ROBERTA RAGUSA: QUEL FORNO CREMATORIO SOSPESO CHE HA FUNZIONATO NEL PERIODO DELLA SCOMPARSA

di Simonetta D'Onofrio

Gello di San Giuliano Terme – Tanti ancora gli elementi da accertare sul caso Roberta Ragusa, sparita nella notte del 10 gennaio del 2012 da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa.

In queste ore ci sono state delle importanti novità, anche a seguito dalla chiusura per le indagini avvenuta il 22 settembre scorso.

Tornando a parlare del cimitero, la trasmissione "La vita in diretta" ha fatto emergere nuovi elementi: sembrerebbe rafforzarsi la prova che il forno crematorio sia stato messo in funzione in concomitanza della sparizione di Roberta Ragusa.
Ecco il particolare: a differenza dei mesi passati durante i quali il forno non è risultato in funzione, sono stati riscontrati l’utilizzo di metri cubi di combustibile effettivamente adoperati, che sono stati fatturati all’amministrazione comunale per l’impiego del combustibile del forno crematorio. Clamoroso il fatto che il periodo del consumo combacerebbe con la data di sparizione della Ragusa. Una prova inequivocabile che accerta l’uso dell’impianto, che a quel momento era momentaneamente sospeso. Logli avrebbe avuto la possibilità di accesso all’interno dell’area cimiteriale, perché aveva le chiavi della struttura a seguito di una sua collaborazione alla società che eroga servizi per l’amministrazione comunale.

Sembrerebbe che il marito di Roberta, accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere, avrebbe dichiarato il falso agli inquirenti, creando una simulazione di condizioni oggettive per screditare il racconto dei testimoni.

Gli inquirenti avrebbero captato un’intercettazione con GPS installato sull’auto di Logli, il quale si sarebbe recato sul posto indicato dal teste Loris Gozi, vicino di casa. Gozi, in sede d’incidente probatorio, disse di avere visto il marito di Roberta Ragusa in auto quella notte sul ciglio di una strada nei pressi della sua abitazione e di avere assistito a un litigio tra un uomo e una donna, quest’ultima indossava un pigiama rosa. La lite sarebbe stata sentita anche dalla moglie del testimone Gozi e da un vigile del fuoco che passava nei dintorni.
Infatti, agli inquirenti apparve subito anomala la presenza del Logli il 25 gennaio del 2013, giorno in cui si recò insieme a un suo amico sul posto per verificare se fosse stato possibile in oscurità vedere l’ombra di alcune persone in movimento. In quella circostanza Logli fece delle vere simulazioni, alle ore 18.15, in piena oscurità, per accertarsi se si distinguessero le persone.
Tutto ciò accadeva dopo la testimonianza fatta dal test Gozi, solo due giorni dopo, che la notizia fu resa pubblica. Dettagli e contenuto delle informazioni che il marito della Ragusa non poteva esserne a conoscenza.
Quanto affermato dal super testimone sono state sempre negate dal marito di Roberta Ragusa, supportate anche dalla tesi di Sara Calzolaio, sua amante e attuale convivente, la quale avrebbe affermato in sua presenza quanto riferitole da Roberta Ragusa “Tutto può ancora succedere”, frase la quale sembrerebbe giustificare l’allontanamento volontario.
Logli all’inizio delle indagini nascose anche la relazione pluriennale ed extraconiugale con Sara Calzolaio, ex baby sitter dei suoi figli e poi segretaria dell’autoscuola di famiglia, in seguito sua compagna di vita.