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Latina

ROCCA MASSIMA: TORNA LA SAGRA DEI MARRONI

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Tempo di lettura 2 minuti Si inizia oggi pomeriggio, Sabato 18 ottobre, alle 16 con l’apertura degli stand

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Redazione

Rocca Massima (LT) – Torna la Sagra dei Marroni questo fine settimana a Rocca Massima. L’appuntamento organizzato dall’Associazione “La Castagna di Rocca Massima”, presieduta da Maurizio Cianfoni, è giunto alla sua nona edizione.
Tutto è pronto per accogliere un gran numero di turisti che si sommeranno a quelli puntualmente presenti ogni fine settimana per lanciarsi da Flying in the Sky. Per loro, come pure per tutti gli altri, un buon motivo per trattenersi nel centro lepino e trascorrere qualche piacevole ora in compagnia.
Puntuale con la sagra torna il concorso per tutti gli appassionati di fotografia “Ri…scatta il castagno” con immagini istantanee di boschi di castagno, di marroneti, di tutti i prodotti del sottobosco, con l’intento di promuovere l’ambiente valorizzando, attraverso la fotografia, l’eccellenza delle castagne e il marrone, prodotto tipico dei Monti Lepini e di Rocca Massima.

Si inizia oggi pomeriggio, Sabato 18 ottobre, alle 16 con l’apertura degli stand e poi l’intrattenimento musicale al ritmo di canti popolari, tarantella, saltarello e pizzica con il Gruppo “Fabbrica Strofe”. Alle 19 la cena in piazza Largo Mariani con la tipica pasta e fagioli oppure penne al tonno e olive, salsiccia, cicoria, patatine fritte, dolcetto, acqua o vino. Nelle due giornate presso lo stand dell’associazione sarà possibile degustare le squisite caldarroste.

Domenica alle 10 si terrà il raduno di macchine e moto d’epoca giunte appositamente da Pontinia a cui seguirà la caratteristica sfilata per le vie del paese con trattori e motrici e l’esposizione in piazza dei mezzi antichi per i lavoratori agricoli.
Alle 11 sarà celebrata la Santa Messa al termine della quale si terrà il corteo per il centro storico e l’apertura della “Porta storica” in Largo Secondo Mariani. Alle 12,30 la suggestiva cerimonia di arrivo della fiaccola per l’accensione dei bracieri da parte del sindaco Angelo Tomei, scortata da due cavalieri a cavallo e accompagnata da un cavallo acrobatico, dagli Sbandieratori del Leone Rampante di Cori e dai gruppi folcloristici “MeRitmiRì” di Velletri e “Terra Nemorense” di Nemi.
Il pranzo proporrà rigatoni all’amatriciana, capocollo, cicoria, patatine fritte, dolcetto, acqua o vino.

Alle 15 si terrà lo spettacolo dei gruppi folcloristici “MeRitmiRì” e “Terra Nemorense” e, a seguire la performance della rocchigiana “Brina”. Sarà presente anche una Truccabimbi per il divertimento dei più piccoli. Alle 17,30 verranno premiati i vincitori del concorso fotografico “Ri…scatta il Castagno” con la consegna della targa “Amici Sagra dei Marroni 2014”. Concluderà la manifestazione la consueta cena in piazza con rigatoni all’amatriciana, salsiccia, cicoria, patatine fritte, dolcetto, acqua o vino.
 
 
 

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Castelli Romani

Conflitti d’interesse e influenze familiari: il sistema Romagnoli nel Lazio

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Le vicende singolari di Carlo Romagnoli, figura di spicco nella Banca Popolare del Lazio, sembrano avere lo stesso tenore di quelle di suo figlio, Efrem Romagnoli, ex presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Latina.

Carlo Romagnoli è stato coinvolto in polemiche riguardanti conflitti d’interesse legati alla sua posizione nella Banca Popolare del Lazio, complicando ulteriormente la sua reputazione. Mentre Efrem è stato appena condannato per l’indebita assegnazione dello stabilimento Belvedere a Nettuno, un caso che ha sollevato interrogativi sulla gestione degli appalti e sull’influenza che le famiglie locali esercitano in ambiti professionali e giuridici.

Efrem Romagnoli ha ricoperto un ruolo predominante nell’Ordine dei Commercialisti per anni, consolidando una sorta di “feudo” familiare in un’area già notoriamente influenzata da reti di potere.

Dopo la sua presidenza, la sorella Raffaella ha preso il testimone, diventando la prima donna a guidare l’Ordine dei Commercialisti di Latina, il che evidenzia la continuità della presenza della famiglia in posizioni chiave. Questo legame familiare non solo solleva domande su un sistema con dinamiche che ricordano gli eredi al trono di sua maestà, ma evidenzia anche l’importanza di comprendere come le reti professionali e familiari possano influenzare le decisioni politiche e giuridiche in un contesto locale già critico.

