Roma, autista aggredito e poi licenziato: l’associazione TrasportiAmo lancia la petizione online

Una petizione in sostegno alla causa di Federico Maruca (l’ex) autista di Autoservizi Troiani, parte del consorzio RomaTpl, rimasto vittima di una brutale aggressione durante il servizio, licenziato in tronco il 10 gennaio scorso “per giusta causa”.

Una tipica storiaccia italica, balzata agli onori della cronaca nazionale per singolarità e controversia. A lanciarla in rete, sulla piattaforma change.org, l’Associazione TrasportiAmo: “È un piccolo ma grande gesto per dimostrare la nostra solidarietà a Federico, che oltre al danno ha subito una grande beffa”.

Teatro del grave episodio, avvenuto nell’ottobre 2017, la linea periferica 055, che mette in collegamento il capolinea della Metro C Pantano con Ponte di Nona, passando per Finocchio, l’Osa, Castelverde e Lunghezza.

È importante quanto tristemente nota, insieme allo 051, 056 e il 20 di Atac, tanto per rimanere nel territorio del Municipio VI, per gli atti di violenza perpetrati nei confronti dei conducenti. “Non può passare questo tipo di concetto – riprende l’Associazione -, sarebbe un incredibile precedente. Licenziato perché infortunato durante lo svolgimento del lavoro? Assurdo, e poi in che modo”.

Quella sera voleva calmare i bollenti spiriti, e proteggere la vettura e i passeggeri

Ma la risposta dell’uomo in stato di ebbrezza, infastidito dai rimproveri del conducente, si è tramutata in violenza estrema. In pochi attimi Federico è stato raggiunto da calci e pugni, sferrati ripetutamente, e sfibrato da una serie di bottigliate, assestate sulla testa. Non ha avuto neanche il tempo di respirare o cercare di difendersi, tanto era l’impeto nevrotico dell’aggressore. Era una maschera di sangue, sfinito e debilitato.

Dai primi accertamenti sanitari emerge un trauma facciale, che compromette
la funzionalità dell’occhio sinistro. È l’inizio dell’odissea. “Mesi in
ospedale, aspettativa, infortunio INAIL e ferie forzate”, recita la petizione. “Poi
la terribile notizia – prosegue – quella che non si aspettava davvero. Alle
visite mediche risulta inidoneo alla guida dei bus e la società, incredibile,
che percepisce corrispettivi da Roma Capitale, invece di ricollocarlo in altre
mansioni, come giusto che fosse, lo ha sbattuto fuori”. È il 10 gennaio, una
data indelebile, un altro primato, negativo, registrato nel flebile mercato del
lavoro, reso ancora più amaro dal fatto che Autoservizi Troiani ha sempre
negato il collegamento tra l’aggressione, subita durante l’espletamento del
servizio, e il danno cagionato all’occhio. “Non mi sono fatto male in casa”, tuona
Federico, “mi è stata riconosciuta un’invalidità del 25% ma io voglio lavorare”.

Appena pubblicata, la petizione è iniziata a correre, tanti i commenti di
sdegno rilasciati, a corredo delle condivisioni. “Questo licenziamento è uno
schifo”, scrive Michele, mentre Anna aggiunge: “trovo assurdo che un
ragazzo che lavora dopo essere stato picchiato e mandato in ospedale venga
licenziato”. “È semplicemente vergognoso”, commenta Mario, “non tutelare un dipendente infortunato durante lo
svolgimento del proprio lavoro! Condizione aberrante d’insicurezza e non tutela
di chi svolge le proprie mansioni”. E Marco
sottolinea: “Com’era la storia del privato che funziona? TPL è l’esempio
didattico di come il pubblico, Atac, può non funzionare e sappiamo bene che non
c’entra con la natura della proprietà, ma il privato è quanto di peggio possa
capitare su un bene comune come il trasporto pubblico, che non deve fare utili
ma migliorare e rendere possibile la vita delle persone. Se esistesse un
sindacato, e se i tranvieri fossero degni della loro storia domani Roma
rimarrebbe a piedi”. L’attacco è forte, giustamente, dato il tema trattato. “Ecco
che significa lavorare per un azienda privata”, affonda Paola, “il settore trasporti di Roma deve tornare ad essere gestito
dal Comune”.

