ROMA CAPITALE: VINCE MARINO, APPROVATO IL DECRETO "SALVA ROMA"

di Maurizio Costa 

Roma – L'attacco di Marino è subito arrivato alle alte sfere di Palazzo Chigi; il premier appena salito in carica, Matteo Renzi, ha fatto approvare il decreto sugli Enti Locali, che contiene anche quello per risanare le casse capitoline. I soldi che il Campidoglio ha versato alla gestione commissariale (365 milioni nel bilancio 2013 e 120 in quello del 2014) ritorneranno a disposizione del Sindaco Marino, che così potrà dar fiato alle casse dell'Amministrazione. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ha dichiarato che: "La somma trasferita tra il Commissario ed il Comune di Roma resta uguale, ma le modalità sono differenti: sono somme dovute al commissario che vengono anticipate invece che diluite per fare massa critica." Il Salva Roma contiene anche la proroga della sanatoria Equitalia, che permetterà di pagare i debiti in un'unica soluzione senza eventuali more.
All'interno del decreto ci sono anche altre regolamentazioni: la Tasi verrà maggiorata fino allo 0,8 per mille, salta la Web Tax ed è stato presentato anche un decreto che affronta l'emergenza dei 24mila addetti alla pulizia nelle scuole. Delrio ha anche nominato nove viceministri e 44 sottosegretari.

Le dure parole del Sindaco di Roma, Ignazio Marino, hanno avuto il loro effetto. In un'intervista, il primo cittadino della Capitale si era esposto nettamente riguardo al famoso decreto "Salva Roma", che dovrà rimettere in sesto le malmesse casse capitoline. "Io domenica blocco la città" – aveva dichiarato Marino – "Per marzo non ci saranno i soldi per pagare il gasolio degli autobus o per retribuire i 25mila dipendenti comunali." Nel novero delle spese si aggiunge anche la santificazione dei due Papi, un evento planetario che mobiliterà la città.

Ieri il premier Matteo Renzi non aveva apprezzato molto l'attacco del Sindaco di Roma: "Tra di noi dovremmo avere un linguaggio diverso." – ha dichiarato l'ex Suindaco di Firenze – "Le preoccupazioni che animano il Sindaco di Roma sono comprensibili, ma il tono che ha usato no." La disputa tra i due Sindaci (uno "d'Italia" e l'altro di Roma) è andata a buon fine. I malumori non cesseranno ma almeno è stata messa una toppa al problema.

IL DECRETO – I problemi che hanno portato all'àncora di salvataggio di questo decreto sono molti. Prima di tutto Roma ha un debito di quasi 800 milioni di euro; senza il decreto Salva Roma, la Capitale avrebbe rischiato di dire addio a circa 485 milioni di euro, che, con il provvedimento, sono stati già scaricati sulla gestione commissariale: 365 nel bilancio 2013 e 120 in quello del 2014 (ancora da approvare). Adesso si capisce la rabbia di Marino, che, senza il decreto, avrebbe rischiato il default e il successivo commissariamento della Capitale.

Le parole del Sindaco sono state molto dure e non tutti sono stati favorevoli ad aiutare la Capitale, soprattutto il MoVimento 5 Stelle e la Lega Nord. Possiamo però analizzare la situazione romana osservando i punti critici della gestione della città: Roma ha il territorio comunale più vasto d'Europa, grande circa come la somma dei territori di Milano, Torino, Napoli, Palermo, Catania, Genova, Bologna, Firenze e Bari messi insieme. Molte manifestazioni (circa 500 l'anno) avvengono nella Capitale, con relativi costi di organizzazione. Roma, tra l'altro, non ha ancora lo statuto di Città Metropolitana, che dovrebbe sostituirsi alla Provincia di Roma. Questo porta ad un altro problema: tutte le tasse che versano i romani non arrivano interamente nelle casse del Campidoglio ma vengono prese dalla Regione e dallo Stato, che poi le ridanno, in misura minore, all'Amministrazione Comunale.

Il Salva Roma, in conclusione, darà quindi un attimo di respiro alle casse comunali, evitando il default della Giunta Marino. Il problema che si pone è il seguente: come ha fatto l'Amministrazione Comunale ad avere i conti così in rosso? Marino dà la colpa ai Sindaci precedenti, con il solito gioco della patata bollente. Prima di addossare le colpe però, bisognerebbe vedere per bene cosa si è fatto per rimediare ai danni. Non ci si dovrebbe arrendere subito chiedendo soldi allo Stato, ma si dovrebbe cercare di risolvere la situazione prima con le proprie mani e poi, in caso contrario, chiedere l'elemosina. Se il debito verrà sanato dal Salva Roma, chi ci garantisce che fra tre anni non si ritornerà alla situazione attuale?