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Cronaca

Roma, blitz in un casale sulla Cassia: trovate armi, munizioni e droga

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ROMA – Ieri sera, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia Roma Cassia hanno arrestato tre cittadini italiani, un operaio romano di 30 anni e due autisti, un 57enne della provincia di Foggia e un 55enne della provincia di Caserta, tutti con precedenti, trovati in possesso di un’arma con matricola abrasa ed un’arma illegalmente detenuta, oltre a diverse munizioni e dosi di cocaina.

Gli uomini si trovavano all’interno della loro autovettura, sorvegliati a distanza dai Carabinieri che, dopo averli notati entrare in un casale isolato tra Marco Simone e Casal Monastero, con fare guardingo e sospettoso, hanno deciso di fare irruzione all’interno.

I Carabinieri hanno trovato, sull’unico tavolo presente nel locale, una pistola Sig Sauer con matricola abrasa completa di caricatore con 7 cartucce, una pistola Browning, detenuta illegalmente, completa di caricatore con 11 cartucce e alcune scatole con altre 50 cartucce.

Bloccati i tre malviventi, i Carabinieri, con l’ausilio dei colleghi del Nucleo Cinofili di S. Maria di Galeria, hanno perquisito il casale e l’area circostante, rinvenendo anche 1.000 euro in contanti e alcune dosi di cocaina, oltre a bilancino di precisione e materiale vario per il confezionamento.

Invece, durante la perquisizione domiciliare, in possesso di uno dei tre arrestati, è stato trovato un fucile sovrapposto Beretta legalmente detenuto ma con munizioni mai denunciate. Il fucile e il relativo munizionamento sono stati sottoposti a sequestro amministrativo.

Da primi accertamenti la pistola Browning rinvenuta all’interno del casale risulta appartenere tutt’ora ad un cittadino italiano deceduto circa dieci anni fa, senza che lo stesso l’avesse mai ceduta ad uno dei tre uomini, motivo per il quale si svolgeranno ulteriori approfondimenti sulla sua provenienza.

Gli arrestati sono stati tradotti presso il carcere di Regina Coeli, come disposto dall’Autorità Giudiziaria, in attesa di giudizio.

Cronaca

Paura a Faenza, due treni si tamponano: 17 feriti

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Un tamponamento a bassa velocità, che ha portato a una collisione fra due treni che stavano andando nella stessa direzione.

Ha provocato tantissima paura, ma solamente alcuni feriti lievi che hanno perlopiù riportato delle contusioni, uno scontro avvenuto fra due treni ieri attorno alle 20.20 nella zona di Faenza, nel Ravennate. L’impatto sarebbe stato fra un treno regionale e una Freccia che si sono tamponati sulla linea. Le cause e la dinamica esatta dell’incidente sono in corso di ricostruzione da parte di Trenitalia e dei Vigili del fuoco, che sono intervenuti con squadre da Ravenna e da Forlì. Evidentemente qualcosa è andato storto nelle comunicazioni e il treno che seguiva ha urtato quello che precedeva. Si suppone, ma anche questo aspetto dovrà essere appurato nelle indagini sulle cause dell’incidente, che il macchinista si sia accorto dell’ostacolo lungo i binari e, viste anche le conseguenze per personale e passeggeri, la velocità sia stata molto bassa. Le persone che sono state medicate sono infatti 17, ma nessuno di loro, a quanto si apprende, avrebbe riportato traumi o ferite serie. L’incidente ha però, inevitabilmente, provocato rallentamenti alla circolazione. Il traffico ferroviario è infatti stato sospeso tra Forlì e Ravenna e non è facile ipotizzare quanto tempo potrebbe volerci per tornare a una circolazione normale. Serviranno infatti i necessari tempi tecnici al personale del gruppo Ferrovie per gli interventi di messa in sicurezza, ma anche quelli necessari alle forze dell’ordine per i rilievi. Sono almeno quattro, intanto, i treni Freccia rossa e Intercity a lunga percorrenza, che sono fermi nelle stazioni vicine, Forlì, Cesena, Rimini, in attesa di poter partire. “Siamo lavorando a stretto contatto con la Regione Emilia-Romagna e con le forze di Protezione civile – scrive il sindaco di Faenza, Massimo Isola sulla sua pagina Facebook – un ringraziamento ai Vigili del fuoco e ai soccorsi, prontamente intervenuti”.