Pesante le reazioni politiche. “È un paradosso”, afferma il consigliere
regionale di Fratelli d’Italia Fabrizio
Ghera
, “la sindaca Raggi ha il compito di fare di tutto per salvaguardare
il posto di lavoro di chi ha subito un’aggressione mentre cercava di difendere
gli utenti del trasporto pubblico”. D’accordo i consiglieri comunali del PD Giovanni Zannola e Ilaria Piccolo: “Roma non può accettare questa grave ingiustizia, è
inaccettabile che un lavoratore intervenuto per difendere passeggeri del bus da
un’aggressione, da un uomo violento, oltre ad aver subito una menomazione
fisica, ci rimetta la salute e il posto di lavoro. Presenteremo una mozione
urgente affinché il Comune prenda provvedimenti per salvaguardare il posto di
lavoro. Contro una decisione ingiusta e crudele esprimiamo tutta la solidarietà
alla vittima dell’aggressione”. “Il Campidoglio faccia fino in fondo la propria
parte e chieda con autorevolezza il reintegro immediato”, dichiara la
consigliera Svetlana Celli,
capogruppo di RomaTornaRoma in Assemblea Capitolina. “Siamo certi che non siano
necessarie azioni legali, che mi sento per prima di voler sostenere, ma che
siano sufficienti piuttosto il buon senso e la volontà delle istituzioni”.

“Non possiamo entrare nelle dinamiche del rapporto di lavoro tra
un’azienda privata e un suo dipendente”, scrive l’assessore alla mobilità Pietro Calabrese, “ma non rimarremo in
silenzio di fronte a quella che appare un’ingiustizia. Ci auguriamo che il buon
senso conduca a una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti e che
consenta a un padre di famiglia di continuare a svolgere il suo lavoro e poter
mantenere la sua famiglia”. Per quanto ci riguarda cercheremo, nel rispetto
delle regole e delle normative, di fargli sentire la nostra costante vicinanza
umana oltre che verificare tutte le strade previste dalla legge”.

Risposta ritenuta insufficiente dalla SLM-Fast-Confsal
Roma e Lazio, sindacato al quale Federico è iscritto. “Pretendiamo che
l’assessorato si faccia carico della situazione e prenda provvedimenti contro
queste società”, chiosa il Segretario Provinciale Daniel Di Martino, “dove non esiste né trasparenza né trattamento
equo tra i lavoratori. Troviamo inaccettabile che un conducente, dopo aver
subito una aggressione durante il turno di lavoro oltre ad aver subito dei
danni fisici permanenti venga licenziato perché non si ha voglia di trovare
altra collocazione all’interno dell’azienda”. “Bisogna cambiare le regole nella
gestione del tpl”, rincara il Segretario Regionale Renzo Coppini, “le società come Troiani srl hanno finanziamenti
pubblici ma non sono soggette alle regole delle società pubbliche, trasparenza,
imparzialità e pubblicità, nella gestione del personale, nel pagamento degli
stipendi, dei fondi pensioni, delle cessioni del quinto, nelle assunzioni,
negli avanzamenti di carriera, nell’orario di lavoro. Nella RomaTpl e Consorzio
Cotri, quando gli è servito hanno passato il personale da una società all’altra
da un giorno all’altro, sono migliaia i casi, ora per tutelare un autista
aggredito in servizio non ci sono possibilità. Chi non ha rispetto per la
persona non può continuare a gestire il Tpl con i soldi pubblici”.

“Chiediamo la massima condivisione della petizione”, commenta infine TrasportiAmo, “proprio per sensibilizzare l’intervento dei Campidoglio. Occorre far sentire la nostra indignazione. Al riguardo c’è un grande precedente che risale al 2015, quando l’ex-assessore ai trasporti Stefano Esposito intervenne su Atac e fece reintegrare un autista, ingiustamente allontanato. RomaTpl e il Cotri percepiscono corrispettivi pubblici, pertanto sarebbe fuori luogo fare delle distinzioni. Sarebbe un’altra ingiustizia. Firmate, #noistiamoconfederico”. https://www.change.org/p/virginia-raggi-revoca-licenziamento-autista-romatpl-aggredito-iostoconfederico