Roma Capitale, operazione Monte Stallonara: la Polizia Locale sequestra tre palazzine e vari conti correnti

 

Red. Cronaca

ROMA – Questa mattina la Polizia di Roma Capitale ha effettuato una importante operazione di Polizia Giudiziaria, eseguendo sequestri preventivi di conti correnti bancari, quote azionarie e numerose proprietà immobiliari nel Lazio e in Toscana. L'operazione, portata avanti interamente dalla Polizia Locale, nucleo Polizia Giudiziaria presso la Procura di Roma diretto dalla Dott.ssa Rosa Mileto e con personale proveniente da vari Gruppi territoriali, tutti coordinati dal Vicecomandante dott. Lorenzo Botta. Al completamento dell'operazione ha collaborato anche la Guardia di Finanza, competente per i controlli sui conti correnti bancari.

Dopo tre anni di indagini gli investigatori della Polizia Locale hanno stamattina all’alba dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo disposto dal GIP Dott. Costantino De Robbio. Sono stati sequestrati conti correnti, quote azionarie e numerose proprietà immobiliari nel Lazio e in Toscana appartenenti a 6 persone (4 uomini e 2 donne di nazionalità italiana), tutti componenti dei Consigli di Amministrazione di quattro cooperative romane e di diverse società, tutte indagate per truffa nei confronti della Regione Lazio, del Comune di Roma e di circa 76 persone, con il concorso di un Dirigente ed un Funzionario di Roma Capitale, ambedue indagati per abuso d’ufficio.

Le indagini, particolarmente complesse, avviate dopo alcuni esposti riguardanti mancati controllo da parte di alcuni funzionari comunali, sono state coordinate dal Sost. Proc. Della Repubblica Dott. Alberto Galanti hanno portato a scoprire una truffa perpetrata ai danni della Regione, del Comune di Roma e di circa 76 soci di 3 cooperative edilizie.

I Consigli di Amministrazione delle tre cooperative, formati sempre dagli stessi indagati, beneficiavano di finanziamenti e concessioni di enti pubblici, vincolati alla costruzione di appartamenti da dare in locazione a  condizioni di favore per soggetti meno abbienti, con l’obbligo, però, di non alienarli singolarmente. Al fine di raggirare la normativa i titolari delle società cooperative hanno alienato gli interi corpi di fabbrica ad una quarta società cooperativa, formata in buona parte sempre dagli stessi indagati, consentendo a quest’ultima di procedere alla vendita dei singoli appartamenti, con un vantaggio economico di gran lunga superiore rispetto a quello che avrebbero realizzati con le locazioni “calmierate”.

Tutto questo si è potuto realizzare in concorso con la responsabilità di un Dirigente e di un Funzionario del Comune di Roma che, abusando del loro potere, in violazione dell’art. 11 del Disciplinare della Convenzione, facevano “passare”, dandone il via libera, i prezzi di cessione accontentandosi della semplice dichiarazione dei Consigli di Amministrazione, mentre era necessario che i prezzi di cessione fossero approvati e deliberati dai soci delle cooperative.

I soldi venivano poi fatti girare e sparire dalle casse delle cooperative, con la motivazione di ulteriori prestazioni di servizi, all’interno di società e consorzi sempre intestati agli stessi indagati in una sorta di scatola cinese.