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Treni Milano – Chiasso: passeggeri nel caos. I nuovi convogli sono troppo alti per la galleria che porta in Svizzera

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I nuovi convogli Caravaggio a due piani non sono autorizzati a passare dal tunnel di Monte Olimpino per questioni di altezza. Creando molti disagi ai passeggeri.

Non sono i treni nuovi a essere troppo alti, ma è la galleria verso la Svizzera che è troppo bassa e non adeguata all’alta velocità.

Trenord giustifica così la decisione, che sarà operativa entro due anni, di spostare il capolinea della tratta Milano-Chiasso a Como San Giovanni. I nuovi convogli Caravaggio a due piani, che hanno sostituito i loro predecessori guasti e obsoleti, non sono infatti autorizzati a passare dal tunnel di Monte Olimpino per questioni di altezza. Una situazione che, sempre più spesso negli ultimi mesi, ha costretto i passeggeri a scendere a Como e sperare nella coincidenza con i Tilo ticinesi.

La replica di Trenord

 Inevitabili le polemiche, alle quali Trenord ha replicato prontamente, come riportato da La Provincia di Como. “Nessuna beffa o sorpresa per il nuovo Caravaggio ‘troppo grande’ per passare nella galleria che collega Como a Chiasso”, si legge in una nota. “Il modernissimo treno, acquistato da Regione Lombardia per il servizio regionale, è stato concepito innanzitutto per le linee suburbane che collegano le province lombarde all’area metropolitana. La Como-Milano-Rho è una di queste e richiede convogli ad alta capienza. Va da sé quindi che non è il treno, ma è la galleria di Chiasso a essere inadeguata alle esigenze della mobilità ferroviaria lombarda”.

La decisione di spostare il capolinea a Como

 La decisione di spostare il capolinea a Como è stata presa di conseguenza. Sempre nel comunicato ufficiale si legge che “la galleria in questione non consente il transito dei treni ad alta capacità” e che “non risulta l’esistenza di piani di adeguamento della stessa galleria da parte dei gestori dell’infrastruttura ferroviaria”. Il piano del servizio ferroviario regionale prevede infatti “da anni che la linea verso Chiasso si attesti a Como con i nuovi treni a due piani”.

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Ferrara, aggressioni con spry per la baby gang di sole donne: presa la boss di 11 anni

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La squadra mobile di Ferrara ha fermato una gang (tutta al femminile) che, in trasferta da Bologna, aveva messo a segno due rapine (una delle quali violenta) utilizzando lo spray urticante. 

Cose che, purtroppo, capitano. Quel che, nel caso specifico, fa la differenza, è l’età del “capo banda”: una bambina di 11 anni. Con lei, tre amiche, leggermente più grandi: dodici e tredici anni.

Come riportato dal Resto del Carlino, le adolescenti – tutte residenti nel Bolognese, sia italiane che di seconda generazione – lo scorso lunedì mattina si trovavano nella zona della stazione di Ferrara, quando hanno deciso di aggredire due vittime per rapinarle degli smartphone. La prima, una studentessa ventunenne, avvicinata con una scusa nella zona delle mura, è stata colpita con lo spray urticante, che le è stato spruzzato in faccia da una delle bambine, mentre le altre le rubavano il cellulare. L’altra ragazza è stata invece accerchiata e derubata dello smartphone nel parco Coletta.

Subito dopo i due colpi, le terribili bambine si sono dileguate, salendo su un treno diretto a Bologna, dove risultano residenti. Intanto però, la prima vittima aveva chiamato la polizia e nel giro di pochissimo, grazie ai video ripresi dall’impianto di sorveglianza della zona dove sono avvenute le rapine, gli agenti sono riusciti a individuare le giovanissime bulle e capire dove erano finite. Ossia, su un regionale, dove sono state bloccate dalla Polfer e identificate. Avevano ancora al seguito i telefoni rubati. Della vicenda è stata subito informata la Procura dei minori, benché le ragazzine non siano imputabili. Riaffidate ai genitori, non rimarranno, comunque, impunite.

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