ROMA, CHARLIE HEBDO: LE MATITE SI MOLTIPLICANO PER LA LIBERTA' DI STAMPA E DI ESPRESSIONE


[ VIDEO INTERVISTA NICOLA ZINGARETTI ]

[ VIDEO INTERVISTA GIOVANNI TOTI ]

[ VIDEO INTERVISTA MAURIZIO GASPARRI ]

[ VIDEO INTERVISTA KHALID CHAUOKI ]

 

di Maurizio Costa

Roma – Una piazza Farnese piena di luci, con centinaia di persone che gridano alla libertà di stampa, all'uguaglianza tra i popoli e alla fraternità tra Italia e Francia: con questa immagine, Roma ha mostrato tutta la vicinanza al popolo francese dopo la strage di Charlie Hebdo, un attentato di matrice islamica che ha portato alla brutale uccisione di 12 persone. Tra i morti ci sono 4 vignettisti della testata di Parigi, rea solamente di aver fatto satira su argomenti che riguardavano il popolo islamico e la religione di Allah.

Centinaia di persone hanno alzato le loro matite in segno di protesta per far capire che la libertà di esporre i propri pensieri è sacrosanta. La fiaccolata organizzata a Roma è stato un successo di fratellanza e di coesione, di uguaglianza davanti a un bene comune: la libertà. Alcuni cartelloni recitano la famosa frase “io sono Charlie”, diventata ormai il cavallo di battaglia di tutti coloro che si sentono vicini a quei poveri vignettisti uccisi a Parigi. In piazza Farnese erano presenti anche alcuni francesi, che hanno cantato ininterrottamente l'inno nazionale, baluardo fondamentale dei diritti che sorreggono la repubblica di Parigi.

Presenti anche centinaia di giornalisti italiani, che hanno voluto così far sentire tutta la vicinanza al popolo francese. A tal punto che, verso la fine della fiaccolata, dalle finestre dell'ambasciata di Francia sono stati esposti fogli con la scritta “merci”: un grazie che vale più di mille parole.

La Camera dei Deputati, inoltre, ha interrotto per un'ora i lavori per permettere ai vari parlamentari di partecipare alla manifestazione. Un gesto che non è piaciuto a tutti: i vari Gasparri, Chaouki, Toti e altri sono stati accolti con applausi ironici. La fiaccolata non doveva diventare una passerella politica.

Dai vari capannelli che formavano la piazza si alzavano voci di indignazione, protesta e sgomento; alla fine, anche l'Inno di Mameli si è unito a quello francese, in un mix che ha rappresentato il vero spirito di questa fiaccolata. Le candele accese, spesso strumentalizzate dai media, si muovevano per la piazza come fuochi indipendenti ma portati da persone che la pensano allo stesso modo: morire così è ingiusto e in un paese “strano” come l'Italia, per quel che riguarda la libertà di stampa, dobbiamo combattere tutti i giorni per non far ripetere una situazione del genere. Non c'entra l'Islam o Maometto: poter scrivere quello che si pensa è la base della democrazia e del libero pensiero.

Alla fine, le candele quasi spente sono state messe per terra. L'immagine aveva quello spirito lugubre, che si avvicina alla morte, ma una morte strana, che ancora mantiene un barlume di luce. L'attentato di Parigi è stato gravissimo ed ha portato all'uccisione di 12 persone, ma una speranza ancora c'è. La voglia di far sentire la propria voce è grande e sicuramente ha diminuito le distanza tra due popoli profondamente diversi. Nelle tragedie c'è sempre fratellanza.

Siamo tutti Charlie, oggi.

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