In aggiunta, la presunta connessione tra Efrem Romagnoli e il giudice Lollo, noto per le sue controversie, alimenta sospetti su possibili collusioni all’interno del sistema giudiziario di Latina, dove i Romagnoli hanno accumulato innumerevoli incarichi. Questo scenario pone una questione cruciale: fino a che punto le dinamiche familiari possono influenzare la giustizia e la trasparenza in un territorio già segnato da scandali?

La situazione solleva interrogativi sul futuro della Banca Popolare del Lazio e sull’integrità delle istituzioni professionali e giuridiche locali, creando un quadro complesso di relazioni e responsabilità che merita un attento scrutinio. La vicenda Romagnoli non è solo una questione personale, ma riflette una più ampia rete di potere che coinvolge il settore bancario e il sistema giudiziario della provincia di Latina. Del resto, spesso per mantenere buoni gli equilibri, vige ormai una sorta di pratica consolidata delle assunzioni dei figli di personaggi chiave del mondo politico finanziario e giudiziario.

Ma chi è Carlo Romagnoli? È il padre di Efrem che è stato appena condannato e (in pratica Efrem curatore della confisca dello stabilimento balneare di Nettuno Belvedere, Efrem Romagnoli, sottratto in via definitiva a Fernando Mancini, è stato condannato dal Tribunale di Velletri per l’assegnazione dell’area demaniale, senza il consenso dello Stato ad un gestore di origine Campana. Il curatore, oltre alla condanna con sospensione della pena è stato condannato al pagamento di una multa di 1800 euro circa ed è stato rimosso dall’incarico della gestione dei beni di Mancini passati allo Stato) ha avuto un ruolo di rilievo nella Banca Popolare del Lazio, ricoprendo la carica di Presidente del Collegio Sindacale. Poi dopo alcuni fatti che lo hanno visto indagato c’è stato il passaggio di testimone da Carlo Romagnoli, ex presidente del Collegio Sindacale della Banca Popolare del Lazio, a sua figlia nel consiglio di amministrazione. Una mossa che ha sollevato dubbi sulla trasparenza e sull’equità della governance all’interno dell’istituto. Romagnoli, che ha guidato il Collegio per oltre due decenni, si è dimesso nel 2023, lasciando aperta una posizione strategica, mentre la banca affrontava polemiche per possibili conflitti di interesse. La nomina di sua figlia, che ha seguito le dimissioni di massa di alcuni membri del consiglio, è stata interpretata da alcuni come una mossa per mantenere il controllo familiare all’interno della banca, attirando critiche sull’assenza di una gestione indipendente e trasparente.
Le sue dimissioni sono state annunciate dal Presidente del Consiglio di Amministrazione, Edmondo Maria Capecelatro, che ha ringraziato Romagnoli per il suo lungo servizio.
Inoltre Romagnoli e Giancarlo Natalizia della Natalizia Petroli, società cliente della BPl, non hanno brillato per dichiarazioni di conflitti d’interesse.

I collegamenti tra Carlo Romagnoli e Giancarlo Natalizia all’interno della Banca Popolare del Lazio hanno evidenziato infatti conflitti d’interesse legati alle posizioni occupate da entrambi e alle loro relazioni di affari. Romagnoli, presidente del Collegio Sindacale, ha supervisionato il lavoro del consiglio di amministrazione mentre Alessandro Natalizia, figlio di Giancarlo Natalizia (figura di spicco nella banca e presidente della Natalizia Petroli), è stato socio e amministratore della stessa Natalizia Petroli. Questo legame si è complicato ulteriormente quando Alessandro ha assunto posizioni in banca, sollevando dubbi sul conflitto d’interessi per la supervisione incrociata delle loro attività, vista anche la storica presenza della Natalizia Petroli come uno dei principali clienti della banca.

E non è una novità che le dinamiche interne alla banca sono state ulteriormente esacerbate quando la figlia di Romagnoli è stata inserita nelle liste per il Consiglio di amministrazione, una mossa che secondo alcune fonti sembra aver avuto il doppio intento di soddisfare requisiti di rappresentanza di genere e al contempo preservare l’influenza delle famiglie Romagnoli e Natalizia all’interno della struttura di governance della banca. Le preoccupazioni riguardo alla trasparenza e al controllo reciproco hanno suscitato critiche esterne, complicate anche dalle dimissioni di massa dell’amministrazione della banca.

