ROMA, BUFERA NEL PDL PER SPESE PAZZE CON FONDI REGIONALI: BATTISTONI CONTRO FIORITO E FIORITO CONTRO TUTTI

Sotto accusa potrebbe finire anche il presidente del consiglio regionale, Mario Abbruzzese, presunto artefice del sistema, inaugurato due anni fa, che permette ai gruppi consiliari di ricevere finanziamenti pari a circa 15 milioni di euro l’anno, distribuiti proporzionalmente a seconda del numero dei consiglieri.

 

Angelo Parca

Francesco Battistoni capogruppo Pdl alla Pisana è stato ascoltato dal Procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal sostituto Alberto Pioletti come persona informata sui fatti. Ai magistrati Battistoni ha consegnato qualche documento e una relazione sulla quale gli uomini del Nucleo valutario dovranno fare chiarezza. «La situazione dei conti del Pdl della Regione Lazio è ormai nota a tutti. Sono venuto qui per fornire elementi di certezza e chiarezza».  Ha dichiarato Battistoni il quale avrebbe spiegato, in oltre due di colloquio con i magistrati,  che la vera difficoltà di dimostrare le presunte anomalie della gestione Fiorito, sta nel fatto di non poter produrre la documentazione amministrativa contabile del Gruppo per un periodo di oltre due anni, in quanto Fiorito  si rifiuta di consegnarla. Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla Pisana, è ormai, finito nel mirino della procura di Roma per una indagine intende fare chiarezza nei conti del Pdl Lazio. Dalla procura gli viene contestato di aver fatto dal 2010 a oggi, almeno 109 volte la stessa operazione bancaria. Totale dell’importo “spostato”: 753 mila euro. Tutto inizia ha inizio con una segnalazione di Bankitalia all’antiriciclaggio. Perché? Passaggi sospetti di denaro che vanno ad alimentare un’inchiesta nei conti del PdL. I bonifici nell’occhio del ciclone riguardano importi sui 4.190 euro o 8.380 euro. Ma qual è il percorso che fanno questi soldi? I soldi vengono prima prelevati da uno dei due conti del gruppo del Pdl della Regione Lazio e trasferiti sui suoi personali conti correnti. Il più delle volte la destinazione finale è all’estero, verso cinque conti in Spagna. Nulla di male se non fosse la causale particolare dei versamenti: articolo 8 della legge regionale 14/98, ovvero una delle 4 voci dello stipendio mensile incassato dai consiglieri regionali laziali, e quindi il “rimborso spese” per mantenere “il rapporto tra eletto ed elettore”. Fiorito sostiene che lo stesso Battistoni, presentava ricevute da 7 mila euro per l’acquisto di vini raffinatissimi. O anche fatture per cene per due coperti da Ottavio a Santa Croce in Gerusalemme a base di ostriche francesi, moscardini, crudo misto, fragolino sale, olio e pepe (conto: 174 euro). Fiorito allarga il raggio della sua vendetta. Elenca le spese folli di altri componenti del partito. Vedi Veronica Cappellaro, presidente della commissione regionale Cultura che ha pagato per le cene sociali del gruppo Pdl circa 32 mila euro. E il castigatore è un santo? Probabilmente no: Per due anni e mezzo Fiorito, ex sindaco di Anagni, ha gestito il gruppo della Regione Lazio e con molta disinvoltura anche tutti i finanziamenti che affluivano sui due conti correnti. Nel 2011 sono entrati 2.735.502,15 euro e ne sono usciti 3.110.326,15. Il bilancio è rimasto in attivo solo grazie all’avanzo dell’anno precedente (888 mila euro circa). Tra le ricevute presentate al capogruppo Fiorito dai suoi consiglieri per ottenere il rimborso spicca lo champagne regalato agli amici: 2 bottiglie di Paul Goerg brut Rosè o di Taittinger Millesimée, una Magnum di Primitivo alla faccia della spending review.  Ma non è tutto. Sotto accusa potrebbe finire anche il presidente del consiglio regionale, Mario Abbruzzese, presunto artefice del sistema, inaugurato due anni fa, che permette ai gruppi consiliari di ricevere finanziamenti pari a circa 15 milioni di euro l’anno, distribuiti proporzionalmente a seconda del numero dei consiglieri. Fondi che in precedenza venivano erogati nelle cosiddette “manovre d’aula” e servivano per i progetti sul territorio richiesti dai consiglieri: dalle piccole opere pubbliche a sagre e mostre. Ora, invece, vengono ripartiti direttamente ai gruppi e servono principalmente per il pagamento degli stipendi dei collaboratori e per far funzionare la struttura. Insomma il Pdl in Regione è finito in una vera e propria bufera dove il fatto che emerge è che mentre i cittadini stringono la cinghia, i politici l’allentano.