate?
Si, è il massimo che si può chiedere per i reati contestati poi c’è la scelta del rito che purtroppo porta a questo abbattimento di pena ma è il nostro codice che lo prevede quindi rientra nelle aspettative.

– Quali sono gli elementi incontrovertibili contro Logli?
Contro Logli ci sono tutte le sue contraddizioni e bugie, non una ma tantissime. L’esperimento che va a fare nel verificare se all’interno di un veicolo, in una certa condizione di luce in Via Gigli era possibile porgere la presenza di un soggetto e da un lato il movente che secondo noi  è molto forte e secondo noi lui era in una strettoia emotiva, da un lato la moglie lo pedinava perché aveva capito che aveva un’amante, dall’altro lato c’era la sua amante che invece voleva ripararsi dalla moglie e quindi tra due fuochi, in questa strettoia emotiva è esploso il raptus in cui Roberta quasi sicuramente ha scoperto che l’amante era Sara Calzolaio. 
 
– Avvocato, il legale di Logli ha avvallato l’ipotesi di una possibile collocazione di Roberta Ragusa in giro per l’Italia…
La condanna di Logli, se arriverà, come noi abbiamo auspicato e chiesto arriverà in ragione del fatto che le ipotesi alternative, tra queste ci sono anche questi avvistamenti in giro per l’Italia se non anche fuori dall’Italia, c’è stato chi addirittura l’aveva vista a Nizza. Queste ipotesi alternative sono estremamente labili  ed estremamente fumose prive di qualsiasi riscontro nel carteggio processuale. Noi saremmo felici di poter dire “assolvete Antonio Logli perché abbiamo trovato Roberta Ragusa” l’obbiettivo nostro, dell’Associazione Penelope, non è quello di far condannare Logli ma è quello di far ritrovare Roberta viva e vegeta però purtroppo ormai dopo cinque anni, alla luce di tutta una serie di considerazioni che passano dalla ricostruzione della personalità di Roberta che era una mamma legatissima ai figli e viveva per i figli, che sopportava un matrimonio inesistente nei rapporti proprio perché non voleva lasciare i figli. Quindi non capisco perché sarebbe dovuta sparire senza soldi, senza nessuna possibilità di sopravvivenza e partire da li per andare chissà dove. Sono arrampicate sugli specchi legittime perché chi difende l’imputato deve ovviamente dare delle ipotesi alternative ma non ci crediamo e sicuramente e sicuramente non risolveranno il caso. Solo Antonio Logli sa dov’è Roberta Ragusa.
 
– Avvocato è vero che Roberta Raguta avesse il passaporto scaduto quindi risulta impossibile che potesse andare all’estero?
No guardi credo che ormai questo filone della vicenda possa essere tranquillamente abbandonato per sempre. Non c’è alcuna situazione che può far dire in modo serio, concreto e dignitoso che quella di Roberta Ragusa è una scomparsa volontaria, lo dice tra l’altro in modo diretto senza tentennamenti e senza titubanze anche la Suprema Corte della Cassazione che accogliendo i nostri ricorsi ha chiaramente detto che la fine di Roberta, sicuramente, è purtroppo una fine violenta. 
 
 
 
Dopo anni di dibattimenti accesi sulla vicenda, finalmente si è prossimi alla conclusione. Il 2 di dicembre si è tenuta davanti al giudice Elsa Iadaresta l’udienza in cui è stata formulata la richiesta di condanna per Antonio Logli. Prima ha parlato il procuratore capo Crini, poi il sostituto Mantovani ovvero il magistrato che sin dall’inizio ha seguito la vicenda. 
 
