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ROMA / BRACCIANO, DISCARICHE FALCOGNANA E CUPINORO: IL MINISTERO BLOCCA FALCOGNANA E ALEMANNO GUARDA A CUPINORO?

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Tempo di lettura 8 minuti Alemanno: "Bene Mibac a bloccare Falcognana, ora guardare verso siti più idonei fuori dal Comune di Roma".

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di Luca Pagni

Roma / Bracciano – Molti cittadini di Bracciano sono preoccupati per le dichiarazioni dell'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, che elogia il MIBACT per aver deciso di fermare i lavori nella discarica di Falcognana, lungo la via Ardeatina nei pressi del Santuario del Divino Amore, perché su quell'area ci sono dei vincoli paesaggistici e ambientali che sembrerebero non essere stati rispettati. "Quello relativo al vincolo Bondi è solo uno dei numerosi aspetti che, per noncuranza, non sono stati adeguatamente approfonditi dalle autorità al tempo competenti”. L’ex Sindaco di Roma Gianni Alemanno rammenta che lui stesso in quanto Sindaco è stato la ,massima autorità sanitaria locale, ed in questa veste, ai sensi dell'art. 32 della legge n. 833/1978 e dell'art. 117 del D.Lgs. n. 112/1998, poteva emanare ordinanze contingibili ed urgenti, con efficacia estesa al territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica. Gianni Alemanno ribadisce poi che “la Regione Lazio e la Provincia di Roma, insieme al commissario di governo (Goffredo Sottile, n.d.r.), nella fretta di trovare soluzioni semplicistiche, sbrigative e di facile consenso, non hanno mai provveduto a compiere uno studio comparato dei siti presenti a Roma e in Provincia per trovare soluzioni più idonee dal punto di vista ambientale rispetto a Falcognana".

Diversi stessi cittadini di Bracciano rammentano a tutte le autorità competenti che la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio ha indirizzato al Comune di Bracciano una missiva (U-PROT 003369025/11/2Q-13 CI. 34.19.04/100 24) che tratta della Discarica detta di "Cupinoro" sita in loc. "Poggio di Cupìnaio -Sbrigliavaccha – (IGM Foglio Castel Giuliano) S.P. via Settevene Palo tratto Bracciano Cerveteri km. 6.500, con proprietà dei terreni dell’Università Agraria di Bracciano, richiedendo l’ annullamento del permesso dì costruire n. 02/2013 del 10.01.2013 prot. 844 a favore di: Bracciano Ambiente S.p.A. “rilasciato in assenza di autorizzazione paesaggistica”.

Nonostante tutto si segnala la continuazione dei suindicati lavori, con movimenti di terra, riprofilatura e sistemazione del piano basale di una parte della ex cava VAIRA situata all'interno della discarica di Cupinoro, identificata sul Catasto al Foglio Catastale n. 61, particelle n, 364 e 36 con deposito terre su porzioni delle particelle n.355, 356, 373, 374 del Foglio Catastale n. 61. Anche il MIBACT evidenzia che “se stesse aree sono al momento già interessate da opere di vario genere (escavazioni in profondità, movimentazione, trasferimento e deposito dì terre) tutte quante sottoposte all'obbligo dell' autorizzazione paesaggistica”.

La Soprintendenza ha già ricevuto e studiato tutti gli esposti e segnalazioni ricevuti su presunte irregolarità all'interno delia Discarica detta di "Cupinoro", ed ha effettuato in data 18/11/2013 un sopralluogo congiunto con il "Reparto Operativo – Sezione Archeologia del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale", per la verifica dello stato dei luoghi ed ottemperando ad effettuare le verifiche istruttorie e gli accertamenti d'Ufficio del caso per la verifica dell'esistenza o meno di eventuale documentazione inerente il Permesso di costruire. Stante l'esito negativo di tale ricerca, vista la nota della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale prot.n. 10334 del 7/10/2011; visto il Piano Territoriale Paesistico Ambito Territoriale n. 3 – Laghi Bracciano e di Vico e le relative Norme Tecniche di Attuazione; visto il P.T.P.R del Lazio e le relative Norme Tecniche, esaminata la documentazione consegnata al MIBACT in occasione del sopralluogo dal Presidente della Bracciano Ambiente S.p.A, esaminata [a documentazione trasmessa a questa Soprintendenza dal Nucleo Operativo Ecologico di Roma del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente con prot. n. 22/66 del 20/11/2013, acquisita agli atti con prot. n. 33178 del 20/11/2013. Visto infine che la Soprintendenza ha già esaminato la documentazione consegnatagli il 18/11/2013 in occasione del sopralluogo dal Presidente della Bracciano Ambiente S.p.A. imolti cittadini di Bracciano si domandano quali documenti autorizzativi vorrebbe e potrebbe fornire il Sindaco Bracciano Sala il quale asserisce che sia tutto in regola e tutto autorizzato.
Le dichiarazioni di Alemanno potranno influenyare la scelta di una Malagrotta bis ? Il MIBACT ha rilevato vincoli paesaggistici sia a Falcognana che a Cupinoro ma si chiude solo la prima ?
I poteri di un Commissario per i rifiuti che invochi emergenza per Roma, possono fargli superare ogni vincolo ?
Per tentare di superare la situazione, I Cittadini di Bracciano in Movimento ha protocollato a tutti i Comuni conferenti a Cupinoro, un nuovo accordo ATO ARO per il sistema di Riciclo Rifiuti, con la creazione di un Consorzio Pubblico ARO in cui inserire 35 comuni conferitori nello studio ambientale, tecnico ed economico nei tavoli di lavoro con Comitati, Associazioni, Amministrazioni e Cittadini attivi. Gli A.R.O. sono consorzi costituiti da bacini di utenza omogenei tra più Comuni che potrebbero ottimizzare la filiera della raccolta differenziata, intesa al Recupero Totale con esclusione dell’incenerimento del residuo secco e per l’attuazione della relativa impiantistica di servizio. Gli A.R.O. sono riconosciuti come Autorità d’ambito, autonoma dagli A.T.O., assumendone i poteri previsti all’art. 201 del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. Le Regioni dal canto loro potrebbero provvedere ad aggiornare i rispettivi Pianidi rifiuti regionali di riferimento, inserendo gli A.R.O. costituiti e provvedendo alla procedura prevista dall’art. 200 comma 2 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.. Tutto questo per adottare la strategia delle 4 R: Riduco, Riuso, Riciclo, Recupero ad esempio come il sistema Vedelago, avere trasparenza e legalità sul trattamento dei rifiuti visti come un’opportunità di cambiamento e lavoro. Il Lazio potrebbe così divenire una regione pulita, con incremento graduale della raccolta differenziata spinta porta a porta, pesa effettiva del rifiuto prodotto e pagamento in riferimento, premiazione dei comuni virtuosi con l’inserimento di iniziative come Arcipelago Scec e diminuzione della Tares, arrivando ad una possibile abolizione di qualsiasi forma di combustione rifiuti, grazie al compostaggio naturale e aerobico della FORSU e con l’abolizione di ogni tipo di centrale BioGas.

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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