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ROMA, ARRESTO GINECOLOGO ANTINORI: DONNA ROMANA OTTIENE DISSEQUESTRO OVULI

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Tempo di lettura 2 minuti «Nessuno mi ha avvisato di quello che stava accadendo, ha raccontato la trentasettenne, che vive a Morena

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Redazione

Roma – Potrà finalmente sottoporsi all'intervento di impianto dei suoi embrioni la trentasettenne romana che, come tante altre pazienti della clinica Matris di Milano, aveva assistito al sequestro del proprio materiale biologico nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto del ginecologo Severino Antinori. Su istanza dei suoi legali, gli avvocati Aldo Portavia, Sara Testa Marcelli e Simona Di Croce, la signora ha infatti ottenuto il dissequestro di tre degli embrioni nati in provetta nella struttura sanitaria lombarda. Una richiesta inoltrata lo scorso 18 maggio e accolta dalla procura meneghina, che ha così evitato di far scadere i tempi per l'intervento, previsto già in settimana. «Nessuno mi ha avvisato di quello che stava accadendo – ha raccontato la trentasettenne, che vive a Morena, a sud di Roma e di professione fa la fisioterapista – Quando ho visto al telegiornale l'immagine dei Nas che portavano via il materiale biologico dalla clinica ho temuto che ci fossero anche i nostri embrioni. Ne ho parlato con mio marito e poi mi sono documentata su internet. Quando ho capito qual era la situazione, ho pianto tutta la notte, perché temevo che si potessero rovinare. Solamente qualche giorno dopo, i Nas mi hanno detto che erano stati portati all'ospedale Mangiagalli, sotto sequestro». La vicenda umana della donna comincia tre anni fa quando, insieme al coniuge tenta di superare le difficoltà incontrate per avere un figlio. La coppia prova varie strade e, non ottenendo i risultati sperati, si rivolge al professor Antinori, di fatto uno dei massimi esperti nel settore. Firmati tutti i moduli necessari per l'avvio della pratica di fecondazione assistita, marito e moglie si sottopongono ai trattamenti del caso. Tutto sembra andare per il verso giusto ma, proprio al momento dell'impianto degli embrioni, la signora ha un problema fisico ed è costretta a rinviare l'operazione di venti giorni. Uno spazio di tempo nel quale si realizza quello che nessuno avrebbe potuto immaginare: l'arresto del ginecologo e il conseguente sequestro del materiale biologico presente nella clinica Matris. «Abbiamo perso tanto entusiasmo per colpa di questa situazione – ha detto la donna – Ora, io e mio marito siamo un pò stanchi, anche perché in questo periodo sono raddoppiati i viaggi per Milano». Malgrado la singolare disavventura, la coppia potrebbe presto provare a completare il percorso cominciato all'inizio del mese di maggio. Per procedere all'impianto, infatti, mancano solamente le sue cartelle cliniche, ancora sotto sequestro. L'intervento al quale si sottoporrà la trentasettenne potrebbe significare un primo, concreto passo verso la maternità ma, in attesa di conoscere l'esito dei suoi sforzi, il pensiero della signora va a tutte le coppie che in questi giorni hanno visto i loro embrioni, ovociti e spermatozoi, finire sotto sequestro, «persone che semplicemente cercano di avere un bambino e che vengono già da una situazione di difficoltà». Un'ultima riflessione della donna è per il pm titolare dell'inchiesta su Antinori: «Voglio ringraziarla per la sensibilità dimostrata nel dissequestrare in tempo gli embrioni».

Cronaca

Cerveteri, oli esausti e rifiuti pericolosi in un’autofficina: sequestrata l’intera area e denunciato il titolare

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I Carabinieri della Stazione di Cerveteri, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Forestale di Civitavecchia, nonché del personale A.S.L. e Ufficio Tecnico e Polizia Locale di Cerveteri hanno svolto un’attività ispettiva presso un’autofficina.
Nel corso del controllo sono emersi gravi violazioni, sia sul piano amministrativo che su quello ambientale: non solo l’esercizio verificato è risultato privo delle previste autorizzazioni e comunicazioni agli Enti preposti, ma l’area ove il medesimo sorge è risultata caratterizzata dalla presenza di varie tipologie di rifiuti, soprattutto olii esausti, speciali e pericolosi, non adeguatamente trattati come invece previsto dalla vigente normativa di settore.
Il titolare dell’attività, immediatamente sospesa, è stato pertanto segnalato per i vari profili di responsabilità sia all’Autorità Giudiziaria che a quella sanitaria, mentre l’intera area interessata è stata posta sotto sequestro.

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Cronaca

Monterotondo, ladre in azione: arrestate 3 giovani donne

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MONTEROTONDO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, hanno denunciato tre giovani donne di origini romene, appartenenti all’insediamento spontaneo di via Tiburtina a Roma, gravemente indiziate del reato di ricettazione.
Dopo una segnalazione di furto giunta al 112, i Carabinieri sono intervenuti in un supermercato eretino dove hanno fermato tre donne nel tentativo allontanarsi, dopo essere state notate mentre cercavano di impossessarsi di alcuni prodotti dagli scaffali.
I successivi accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di rintracciare il veicolo utilizzato dalle fermate, all’interno del quale i Carabinieri hanno rinvenuto un grosso quantitativo di prodotti alimentari asportati da un altro supermercato.
Le donne, non avendo fornito una valida giustificazione sulla provenienza della merce, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Tivoli per il reato di ricettazione, ed è stato notificato loro il provvedimento di allontanamento dal comune di Monterotondo, emesso dal Questore di Roma, con divieto di ritorno per 3 anni.

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Roma

Roma, minacciato al collo con due bottiglie di vetro e costretto a consegnare lo smartphone: in manette due uomini

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ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo hanno arrestato due cittadini romani – di 31 e 36 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine – gravemente indiziati dei reati di rapina e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Un giovane, 22enne romano, ha denunciato di essere stato avvicinato da due uomini a lui sconosciuti che, in evidente stato psicofisico alterato, lo hanno afferrato al collo e minacciato con due bottiglie di vetro, facendosi consegnare lo smartphone per poi allontanarsi, in via di Boccea altezza metro Cornelia. Richiesto aiuto al 112, tramite alcuni passanti, sono interventi sul posto i Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo che grazie alla descrizione fatta dal giovane e tramite la localizzazione del telefono asportato, hanno individuato i due sospettati nei pressi della fermata metropolitana “Battistini”.
Alla vista dei militari, gli indagati hanno spintonato i Carabinieri al fine di darsi alla fuga ma sono stati bloccati. Con loro avevano ancora la refurtiva che è stata riconsegnata al 22enne.
Presso le aule di piazzale Clodio, il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e ha disposto per i due la misura cautelare degli arresti domiciliari.

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