Per Antonio Logli sono stati chiesti 30 anni di carcere, ma con l’effetto della riduzione prevista dal rito abbreviato la sua pena si totalizza in 20 anni. L’accusa non ha dubbi: “Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa, è colpevole e va condannato a 30 anni di carcere”, la difesa invece ha marcato una tesi differente “Roberta è viva e molto probabilmente ha bisogno di aiuto. Per questo bisogna continuare a cercarla perché forse  in giro per l'Italia, spaesata”, la difesa di Logli si è poi espressa in merito ai supertestimoni Loris Gozi e Silvana Piampini definendoli “non credibili perché il primo mente e la seconda  una donna con evidenti difficoltà psicologiche”. La difesa aveva chiesto l’assoluzione. Esattamente il 25 novembre, il supertestimone Loris Gozi ha scritto il seguente post sulla sua pagina facebook “Ciao amici volevo darvi una notizia se io sono il supertestimone questa persona e il super super super testimone sapete che io ho tante conoscenze 3 giorni prima del mio arresto una persona vicino alla famiglia di….. mi avrebbe fatto una confidenza Robera è stata cremata al cimitero di pisa.Io speravo in un processo ordinario così potevo togliermi qualche altro sassolino dalle scarpe ma la difesa a scelto il rito abbreviato anch'io avrei voluto sentire il collabboratore della scuola guida per fargli due domande ma non posso farlo spero che il giudice accetti di ascoltarlo e che veramente si arrivi alla verità.Un grande abbraccio al mio avv.Antonio Cozza e al nucleo dei carabinieri che Dio vi benedica”. Un messaggio che ha fatto il giro del web ma che lo stesso Gozi ha ulteriormente confermato il 1 dicembre “Mi riferisco a quello che ho scritto giorni fa quello che ho detto è tutto vero il mio avv.Antonio cozza è informato e anche i carabinieri sanno chi è.Un grande abbraccio a tutti i miei amici”. 

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Andria, blitz nei negozi e ristoranti: boom di “lavoratori in nero”

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Numerosi i controlli effettuati dai militari dell’Arma a diversi esercizi commerciali bar e ristoranti nel centro di Andria dove sono state rilevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di circa 20.000 euro.
Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Andria, coadiuvati da personale del Nucleo
Ispettorato del Lavoro eseguivano delle attività ispettive in alcuni ristoranti del comune di
Andria dove venivano riscontrate diverse violazioni del Testo Unico Sicurezza sul Lavoro,
entrato in vigore nel 2008, che costituisce indubbiamente il principale riferimento legislativo sul tema della sicurezza dei lavoratori.
Gli articoli contestati sono diversi e riguardano principalmente l’omessa sorveglianza sanitaria e la formazione dei lavoratori nonché la presenza di alcuni lavoratori senza relativo contratto, i cosiddetti “lavoratori in nero”, privi della tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie
professionali.
Sono state elevate sanzioni amministrative e ammende pari a circa 20.000 euro e nel contesto
ispettivo veniva applicato anche il provvedimento della sospensione dell’attività imprenditoriale a seguito degli accertamenti dei lavoratori irregolari e gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
Continueranno nei prossimi giorni i controlli da parte dei militari in tutta la Provincia BAT al
fine di ridurre, soprattutto con l’inizio della stagione estiva, il fenomeno del lavoro a nero.

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Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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Settimo Milanese, tenta di violentare due minorenni : in manette un 22enne

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A Settimo Milanese, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato, in esecuzione ad una ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, un ventiduenne di nazionalità ecuadoriana, ritenuto responsabile del reato di tentata violenza sessuale ai danni di due minori, una classe 2010 e l’altra 2012, entrambe residenti in quel centro.

La misura scaturisce dall’attività investigativa, avviata dalla Stazione di Settimo Milanese nel mese di gennaio del 2023, che ha consentito di ricostruire in maniera dettagliata due distinti episodi avvenuti rispettivamente il 30 gennaio 2023 ed il 19 febbraio 2024 e che hanno visto quali vittime le due ragazze.

Dalle indagini condotte si è accertato che la prima vittima, mentre stava passeggiando con il proprio cane, veniva pedinata dall’uomo che dopo averla raggiunta all’interno dello stabile condominiale in cui la stessa vive, la avvicinava in prossimità dell’ascensore ed improvvisamente iniziava a stringerla a sé con la forza. In tale circostanza solo la pronta reazione della ragazza che riusciva a divincolarsi dalla presa riusciva ad interrompere il proposito delittuoso dell’uomo.

Nel secondo caso gli accertamenti investigativi espletati hanno consentito di appurare che lo stesso soggetto, con un’azione criminale pressoché identica, aveva avvicinato un’altra ragazza minore all’uscita da scuola, pedinandola fino all’ingresso del condominio in cui la stessa abita e dopo essere salito con quest’ultima all’interno dell’ascensore, all’apertura delle porte l’uomo, con una mossa repentina, la afferrava per il maglione tentando di tirarla verso di sé. Anche in questo caso la pronta reazione della minore, che riusciva a guadagnare la fuga, aveva consentito di evitare ulteriori conseguenze.

L’arrestato è stato condotto presso la propria abitazione e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria.

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