ROMA CAPITALE: TRA PAURE E FALSI ALLARMI ARRIVA LA STRETTA SULLA SICUREZZA

di Matteo La Stella
Roma – La città di Roma, già da inizio settimana, ha iniziato la sua “muta” verso una maggior sicurezza. In seguito agli attentati che lo scorso 13 novembre hanno afflitto Parigi, l'Urbe si blinda mentre per le strade cresce la preoccupazione. L'egida delle misure antiterrorismo non basta neanche quando a parlare è il Pontefice. Sotto un cielo grigio, la tradizionale udienza del mercoledì in Piazza San Pietro ha visto aumentare i controlli da parte delle forze dell'ordine con una allarmante diminuzione delle presenze a 20 giorni dall'inizio del Giubileo. Non vuole restrizioni Papa Bergoglio, secondo cui:”Non dobbiamo arrenderci all'idea di dover applicare questo sistema a tutta la nostra vita, alla vita della famiglia, della città, della società”. E soprattutto a quella della Chiesa:”Sarebbe terribile. Una Chiesa inospitale- spiega Francesco- così come una famiglia rinchiusa su sé stessa, mortifica il Vangelo e inaridisce il mondo! Niente porte blindate nella Chiesa, tutto aperto”. Parole che hanno risuonato per tutta la Piazza, prima che a poche decine di metri scattasse un allarme bomba, rientrato in pochi minuti.

Falso allarme. Oggetto della segnalazione un trolley incustodito su Via Traspontina, davanti l'ingresso dell'università Lumsa. Quì, a due passi da Via della Conciliazione, sono intervenuti intorno alle 12 e 30 gli agenti di Polizia supportati dagli artificieri che, in poco tempo, hanno controllato la valigia risultata poi essere vuota. Intanto, la vicina università era stata evacuata per precauzione. Un clima di tensione diffuso nella città, che solo 24 ore prima aveva portato le forze dell'ordine ad un altro intervento. Poco dopo le 12 di martedì mattina, infatti, gli agenti del commissariato Castro Pretorio insieme agli artificieri e ai Vigili del fuoco si erano mossi in blocco verso l'Ambasciata americana. In Via Veneto era stata recapitata una lettera senza mittente, contenente minacce in inglese. “Vi faremo fare la stessa fine che abbiamo fatto fare a Madrid nel 2004”, tuonava la lettera corredata da una manciata di polvere nera. Quest'ultima, analizzata sul posto, era risultata essere innocua mentre sul caso indagano tutt'ora gli uomini della Digos.

L'appello del prefetto. Per contrastare il timore dilagante ed arginare situazioni di pericolo, già da sabato sono state maggiorate le misure di controllo, ampliate ulteriormente dal Comitato di ordine pubblico e sicurezza nella giornata di mercoledì. Una vera e propria stretta in materia, ripresa nel pomeriggio dal prefetto di Roma a margine dell'inaugurazione della sala operativa per il 112, il neonato numero unico per le emergenza. “La vicenda parigina ci ha rifocalizzato su target che prima ci sembravano più marginali nel senso che è aumentato il novero degli obiettivi”. Questo il commento del prefetto che poi ha lanciato un appello: “Siamo consapevoli di essere all'interno di una minaccia ma questo non ci deve minimamente indurre ad un atteggiamento di paura. Dobbiamo continuare a vivere la nostra vita sapendo che le istituzioni lavorano in maniera molto seria e proficua”. “Siamo consapevoli di essere dentro ad una minaccia- ha aggiunto Gabrielli- ma anche che le istituzioni lavorano perché ciò sia reso più complicato”. Sto ricevendo lettere dai dirigenti scolastici di tutta Italia che mi stanno chiedendo se è opportuno o meno venire a Roma – ha continuato il prefetto – e se le scolaresche sono in una situazione di sicurezza”. Un atteggiamento di timore, quello dei dirigenti scolastici che secondo l'ex capo della Protezione civile: “Va sconfitto con il buon senso. Vogliono rendere la nostra società invivibile e questo lo si fa attraverso la paura”. In seguito, il prefetto ha evidenziato l'approvazione da parte del Comitato in merito alla distribuzione delle forze di sicurezza messe a disposizione dal Governo.”Stiamo pianificando interventi sul territorio anche per quel che riguarda la sicurezza percepita“.

Metropolitane sotto i riflettori. Gabrielli ha sottolineato, peraltro, che: ”Avremo un presidio, di fatto, in quasi tutte le stazioni delle tre linee della metropolitana, in tutti nodi di scambio e in tutti quei luoghi di aggregazione che possono rappresentare degli obiettivi. Questo sforzo però non deve essere solo 'romanocentrico', ma deve essere percepito anche nelle periferie”.

Niente più droni su Roma. Categoriche, invece, le indicazioni per quanto riguarda i droni. Per scongiurare possibili attacchi terroristici effettuati tramite velivoli senza pilota, il prefetto ha riferito :”Memori anche di quanto avvenuto durante il funerale di Vittorio Casamonica- quando un elicottero lanciò petali di rosa dal cielo, alzandosi in volo sulla città senza alcuna autorizzazione- stiamo predisponendo un potenziamento dei sistemi di intercettazione e, nelle condizioni che lo consentiranno, anche di abbattimento. La prima regola – ha aggiunto Gabrielli- è che è fatto divieto di abbattere qualunque cosa voli sopra i centri abitati perché il danno sarebbe maggiore”. “Che gli ultraleggeri o i droni volino è un dato scontato. Il tema dei temi – spiega l'ex capo della Protezione Civile – è non farli alzare in volo“. Quindi, ha concluso il prefetto:” Ci stiamo attrezzando per potenziare sia il sistema di rilevamento sia quello di contrasto in occasione degli eventi che consideriamo più esposti”.