Queste connessioni e il delicato equilibrio di potere tra le famiglie suggeriscono che i conflitti d’interesse nella gestione della banca vadano oltre semplici legami professionali, con implicazioni che potrebbero influenzare anche le scelte strategiche dell’istituto. Un istituto che storicamente chiude il bilancio in attivo ma che clamorosamente invece quest’anno ha chiuso il bilancio in perdita e questo ha implicato la mancanza distribuzione di premi di produzione al personale, riducendo il loro incentivo economico e influenzando negativamente il morale dei lavoratori. Inoltre, le riserve patrimoniali della banca potrebbero rischiare di essere intaccate per coprire le perdite, riducendo la capacità della banca di investire o offrire nuovi servizi.

Questi fatti rischiano seriamente di compromettere la fiducia dei soci e dei clienti, oltre a ridurre la competitività sul mercato.

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Castelli Romani

Righini e la compagna “veggente”: fondi stradali annunciati sui social prima della delibera

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L’assessore al Bilancio della Regione Lazio e l’annuncio premonitore della compagna agitano la politica laziale: l’opposizione denuncia opacità nella gestione dei fondi e chiede indagini in commissione

È esplosa nelle ultime ore una nuova bufera politica attorno alla giunta Rocca e all’assessore al Bilancio Giancarlo Righini (FdI), dopo che la compagna Lorella Biordi, senza alcun ruolo istituzionale in Regione, ha anticipato sui social l’arrivo di 400mila euro per le strade di Monte San Giovanni Campano, suo paese di origine in provincia di Frosinone, con una delibera regionale che non era stata ancora ufficialmente discussa.

A innescare le critiche, non solo l’anticipazione del provvedimento ma anche la partecipazione di Biordi a missioni istituzionali, sollevando interrogativi su trasparenza e opportunità politica.

Dopo che il post è stato rimosso, esponenti di vari schieramenti hanno espresso dubbi sull’operato della giunta.

Claudio Fazzone, coordinatore di Forza Italia nel Lazio, ha commentato: «È grave dal punto di vista dell’etica e della riservatezza degli atti amministrativi. Dobbiamo chiarire chi può avere accesso a certe informazioni e in quali circostanze». La dichiarazione riflette la tensione interna alla maggioranza, con Forza Italia sempre più critica e attenta al proprio ruolo all’interno del governo regionale.

In parallelo, il Partito Democratico ha annunciato che richiederà l’intervento della commissione trasparenza per verificare la regolarità dell’assegnazione dei fondi ai comuni laziali, denunciando quella che definiscono un’assegnazione “a sportello”. «È curioso il modo di procedere della giunta Rocca. Sembra che la lista delle priorità dei finanziamenti segua logiche opache, dove i rapporti personali potrebbero avere più peso delle reali necessità del territorio», ha dichiarato Massimiliano Valeriani, presidente della commissione trasparenza.

Dal Movimento 5 Stelle si è aggiunta una ferma richiesta di spiegazioni: «Serve un sistema trasparente e regole chiare, altrimenti il rischio è che i cittadini perdano fiducia nelle istituzioni», ha dichiarato la consigliera Gaia Pernarella, sottolineando la necessità di evitare favoritismi in un settore, quello delle opere pubbliche, delicato per l’equilibrio del territorio.

Anche il presidente della Regione, Francesco Rocca, ha assicurato che la vicenda sarà chiarita nel prossimo Consiglio, affermando che «il rispetto delle norme è e resterà la nostra priorità». Tuttavia, i rapporti all’interno della coalizione sembrano farsi più tesi, con Forza Italia e Fratelli d’Italia che rivendicano posizioni diverse su gestione e organizzazione degli incarichi.

La vicenda sta inoltre suscitando reazioni anche per il ruolo “non ufficiale” di Biordi, che, pur non avendo incarichi formali, è spesso al fianco dell’assessore Righini in occasioni istituzionali e missioni all’estero, come i recenti viaggi in Germania e a Parigi. «Siamo di fronte a una situazione in cui i rapporti privati sembrano sovrapporsi a quelli pubblici, in un modo che richiede chiarimenti», ha aggiunto Mario Ciarla, consigliere regionale dem.

Mentre la giunta regionale si prepara ad affrontare il dibattito in consiglio, la questione della trasparenza sui finanziamenti pubblici e il rispetto delle procedure istituzionali restano al centro del dibattito, con la maggioranza che difende la bontà delle proprie decisioni e l’opposizione determinata a far luce sulla vicenda.

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Ambiente

Terracina, i cittadini riaprono la sorgente dei Ponticelli

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Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha sottolineato l’importanza di interventi come quello di Terracina: “Non possiamo più permetterci di sprecare una goccia d’acqua. È il momento di ottimizzare tutte le risorse disponibili, dalla raccolta delle acque piovane all’efficientamento delle reti idriche”

Terracina – In un’estate segnata da temperature record e siccità diffusa, un gruppo di cittadini di Terracina ha dato vita a un piccolo miracolo di comunità, riaprendo una sorgente che era stata dimenticata da anni. La sorgente dei Ponticelli, situata in provincia di Latina, è tornata a sgorgare grazie all’iniziativa di un comitato di residenti, che insieme agli enti locali ha ripulito l’area circostante e reso nuovamente accessibile questa risorsa preziosa.

L’intervento ha attirato l’attenzione delle autorità locali e nazionali, diventando simbolo di resilienza e di collaborazione sul territorio. Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), ha definito l’azione dei cittadini come “un esempio di resilienza idrica”, sottolineando come questa iniziativa rappresenti la strada da seguire per affrontare la crisi climatica che sta colpendo il Paese.

Una rinascita collettiva

La storia della sorgente dei Ponticelli è quella di un luogo abbandonato, trascurato per anni. Tuttavia, con l’acuirsi della crisi idrica e la crescente consapevolezza dei cittadini riguardo al valore dell’acqua, la comunità locale ha deciso di agire. Armati di pale e buona volontà, i residenti hanno ripulito il sito, liberando la fonte da detriti e vegetazione incolta. Il loro obiettivo era semplice, ma fondamentale: riportare alla luce una risorsa che potesse alleviare le difficoltà idriche che sempre più spesso colpiscono la zona.

“Abbiamo sempre saputo che la sorgente era qui, ma era come se fosse stata dimenticata”, racconta uno dei volontari che ha partecipato alla pulizia dell’area. “Con questa estate così calda, ci siamo resi conto che dovevamo fare qualcosa. Non potevamo più aspettare che qualcuno agisse per noi.”

La riapertura della sorgente non è solo un successo tecnico, ma un simbolo di coesione e di speranza per il futuro. In un momento in cui l’acqua è sempre più scarsa e preziosa, la riscoperta di questa piccola fonte ha risvegliato un senso di responsabilità collettiva verso l’ambiente.

La crisi idrica e le risposte del territorio

La provincia di Latina, come gran parte del centro-sud Italia, ha vissuto un’estate infernale. La siccità ha messo a dura prova l’agricoltura locale e le risorse idriche disponibili. Il Consorzio di Bonifica Lazio Sud Ovest ha dovuto affrontare una sfida senza precedenti per mantenere in efficienza la rete di canali e corsi d’acqua, lunga oltre 4.800 chilometri.

Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha sottolineato l’importanza di interventi come quello di Terracina: “Non possiamo più permetterci di sprecare una goccia d’acqua. È il momento di ottimizzare tutte le risorse disponibili, dalla raccolta delle acque piovane all’efficientamento delle reti idriche.”

Le attività del Consorzio hanno incluso il riescavo di alvei per riportare i corsi d’acqua alla loro portata originaria e il ricorso a turnazioni irrigue per gestire le emergenze idriche. Si è trattato di interventi cruciali per garantire i raccolti e prevenire danni irreparabili all’agricoltura, un settore vitale per l’economia locale.

La reazione dei residenti

La riapertura della sorgente ha suscitato entusiasmo e orgoglio tra i residenti di Terracina. “È stato un vero lavoro di squadra,” afferma Maria, un’anziana abitante del paese. “Ci siamo riuniti, giovani e meno giovani, perché sapevamo quanto fosse importante l’acqua per noi. Ora guardiamo alla sorgente come a un bene comune, qualcosa che dobbiamo proteggere.”

Giovanni, un agricoltore della zona, aggiunge: “La crisi idrica è stata devastante per noi. Sapere che possiamo contare su questa fonte ci dà un po’ di respiro. Ma non dobbiamo fermarci qui. La gestione dell’acqua sarà sempre più cruciale in futuro.”

Un modello per il futuro

L’esempio della sorgente dei Ponticelli non è solo una storia di successo locale, ma un modello di cooperazione che potrebbe essere replicato in molte altre aree d’Italia. Come ha spiegato Pasquale Conti, Presidente del Consorzio di Bonifica Lazio Sud Ovest, “questo tipo di intervento dimostra quanto sia fondamentale il coordinamento tra enti, istituzioni e comunità locali per affrontare le sfide del cambiamento climatico. Solo lavorando insieme possiamo garantire sicurezza e risorse per le future generazioni.”

L’iniziativa di Terracina è la prova tangibile che, anche in un periodo di emergenze climatiche, la forza di una comunità unita può fare la differenza.

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